Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DOCIMASIA 0 DOCIMASTICAliquido, essi precipiteranno al fondo, mentre continueranno a soprannuotare come prima in caso contrario. Inoltre dicono gli autori, che i polmoni di un feto che abbia respirato crepitano ove s'incidano, il che non si osserva nei polmoni putrefatti ; finalmente il colore rosso dei polmoni, la dilatazione delle vene, in caso di respirazione, allontaneranno i dubbii che potrebbero rimanere.
      2° 1 polmoni enfisematici soprannuotano, quantunque il feto non abbia respirato. — In primo luogo è raro che l'enfisema possa rendere tutte le parti dei polmoni specificamente più leggere dell'acqua; in secondo luogo lo stesso esperimento suggerito in caso di putrefazione varrà a far conoscere la differenza.
      3° Soffiando artificialmente nei polmoni di un feto morto nel nascere, questi soprannuoteranno. — Tale obbiezione non si può risolvere che in parte, e l'attento esame dei polmoni, il loro colore più rosso in caso di respirazione, lo stato dei vasi, il loro maggior peso assoluto, la maggior quantità di sangue che ne esce qualora si spremano nell'acqua, sono i soli mezzi per fissare presuntivamente la nostra opinione in tali casi.
      4° Il neonato può aver respirato senzachè i suoi polmoni soprannuotino. — Questo può accadere in varie circostanze, come nei feti espulsi prima del tempo ; ma se il feto conterà sette mesi dalla concezione, una porzione almeno dei polmoni soprannuo-terà; in caso diverso la stessa conformazione del bambino ci avvertirà ch'esso era immaturo. Alcune volte vi può essere epatizzazione, infiammazione, o congestione grave dei polmoni, che li impediscono di soprannuotare, quantunque il feto abbia respirato ; ma la presenza di queste lesioni renderà ragione del fatto e spiegherà ad un tempo la causa della morte.
      Le altre specie di docimasia sono quella di Daniel e quella di Ploucquet. La prima consiste nel determinare il volume del polmone dei feti che non hanno respirato, comparativamente a quello dei bambini che respirarono. Siccome, dic'egli, il polmone che ha respirato dev'essere di un volume maggiore, così sposterà un volume più grande d'acqua. A questo fine s'immergeranno i polmoni staccati dal cuore nell'acqua, e dalla salita dell'acqua nel vaso si conoscerà se appartengano ad un feto che abbia respirato o no. Ove i polmoni soprannuotino, s'introdurranno prima in un canestro di filo d'argento, di cui si determinerà il volume, poscia si procederà alla operazione. Finalmente egli propone di misurare con un filo la circonferenza del torace, la quale sarà comparativamente maggiore nei feti che avranno respirato. Ma ove si rifletta alle irregolarità che può presentare il tronco, non che al maggiore o minore sviluppo dell'organo polmonare secondo i varii individui, si scorgerà la poca utilità che presenterebbe il metodo di Daniel ; quand'anche molti sperimenti comparativi fossero stati fatti circa questo metodo, la qual cosa non è. La docimasia di Ploucquet consiste nel pesare il corpo del bambino e paragonarne il peso con quello dei polmoni. Secondo quest'autore, il peso dei polmoni di un bambino che non abbia respirato sarebbe come 1 a 70 ; e quello degli stessi visceri in uno che abbia respirato, come 2 a 70.
      Ploucquet però si fondava, per fissare tali cifre, sopra un numero troppo ristretto di esperienze, e moltiplicati tentativi istituiti da Jàger, Schmitt e Chaussier provano non solamente che i rapporti di peso fra i polmoni ed il corpo umano non sono costanti, ma che il rapporto di 1 a 70, od anche di pib, si può trovare in feti che hanno respirato, e quello di 2 a 70 in molti altri che non hanno respirato. Tuttavia dalle tavole di Chauss:er e di Schmitt, citate nel gran Dizionario delle scienze mediche e nella Medicina legale ài Orfila, risulta potersi stabilire in generale, che il cadavere di un feto, che non abbia respirato, non pesa quasi mai settanta volte di più dei suoi polmoni, e quello di un feto che abbia respirato pesa quasi sempre circa trentaeinque volte di p ù di essi. Perciò la docimasia di Ploucquet non dev'essere affatto rigettata, quantunque sia imperfetta, e presenterà maggiori vantaggi quando si abbiano risultati di sperimenti istituiti sopra bambini sani e ben formati, che contino un ugual tempo dalla concezione ed abbiano respirato uno spazio di tempo approssimativamente uguale ; il che tentò di fare Devergie, facendo una scelta dei casi riferiti da Chaussier. Ciò nonostante, non si dovrà mai formare un giudizio, se non appoggiandolo tanto alla docimasia idrostatica, quanto a quella di Ploucquet, e dovrassi in esso tener conto di tutte le circostanze. Questo giudizio però non potrà mai essere che approssimativo, perchè, mettendo a parte le obbiezioni che si possono fare tanto all'una quanto all'altra specie di docimasia, un feto può aver respirato senza aver vissuto fuori dell'utero, siccome accadde qualche volta, allorché lo scolo delle acque precedette di molto il parto e fuvvi introduzione di aria nell'utero, il che viene dimostrato da numerosi fatti riferiti da Zitterland, Jobert, Kennedy, Osiander, Mi-chàelis, Lados ed altri, nei quali casi il feto mandò grida nel ventre materno, quindi venne estmtto morto. Inoltre quando il feto sia idrocefalico o affetto da qualche vizio per cui non sia vitale, può aver respirato ed esser morto appena nato. Finalmente se un bambino nasce avviluppato nelle sue membrane, se egli viene sommerso nell'acqua appena nato, se nasce asfittico, se la lingua è attaccata al palato, ecc., e non venga soccorso dalla madre o da chi l'ass ste, egli avrà vissuto senza aver respirato, e si potrà far luogo all'accusa d'infanticidio. Da quanto sopra risulta che, se in molti casi la docimasia idrostatica non presenta alcun vantaggio, in altri basterà a stabilire che il feto non ha resp rato, ma che non si vuol prendere isolatamente, e che le conseguenze debbonsi trarre dal complesso dei varii tentativi riuniti.
      DOCIMASIA o DOCIMASTICA {chim.) (dal greco W fAa&o, io sperimento). — È una speciale applicazione della chimica, che ha per oggetto di determinare le proporzioni degli elementi che costituiscono una miniera od uua lega metallica. La docimastica insegna le regole da seguirsi nella riduzione dei metalli, operando sopra piccole quantità di materia, senza badare all'economia dei metodi. La metallurgia si occupa del trattamento in grande ed economico delle miniere ; quindi la docimastica è una parte essenzialissima della metallurgia ; e sebbene queste due discipline differiscano nei mezzi, tuttaviaLjÓOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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