Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      20 ettari, su quattro quinti de' quali si stendono i varii bacini d'acqua, come si può vedere nella Tavola CCLII. Ma i magazzini di questi docks non sono costrutti in modo da poter essere riguardati come luogo di speciale sicurezza nei termini voluti dalla legge, e però molte mercanzie non vi possono essere legalmente lasciate in deposito.
      Il sempre crescente commercio e la circostanza che durante la guerra, negli ultimi anui dello scorso secolo, molte navi giungevano ad un tempo dalle Indie occidentali, navigando a convogli per mutua protezione, avendo fatto viemaggiormente sentire la mancanza di docks, si pensò seriamente nel 1793 a costruirne per le navi destinate al commercio con quelle parti, ma si fu soltauto nel 1799 che se ne ottenne facoltà dal Parlamento. Questi sono detti dock8 delle Indie occidentali e si stendono a traverso una penisola formata da una gran sinuosità del Tamigi, detta lsle of Dogs (Isola dei Cani), Tavola CCLIII. La loro costruzione, cominciata in febbrajo 1800, fu proseguita con tanta attività, che due anni e mezzo dopo le opere erano giunte al punto da poter permettere che vi si scaricassero le navi. Questi docks avevano in origine due soli bacini rettangolari, l'uno per lo scaricamento, l'altro per il caricamento delle navi; il primo, ossia il dock delle importazioni, situato a tramontana dell'altro, ha 795 metri di lunghezza, 152 di larghezza (cioè 12 ettari, 084), e quasi 9 di profondità; l'altro bacino, detto dock delle esportazioni, ha le medesime dimensioni, tranne la larghezza che è di 123 metri (9 ettari, 778), di modo che la loro area unita è eguale a 21 ett., 862. Le sponde di entrambi sono rivestite di muro laterizio dello spessore di metri 1,52. Il primo è fiancheggiato da una lunga serie di magazzini le cui finestre servono ad uso di porte per l'introduzione e l'uscita dei carichi che s'inalzano e si calano per mezzo di una grue di ferro. Le canove sotterranee destinate al deposito de' generi infiammabili, ad evitare il pericolo degl'incendii, sono illuminate da specchi metallici inclinati che vi riflettono obliquamente la luce del giorno. Le botti di vini e di liquori vi si fanno discendere lungo piani inclinati sopra carretti che scorrono in guide di ferro, e nella discesa fanno col proprio peso salire altri carretti vuoti, tanto per risparmio di forza, quanto perchè servano di contrappeso a rallentare la troppa velocità che i pesi acquistano nel discendere. Le dimensioni di questo stabilimento sono tali che vi si videro depositati nello stesso tempo nei magazzini e sotto le tettoje 148,563 casse di zucchero, 433,648 sacca di caffè, 35,158 botti di liquori, 14,021 tronchi di mogano, 21,663,000 chilogrammi di legno da tintura, ecc., ecc.; ed ancora rimaneva molto spazio libero a ricevere nuove merci. A questi docks si aggiunsero poscia due altri bacini, chiamati ora dock meridionale, uno dei quali era in origine un canale scavato parallelamente a mezzodì dei docks delle Indie occidentali, per procurare un più breve passaggio alle navi ed evitare così il lungo giro dell'Isola dei Cani. Ma questo passaggio venendo riconosciuto di poca utilità ed essendo perciò poco usato, la compagnia proprietaria dei vicini docks ne fece acquisto e lo pose in comunicazione coiproprii bacini. Tanto questo quanto i docks preesistenti hanno doppio ingresso sui due tronchi del fiume. I docks detti di Londra, situati a pocadistanza dalla sponda del Tamigi nella parte della città o piuttosto sobborgo a levante della Torre, detto Wapping (Tavola CCLII), furono cominciati nel 1801 ed aperti alle navi nel 1805. Essi consistono in un bacino occidentale di 8 ettari, 08, in un altro orientale di 2 ettari, 82, e in un terzo intermedio di quasi Va ettaro, specialmente destinato al tabacco. Lo spazio rinchiuso dai muri esterni è a un dipresso di 24 ettari e i/t- Le sponde di quest i docks sono rivestite di muro, e tra questo e i magazzini e le tettoje vi è una strada listata di doppie guide di ferro incassate in un solco per non essere di ostacolo ai carri che passano su altre guide attraversanti le prime, ed alla circolazione dei carri comuni. Le ruote dei carretti, per traspo rtare lungo le guide le mercanzie dalle navi ai magazzini e viceversa, hanno un orlo ad una delle estremità della loro superficie cilindrica o circonferenza per impedire il deviamento dalla linea tracciata. Al di là della strada s'inalzano tettoje e magazzini a quattro piani, ne' <^ui sotterranei si fanno discendere i barili di vino e di liquori per mezzo di apposite calate. La spesa di costruzione di questi docks fu enorme, e, a malgrado che siano molto avviati,
      1 proprietarii non ricavano più dell'interesse del
      2 V® per 100 sul loro capitale.
      I docks delle Indie orientali (Tav. CCLIII) sono disposti in modo analogo a quelli delle Indie occidentali, cioè sono formati da due bacini rettangolari, uno per le importazioni, l'altro per le esportazioni, ma hanno un solo ingresso dal fiume. La lunga navigazione dalle Indie orientali a Londra e il piccolo volume delle merci che di là provengono fanno sì che il numero delle navi stanziate in questi docks non sia molto grande ; e però i bacini sono di dimensioni molto minori di quelle dei docks delle Indie occidentali. Infatti l'uno di essi è di soli 7 ett., 27; l'altro è meno ampio della metà. Ma benché la spesa di costruzione di questi docks non ascendesse a molto più dell'ottava parte di quella dei docks di Londra, cioè a soli 12 milioni e di lire nostrali, mentre questi cagionarono una spesa di quasi 100 milioni, la speculazione non è riuscita gran fatto profittevole. Passeremo sotto silenzio i docks detti East country e Surrey, anch'essi indicati nelle accennate tavole, siccome quelli che sono di assai minore importanza, e finiremo per descrivere gli ultimi che si costruirono, conosciuti sotto il nome di docks di Santa Caterina. Cominciarono questi nel 1826, e furono aperti in parte fin dal 1828. Giaciouo sulla sponda del Tamigi fra la Torre e i docks di Londra (Tavola CCLII) ed occupano un'area di 10 ett., 13, dei quali 4 ett., 44 sono destinati ai bacini. Questi sono due, di forma irregolare, ciascuno capace di ricevere bastimenti di 800 ton* nellate, e sono frequentati da navi trafficanti colle Indie orientali e colle due Americhe. I magazzini ne sono assai comodi e fabbricati in guisa che le merci vi s'introducono levandole direttamente dalle navi ; da essi poi si spediscono fuori calandole sui carri nella strada carreggiabile dalla quale lo stabilimento è circondato. L'acqua è mantenuta a co-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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