Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DOGANEm
      pubbliche italiane adottarono in modo meno assoluto il sistema restrittivo di Venezia. In Genova, tranne alcuni diritti di navigazione sulle bandiere estere, i dazii erano puramente fiscali : nel xii secolo eranvi di 3 denari per lira all'uscita e di 9 denari alla entrata.
      La Francia è il paese classico delle restrizioni. Fin dall'origine della monarchia appariscono queste nella legislazione francese ; e sotto i diversi reggimenti ch'ebbe quella nazione tutte le leggi, tutte le cose mutarono, tranne una cosa sola rimasta sem-pr e intatta e sotto i re e sotto le repubbliche e sotto gl'imperatori, cioè la violazione della libertà commerciale. Di quella storia, copiosissima di proibizioni e di vincoli, citeremo solo alcuni dati più importanti.
      Nel 1254 Luigi IX conferisce ai siniscalchi e ba-glivi il diritto di proibire l'esportazione dei grani e dei viveri, in caso di elevazione dei prezzi. Nel 1304 Filippo il Bello vietò l'estrazione dei metalli preziosi, delle armi, del ferro ed altri metalli, dei cavalli, dello cuoja, delle materie testili, degli oggetti proprii alla tintura, ecc. Era tutta volta fatta facoltà ai mercanti, che bramassero venire autorizzati a derogare a queste prescrizioni, d'ottenere a tale effetto lettere patenti, mediante il pagamento di un dritto all'erario. Fino al 1378 i dazii erano stati percepiti soltanto alla frontiera del reame; in quell'anno si stabilirono dogane interne fra provincia e provincia; e come ne fosse cessato il commercio, è agevole troppo il comprenderlo. Sotto Francesco I si cominciò a stabilire dazii sull'importazione; e sotto Enrico III, nel 1580, venne pubblicata per la prima volta una generale tariffa, riformata poscia in senso più ristrettivo nel 1629.
      Fu quello il secolo in cui il despotismo trionfò in Europa sotto tutte le forme ; e il commercio e l'economia politica dovettero subirne l'influsso al pari di tutte le altre parti della pubblica amministrazione. La Spagna (specialmente sotto il funesto regime di Carlo V) creò una folla di monopolii e di privilegi, e una tirannica legislazione doganale, destinata principalmente a proteggere i suoi possessi trasmarini. Il moderno sistema coloniale venne adottato da quasi tutte le nazioni, e complicò viepiù le già tanto intralciate vessatorie leggi doganali (V. Colonie).— Oliviero Cromwell e poscia gli ultimi Stuardi applicarono all'Inghilterra le massime della più gelosa restrizione (V. Atto di navigazione).—Colbert, in Francia, raccolse, modificò, coordinò tutti i principii e tutti i regolamenti della politica commerciale emanati dai suoi predecessori e dai suoi rivali, e si rendette il vero legislatore del protezionismo (V. Protezionismo). Le ordinanze del 1664 e del 1667 formarono il Codice del sistema mercantile, mediante il quale venivano completamente abbandonati i principii che avevano presieduto alla primitfva fondazione della dogana francese. All'origine, infatti, erano, come abbiam veduto, le derrate e le materie prime ch'erano tassate o proibite all'uscita; da quel giorno i dazii dovevano gravitare specialmente sulle importazioni e sulle merci fabbricate, nell' intento di proteggere i manifatturieri nazionali contro la concorrenza degli stranieri. — Molti rami della gabella francese erano stati conceduti in appalto, egli appaltatori esercitavano con impudente abuso la loro autorità. Colbert vi pose alquanto d'ordine, senza però riuscire a togliere interamente quella piaga. Inoltre una folla di dazii e di dogane locali e provinciali esistevano, le quali non furono abolite se non dall'Assemblea costituente col decreto 5 novembre 1790, che promulgò una tariffa uniforme. Ma quella nazione che allora intraprendeva una formidabile rivoluzione per conquistare la libertà, per ciò che concerne la dogana manteneva, anzi aggravava il sistema colbertistico. La legge del 6-22 agosto 1791 e, più esplicitamente, il preambolo esplicativo di essa legge, dichiaravano che la tariffa era redatta colla mira di proteggere le fàbbriche nazionali. Le materie prime e le derrate alimentari erano libere all'entrata, gli articoli manufatti erano gradatamente tassati in ragione del maggiore o minore bisogno che supponevasi averne la massa dei consumatori, e i dazii più alti colpivano gli oggetti di lusso. Eppure quella legge, così restrittiva, sarebbe ancora giudicata molto liberale e progressiva al giorno d'oggi, al paragone delle nuove pastoje che i governanti posteriori della Francia hanno saputo inventare.
      Un decreto della Convenzione del 1° marzo 1793 proibisce assolutamente l'entrata di un gran numero di tessuti, di varii lavori di metalli e della majolica inglese ; la legge del 1° brumale, anno V, aggrava ed estende ancorai principii d'esclusione; la legge dell'anno VII aggiunge la decima di guerra a tutti i dazii stabiliti; la tariffa del 1806, e infine il blocco continentale portano all'apogeo il sistema dell'inge-rimento governativo e dell'usurpazione.
      Sotto l'impero napoleonico la tariffa doganale era divenuta un'arma di guerra; alla caduta di quel regime di ferro, doveano naturalmente modificarsi quei dazii che pesavano sulle derrate coloniali in una proporzione esorbitante a confronto del loro valore (per lo zucchero, ad esempio, il dazio era portato a 300 lire per ogni 100 chilogrammi! ). Ciò fu fatto nella tariffa del 1814, che ridusse un gran numero di diritti, specialmente sull'entrata delle materie prime. 11 sistema della Ristorazione, in materia doganale, era di creare una forte protezione in favore dei possessori di latifondi, più ancora che in favore delle manifatture, sebbene neppur queste fossero dimenticate in quel regime di privilegio. Questo sistema venne attuato nella tariffa del 1822. Da quell'epoca in poi una vasta cospirazione si è ordita in Francia fra i grandi possidenti fondiarii, i proprietarii di miniere e i manifattori, la quale oppose ognora inespugnabile resistenza a tutte le proposte di riforma, benché lenta e progressiva, fatte dagli economisti, i quali con nobile e coraggiosa perseveranza non si stancano di rinnovarle. Nelle Camere costituzionali, sotto il Governo orlea-nese ; nelle assemblee repubblicane, dopo la rivoluzione del 1848; nei consigli imperiali, dopo il 2 dicembre, dovunque e sempre vive e trionfa lo spirito di monopolio e di restrizione. Gl'interessi dei consumatori furono e sono sacrificati a quelli di pochi privilegiati individui. Sotto il secondo impero si ebbe un periodo di adesione ai principii del libero scambio: e la Francia salì ad inaudita prosperità, che le permise di sopportare le terribili peripezie delt^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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