Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DOLLART — DOLMAN, DOLIMAN 0 DOLAMANnome di una città di Boemia (Joachims-Thal), in cui nel 1518 il conte di Schlick fece coniare moneto d'argento del peso di un'oncia. Queste monete non erano le pi-ime di tale specie; ma siccome se ne coniò una gran quantità e di giusto valore, esse furono presto conosciute sotto il nome di Joachims-thaler, aggettivo formato dalla denominazione della città, e sotto quello di Schlicken-thaler, tratto dall'appellazione del conte. La celebrità che queste monete acquistarono fece che si coniarono thaler iti altri paesi, ma di valori diversi, e che portati nell'America settentrionale dagli emigranti, dessero colà origine al dollar, il quale tiene agli Stati Uniti quel luogo che tiene la parola scudo tra noi.
DOLLART (geogr.). — Golfo del Mare Germanico, alle foci del fiume Ems, tra l'Annover e l'Olanda. È stato formato da varie inondazioni del mare, la prima delle quali avvenne sullo scorcio del sec. xiii, e l'ultima nel xvi. In quelle alluvioni parecchi villaggi furono sommersi e migliaja di persone vi perdettero la vita.
DOLLINA {geogr.). — Comune nel littorale veneto-istriano, provincia d'Istria, distretto di Capodistria, con 1920 abitanti.
DOLLFUS Augusto (biogr.). — Geografo e viaggiatore, nato all'Havre il 31 marzo 1840; ivi morto il 3 luglio 1869. Viaggiò fanciullo col padre suo, ricco armatore, quasi tutti i paesi d'Europa e l'Oriente, studiò geologia nella Scuola delle miniere in Parigi, pubblicò varie dissertazioni paleontologiche sopra alcuni tratti della Normandia (Bulletin de la Soc. geol. de France, dicembre 1861, e febbrajo 62 e 63), e principalmente un'opera di maggior mole sulle petrificazioni del capo La Hève (Protogea gallica, la faune Kimméridienne du cap La Hève, Parigi 1863), e fu nominato nel 1864 membro della spedizione scientifica francese al Messico. Vi s'imbarcò il 20 ottobre dello stesso anno, si diresse da Vera Cruz alla capitale, salì, il 23 aprile, sulle vette del Popo-catepetl, fece parecchie altre escursioni, ma recossi da Mauzanillo per Panama alla baja di Fonseca, donde peregrinò otto intieri mesi, in diverse direzioni, per San Salvatore e Guatemala. Gli fu costante compagno in questi suoi viaggi nel Messico e nell'America centrale E. di Monserrat, e compilarono entrambi insieme le relazioni sui pregevolissimi loro lavori geologici, isometrici e topografici (Ar-chives de la Commission scientifique du Mexique, voi. 2 e 3; Voyage géologique dans les républiques de Guatemala et de Salvador, Parigi 1868). Reduce in Francia per gli Stati Uniti al principio del 1867, mori, dopo lunga malattia, nel fior degli anni.
DOLLIN0ER Ignazio (biogr.). — Celebre fisiologo, nato il 24 maggio 1770 a Bamberg, ove suo padre era medico del principe vescovo e professore di medicina, studiò successivamente medicina a Bamberg, a Wurzburgo, a Vienna e Pavia, e addottoratosi nella prima di queste città nel 1794, ebbe tosto una cattedra di fisiologia. Dopo la soppressione della Università di Bamberg fu nominato, nel 1803, professore di fisiologia a Wurzburgo, membro dell'Accademia bavarese e professore di medicina nel 1823, e finalmente professore, nel 1826, d'anatomia alla Università di Monaco, ove mori il 14 gennajo 1841. Delle sue opere meritano speciale menzione le se-
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guenti : Grundriss der Naturlehre des menschlichen Organismus (Bamberg 1815); Grand suge der Phi-siologie (Regensb. 1835, dei quali non fu però pubblicato che il primo volume. De' suoi scritti minori citeremo: Beitrage sur Entwickelungs-gesehichte des menschlichen Gehirns (Francoforte 1814) ; Ueber den Werth und die Bedeutung der vergleichenden Anatomie (Wurzburgo 1814).
D0LL0ND Giovanni (biogr.). — Celebre ottico, nato in Londra nel 1706 da parenti francesi, ivi rifuggiti dopo la revoca dell'editto di Nantes. Perduto il padre, tessitore di seta, mentre era ancora in tenera età, fu costretto ad apprenderne il mestiere, onde ricevette quasi niuna educazione, alla quale nondimeno supplirono le naturali sue disposizioni. Vide 1111 quadrante solare, e ne rimase incantato in guisa che si accinse a costruirne senz'avere alcun principio dell'arte. Ma avendo poi trovato un trattato di gnomonica, sentì il bisogno dei soccorsi della scienza, onde si diede a studiare ardentemente la geometria, l'algebra, l'ottica, l'astronomia, e continuò con egual ardore anche dopo ammogliato, impiegando le ore destinate al riposo per arricchirsi di cognizioni.
L'amore di questi studii lo indusse ad abbandonare la sua professione per darsi intieramente a costruire strumenti fisici e matematici, e in breve acquistò molta fama come costruttore e come tìsico, per la scoperta di alcune proprietà dei corpi refrangenti , le quali poi lo condussero alla formazione de' cannocchiali acromatici. Entrò pure allora in una discussione con Eulero, della quale si è parlato sotto Acroraaticismo (V.).
Dollond provò tutti i dispiaceri che sono inseparabili dalle grandi celebrità, essendogli perfino contrastata l'anteriorità della sua ingegnosissima scoperta. Ma finalmente la Società Reale di Londra riconobbe l'importanza e la realtà dell'invenzione di questo dotto artista, e nel 1761 lo ascrisse al numero de' suoi socii. Non godè per molto tempo di un guiderdone così ben meritato, perchè il di 30 di settembre dell'anno stesso morì d'apoplessia. Scrisse diverse memorie inserite nelle Transazioni filosofiche negli anni 1753-54-58, il cui catalogo si può leggere nel Dizionario delle scieixze matematiche del Monferrier all'articolo Dollond.
Pietro, suo figlio, seguì gloriosamente le di lui pedate, e fece molti miglioramenti negli strumenti astronomici; ma rimase molto inferiore al padre come fisico, ed anche al fratello Giovanni come meccanico. Alla morte di quest'ultimo un nipote gli succedette nella professione, e ne prese il nome, che ancora mantiensi in grandissima riputazione.
DOLMAN, DOLIMAN o DOLAMAN (cosf.). — Nome di una parte dell'abbigliamento de' giannizzeri, che discendeva sino ai piedi, e fermavasi sul petto con piccoli bottoni di seta attaccati con cappietti invece d'occhielli. La forma del dolman variava in ragione delle stagioni. Quello dei Persiani fu sempre più lungo e più largo di quello dei Turchi. I Marnaiucchi, i Tartari e i Mori lo portarono e lo portano ancora più corto. Il dolman fu quello che somministrò all'Europa la prima idea dell'uniforme degli ussari, il cui costume, evidentemente orientale, benché stranamente variato dal primitivo, fu portato inVII. 57
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