Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIVISIBILITÀ
manica della livrea di ciascun capitano fosse aggiunta alla casacca d'ogni compagnia di arcieri a distinguerle tra loro. Enrico II (1547-59) abolì queste casacche per surrogarvi la ciarpa, stata già in uso sotto Luigi IX (1226-70). Due furono le ciarpe, l'una per la livrea nazionale, l'altra per la divisa delle truppe. Portavansi incrociate in bandoliera, l'una a diritta, l'altra a sinistra. Le milizie portarono la ciarpa d'ordinanza fino al tempo del vestiario uniforme, ed anche dopo, perchè ogni comandante volendo dare la propria livrea a* suoi soldati, mantenne la ciarpa, che formò così una doppia divisa che si disse accidentale. La ciarpa uniforme si usò sino alla battaglia di Steinkerque (1692), dopo la quale gli aghetti o nodi di spalle furono l'insegna della livrea data dai comandanti ai loro soldati.
Il vestiario delle truppe francesi non fu veramente compiuto e regolare prima di Luigi XIII, che lo decretò un po' prima dell'assedio della Roc-cella (anno 1621). Nel 1614 e nel 1622 non erano i colonnelli nè i capitani che vestissero in Francia i loro soldati, bensì le città del regno erano quelle che sostenevano questa spesa; e quando questa tassa non bastava, l'erario regio suppliva al difetto. Finalmente nel 1670, sotto Luigi XIV, l'uniformità degli abiti militari fu resa definitivamente regolare. Una ordinanza di Luigi XV, del 1717, ingiunse agli uffi-ziali di portar sempre la divisa tanto in servizio che fuori, per essere più conveniente a farsi conoscere e rispettare dai soldati e dai cittadini, ed altre due ordinanze dello stesso re, degli anni 1762 e 1763, prescrissero i colori del vestimento di ciascuna arma. Prima di Luigi XIV in Francia ed altrove la divisa non abbracciò intero il vestimento del soldato, ma si ridusse a qualche intrassegna sulla cappa o sul petto, che distingueva un soldato di una nazione da quello di un'altra. Nel 1522 i Francesi e gl'Imperiali, sotto Milano, erano distinti o soprassegnati dalla semplice divisa di una croce, la quale era bianca pei Francesi, e rossa pei Tedeschi ; ed amendue gli eserciti la portavano sul petto. Non fu che sul cadere del secolo xvi che tra le nazioni europee alcuni corpi scelti di milizia cominciarono a mostrarsi in abito uniforme.
Ognuno sa a qual perfezione siasi poi recata l'uniformità del vestiario nei diversi corpi di eserciti regolari europei, e qual sia il rigore degl'ispettori generali, onde i reggimenti non si scostino in alcun modo dall'uniformità prescritta dai regolamenti.
DIVISIBILITÀ (fis.). — È una delle proprietà generali dei corpi. L'idea dell'estensione ci conduce necessariamente a quella della divisibilità, poiché, qualunque siasi l'estensione, se ne può concepire la metà, il quarto, l'ottavo, il sedicesimo e così di seguito. Questa divisibilità che dicesi matematica è evidentemente infinita.
La divisibilità fisica consiste nella suscettibilità che ha realmente qualunque corpo ad essere diviso in parti, e queste in altre che sono ancora divisibili, fino a tanto che si ottengano parti talmente tenui che sfuggano ai nostri sensi. Queste parti sfuggono primieramente al senso del tatto, poscia a quello della vista, e finalmente a quello dell'odorato, che riceve le impressioni delle parti che non sono più sensibili alla vista. Tutti i corpi conosciutipossono essere condotti a tal grado di divisione che le parti che ne risultano sfuggano ai nostri sensi. La divisibilità fisica può essere distinta in divisibilità meccanica ed in divisibilità naturale. seconde che può eseguirsi col mezzo degli strumenti o che ci viene offerta dalla natura.
I liquidi ed i gassi sono evidentemente divisibili, poiché immergendovi la mano non ne sentiamo alcuna asperità, ne vediamo alcuna cavità od ineguaglianza alla loro superficie ; le parti che li costituiscono sono adunque estremamente sottili. Quanto ai corpi solidi, la divisione può in molti casi essere spinta sino ad un punto che sorprende l'immaginazione.
L'oro può ridursi in lamine talmente sottili che una foglia di 5m,4 quadrati non pesi più di 1 grano o 53 milligr. circa, e questa superficie può essere divisa in due milioni di parti sensibili all'occhio.
I fili d'argento dorato che s'impiegano nel ricamo si ottengono passando alla filiera un cilindro d'argento ricoperto di più lamine d'oro, il cui peso è di 3 decagrammi o circa un'oncia; si ottiene in questo modo un filo tanto delicato quanto un capello, di cui tutti i punti della superficie sono ricoperti d'oro e della lunghezza di 444,000 metri, cioè di più di 234 miglia d'Italia. Questo filo passato al laminatoio ha di linea di larghezza. Allora si può considerare il filo siccome ricoperto da due lamine d'oro; ciascuna di esse può dividersi in due parti visibili nel senso della larghezza; perciò si avranno quattro lunghezze di 444,000 metri ciascheduna, ossia una lunghezzadi 444,000® x 4=zl ,776,000 metri che è quanto dire di 1,776,000,000 millimetri; ma ogni millimetro potendo essere diviso in otto parti apprezzabili, ne segue che con quest'operazione si otterranno più di quattordici bilioni di parti visibili, poiché 1,776,000,000 x 8=14,208,000,000.
II platino che è il più duttile dei metalli, si può tirare in fili tanto sottili da occorrerne circa 150 per costituire la grossezza di una bava di seta!
La divisibilità naturale si estende ancora molto al di là di questo limite. Così nel sangue, che ci sembra un liquido generoso, si trovano certi globuli visibili, i più grossi dei quali hanno lhM di millimetro di diametro, e questi globuli sono corpi composti ed hanno un'organizzazione complicata. In una gocciola di sangue di un millimetro cubico, sospendale ad una punta d'ago, ve ne hanno circa un milione.
Un pezzo di muschio spanderà per più anni le sue particelle odorose in un appartamento senza che il suo peso ne rimanga sensibilmente diminuito. Queste innumerevoli particelle odorose che emanano dal muschio sono adunque di una tenuità estrema. Lo stesso dicasi di quelle che sono emanate dai fiori. Alcuni animalcoli che sono soltanto visibili col mezzo di strumenti ottici, sono talmente piccoli che più mi-gliaja di essi potrebbero star raccolti sulla punta di un ago; eppure questi esseri sono composti di parti organiche distintissime, di parti liquide e di parti solide, e ciascuna di esse è ancora formata di elementi chimici di natura differente.
Si è lungamente agitata la questione se la materia sia divisibile all'infinito. Se trattasi di una divisione ideale e puramente matematica, abbiano*
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