Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIVISIONE DEL LAVORO
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all'estensione che avrebbe occupata l'intera loro fronte; ed è il miglior ordine per marciare, per combattere e per serenare. Le divisioni di cavalleria avevano i loro squadroni, ora estesi in linea, ora piegati in colonna serrata per reggimenti; esse formavano ancora lunghe colonne serrate per squadroni. I corpi di cavalleria trovandosi ordinariamente sopra tre linee, la prima era spiegata, la seconda in colonna per reggimenti, la terza in una sola colonna al centro.
Le evoluzioni della divisione di fanteria, considerata come unità dei movimenti dell'esercito, non ebbero sino ad ora altra norma in Francia che il regolamento del 1791. 1 battaglioni, numerati da diritta a sinistra, eseguiscono i comandi direttamente dati dal luogotenente generale. I legami che univano i battaglioni ai reggimenti ed alla brigata più non esistono. I colonnelli e marescialli di campo non fanno che ripetere i comandi, e vigilarne l'esecuzione. In tempo di pace le evoluzioni debbono formare lo studio e l'immagine di quelle che si possono eseguire alla guerra; ma i regolamenti non provveggono a questo, supponendo sempre che si operi in un terreno perfettamente piano ; e sarebbe tempo di pensare a prescrivere per le evoluzioni di guerra regole più facili e più late, applicabili a tutte le circostanze. Le evoluzioni sono sempre legate a due linee principali, la fronte di battaglia e la direttrice del movimento che si eseguisce. La prima, generalmente diritta, è sottoposta talvolta a sinuosità occasionate dalle inflessioni del terreno, le quali in certi casi renderebbero nullo l'effetto della moschetteria, e sottoporrebbero la truppa ai fuochi dominanti del nemico. Esse forzano spesso ad assegnare posti particolari ai battaglioni. I generali debbono esercitarsi a determinare a colpo d'occhio queste linee nei luoghi sparsi d'accidenti, e saper scegliere gli ufficiali idonei a tracciarle ed a schierarvi le truppe. Essendo la divisione composta di battaglioni isolati, le evoluzioni si dovrebbero eseguire per divisione e non per reggimento; essendo esse illusorie quando si ristringono agli esercizii di due o tre battaglioni sopra una superfìcie piana ; essendo inoltre nocive, per supporre un'istruzione che non esiste, potendo ogni battaglione ricevere una speciale posizione, anziché dipendere da un allineamento generale. Ma le divisioni non formandosi che all'atto di entrare in campagna, importa moltissimo di preparare loro una disposizione mobile che si pieghi a tutti i movimenti richiesti dal luogo, a tutti i bisogni del servizio. A questo fatto deve pensare lo stato-maggiore generale, formando un quadro analogo al fondamento che gli ajutanti delle due classi e le guide assicurano al battaglione. Un piccolo numero d'ufficiali traccerebbe tutte le linee che determinano le evoluzioni di guerra di una o di più divisioni, od anche dell'esercito. Questo stato-maggiore è l'anima di un esercito, per preparare ed eseguire ogni movimento ; e richiede ufficiali pratici, applicati specialmente ai lavori del terreno, tanti di numero che bastino ai bisogni del servigio straordinario, e diretti da capi molto istruiti.
Queste sono le opinioni del generale Pelet, nemico, come si vede, delle divisioni miste, appoggiando il suo ragionamento all'esperienza di venti anni diguerra. Ma altri scrittori militari sono di contrario parere, e tra questi i generali Lamarque, Mathieu Dumas e Rogniat, ed il colonnello Carrion-Nisas. D colonnello Marbot si accosta all'opinione del generale Pelet ; ma in certi casi pensa che dare si debba ad una divisione di fanteria di 7 od 8 mila uomini 300 cavalli per esplorare semplicemente e senza impegnarsi mai a combattere colla cavalleria nemica ; e questa era pure l'opinione del primo Napoleone, siccome può dedursi da quella parte delle Memorie pubblicate da Montholon, che risponde all'opera di Rogniat, Considérations sur l'art de la guerre.
A noi basti l'avere accennati questi dispareri, i quali potranno per avventura bastare a condurre gli studiosi di cose militari a tentar di risolvere debitamente una sì spinosa quistione.
Divisioni permanenti. — Il sistema delle divisioni permanenti di eserciti è un ripartimento di tutte le truppe di una nazione, sottomesse ad un numero determinato di generali, detti altre volte divisio-narii, componendosi tutte di uno stesso numero di corpi, ed occupando un dato luogo. Questo sistema, sperimentato prima che altrove in Francia, sotto il ministero di Saint-Germain, poscia abbandonato, indi lodato da molti scrittori dopo il ritorno dei Borboni, e poscia ripreso da Napoleone III, finì per essere adottato dalla Russia e dalla Prussia. Questi Governi vi furono condotti dalla persuasione di pesare per tal modo assai più nella bilancia politica dell'Europa, col tenersi sul piede di guerra in tempo di pace. L'instituzione della guardia reale di Francia, dopo il 1818, ne offriva un'immagine, la quale pur si scorgeva nell'Annover e nel Wur-temberg, ecc. Che l'ordinamento di queste divisioni sia da accettarsi o da rifiutarsi, è quistione delicata e difficile a risolversi. I presidii devono essere mobili, o permanenti ? La Francia non ebbe mai in proposito un principio determinato. Le sue divisioni territoriali sono tutt'altra cosa, e furono il risultamento del saggio fatto del sistema delle permanenti; esse sono le grandi frazioni della distribuzione militare del suolo; e mutarono di numero. Esse rispondono alle capitanerie, ai correggimene, ai generalati, ai governi, alle guernigioni, ecc. d'altri tempi e d'altri paesi. Luogotenenti generali le comandano; un certo numero di dipartimenti o Provincie le compongono ; un intendente militare vi sta fisso; alcune suddivisioni ne formano le fra-sioni o i distretti ; sono amministrate da uno stato-maggiore permanente; ufficiali di artiglieria vi stanziano; consigli permanenti e di revisione vi sono instituiti ; un credito vi è aperto dal ministro, pagabile dai ricevitori delle tasse pubbliche, e proporzionato ai bisogni della divisione. Anche in Italia prevalse il sistema delle divisioni rette da luogotenenti generali.
DIVISIONE DEL LAVORO (econ. polit.). — È il mezzo più ingegnoso e più potente che abbia immaginato l'uomo per moltiplicare e perfezionare i prodotti dell'industria, ed uno dei segni più caratteristici della civiltà. Immensi sono i progressi che negli ultimi tempi ha fatti l'industria per questo semplice trovato di dividere e distribuire le molte e svariate operazioni della produzione. È raro ai dì nostrit^iOOQLe
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