Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DOLMENFrancia dagli Ungheresi che vi passarono al servizio di Luigi XIV.
Il dolman degli ussari è una veste le cui maniche restano pendenti, ed è soltanto rattenuta sulle spalle da un cordone.
In Turchia il dolman di un giannizzero soleva essere ornato di altrettante stelle quante erano le teste di nemici che l'uomo aveva fatto cadere.
DOLMEN (archeol.). — Voce gaelica, significante tavola di pietra, con la quale s'indicano certi antichi monumenti formati di una pietra piatta appoggiata su due altre pietre verticali ; sono cinti spesso di altre pietre formanti ciò che si chiama un Cromlech. Essendosi originariamente trovati in Bretagna (Ar-morica), si credettero dapprima di origine puramente gaelica. Ma essendosene incontrati altrove, e persino in Africa, si dubita ch'essi appartengano a razze più antiche delle celtiche.
Uno di tali monumenti fu scoperto, nel 1856, presso Kerasquer; un altro presso Pont-sur-Yonne nel 1858 ; un terzo a Neuvillette, nel Vermandois, nel 1863 ; sotto quest'ultimo, composto di tre pezzi di grès enormi, trovaronsi, ammucchiate alla rinfusa, molte ossa* umane, ma non vi si trovò alcuna ascia di selce, nè alcun altro stromento. Lo stesso anno fu scoperto un dolmen nella provincia di C'o-stantina, in Algeria, ove Leone Renier avevane già rinvenuti altri. La loro data è incerta, e spesso sotto ai medesimi si trovarono arnesi e anticaglie romane.
Nel 1864 fu . scoperto un dolmen presso Jarnac, nel luogo detto delle Grandes-Maisons, privo dei suoi sostegni. L'anno stesso se ne trovarono due nel territorio di Saint-Jean d'Alcapics, sull'altipiano inferiore del Larzac. Il primo aveva i suoi due sostegni verticali pertettamente orientati ; le ossa racchiusevi appartenevano ad un solo individuo, il quale, stando alla disposizione delle ossa medesime, pareva essere stato sepolto seduto : questo dolmen racchiudeva inoltre un'ascia silicea che si avvicinava alla forma di un bisegolo, i cui taglienti opposti 6ono perpendicolari l'uno all'altro. Il secondo dolmen, di dimensione più considerevole, è posto ad un chilometro all'ovest del primo, anch'esso perfettamente orientato ed in una posizione dominante, ma assai men bene conservato, e conteneva parecchio umane reliquie, senz'alcun'ascia nè amuleto.
Nell'anno precitato si scoprì ancora la pietra principale di un dolmen nella Bretagna, in una landa dipendente dal podere di Rò. La pietra, di piccola dimensione, era notevole per i rozzi saggi di scultura che ne ricoprivano le facce. Vi si vedeva quella bizzarra figura di cui i dotti non poterono mai definire la vera origine. La parte superiore della pietra che ricopriva il monumento portava ancora l'impronta degli anelli destinati a ritenere le vittime, e il canaletto che ne conduceva il sangue nei vasi sacri. I pilastri che sopportavano la parte superiore dell'edifizio erano parimente coperti di sculture di cui è difficile specificar la natura, rassomiglianti ora ad un immenso serpente che si avvolge sopra se stesso, ora a cunei rientranti gli uni negli altri. Non si saprebbe dire se tali bizzarri disegni sieno l'opera capricciosa della natura, od i risultati del lavoro dell'uomo. Gli scavi fatti appiè
del dolmen condussero alla scoperta di due medaglio d'oro, portanti da un lato l'effigie di un guerriero coll'elmo in capo, e dall'altro queste parole nell'e-sergo: app. — cbau. — cal., di alcuni vas' laciima-torii e di alcuni ferri di framee e di giavellotti rosi interamente dalla ruggine.
Nel 1867 si scoprì un dolmen presso il molino della Folie, territorio di Volnay, gigantesco monolito di cinque metri di altezza, di tre di larghezza, posto su quattro pietre rizzate. Esso formava una cavità, sotto il cui suolo trovossi un coltello di osso, una squadra, delle ossa ed un braccialetto.
Nel suo viaggio in Palestina, nel 1863 e 1864, il De Saulcy, discendendo dal Gebel Neba a Sueimeh, trovò il posto di una ventina di dolmen affatto analoghi a quelli della Bretagna; tra Bent Gebel e Sur, a diritta delle rovine di Chalabun, ne incontrò ancora due magnifici, uno dei quali circondato da un cerchio di pietre o veri cromlechs.
Nella sua esplorazione delle vicinanze del Mar Morto, nel 1864, il duca di Luynes, dopo passato il Giordano, trovò, al luogo detto Ala-Safat, dolmen e grotte sepolcrali in cui erano cranii umani ed ossami di varie sorta. Le camere di quei dolmen si compongono per la maggior parte di quattro grandi pietre piatte e rozze, tre delle quali poste verticalmente formano le pareti, e la quarta, posta di sopra in posizione orizzontale, serve di coperchio. Alcuni hanno una quinta pietra che fa uffizio di porta, con un foro che ha le stesse dimensioni e la stessa forma delle entrate delle grotte. Più al sud, presso Ain-Mussa, a metà della montagna, sul versante che guarda la pianura del Giordano, si trovano altri due dolmen, rovinati così che non è possibile ristabilirne il carattere ; ma più lungi ancora, a metà strada fra Ain-Mussa e l'Uady Zerka, su di una piccola spianata, drizzasi una pietra, e su di una prossima collina appajono molte tombe dolmen simili per adattamento e dimensioni a quelle di Ala-Safat: la collina chiamasi Manfumieh. Codesti monumenti della sponda orientale del Mar Morto furono costrutti con pietre trovate sui luogo,
0 con pietre condotte da lungi? E che devesi pensare della razza che inalzò tanto pesanti moli? donde veniva? è forse la stessa che lasciò nell'ovest della Francia tanti monumenti analoghi? « Studiata da qualche tempo con ardore, dice l'Huillard-Bréholles, la questione rimane ancora insoluta. Due soli fatti se ne desunsero, e pajono dover rimaneie acquisiti alla scienza: 1° i dolmen, su qualunque punto del nostro continente s'incontrino, non sono altari, ma tombe; 2° non sono costruzioni particolari alla razza celtica, giacche trovans* in paesi ove detta razza mai non si stabilì; e dove essa dominò esclusivamente, in Galazia, per esempio, non avvi traccia di dolmen. Bisogna dunque che la razza ignota, che sotterrava i suoi morti sotto
1 dolmen e più spesso in attitudine piegata, sia giunta in Occidente prima dei Celti, ed abbia attribuito ai monumenti di tal genere una destinazione estranea alle idee religiose che più tardi gli attribuirono i popoli semitici e indo-germanici. Siccome, d'altra parte, l'uso costante dei popoli cananei e» a di scavare nel fianco stesso delle rocce le loro grotte sepolcrali, bisogna forse risalire ancora più vicino
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