Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DOLO - DOLòMlEtJ (DIODATO GUIDO SILVANO TANCREDI GRATET DI) 89*
alla culla comune delle razze umane, verso il Caucaso ed il Mar Caspio, per rinvenire il punto di partenza delle razzé nomad i a cui pare abbia appartenuto particolarmente l'uso dei dolmen sepolorali.
Lrarcheologo danese Worsaae credette ricono-Scere che i pretesi altari druidici della Bretagna, del Poitou e della Turrena erano simili alle tombe primitive della Danimarca per la struttura del sepolcro, pel modo d'inumazione e per gli stromenti di pietra che racchiudono. I dolmen, i lichavens e le grotte delle fate sarebbero adunque, secondo lui, camere sepolcrali. Tuttavia, secondo E. Robert, i Veri dolmen erano altari per eccellenza, e perciò rarissimi, sui quali compievansi soltanto i cruenti riti druidici ; essi dovevano esseri nascosti nelle selve, Sotto alberi simbolici (la quercia), rappresentanti la forza protettrice. Può darsi che, dopo i éacrifizii, le vittime fossero nascoste sotto la gran tavola su cui erano state scannate. Al museo gallo-rómano di Saint-Germain-en-Laye furono poste in fàccia alle vetrine che racchiudono gran numero d'oggetti, le riproduzioni al ventesimo dei principali dolmen della stessa epoca sotto i quali la maggior parte di quegli avanzi furono scoperti. Il gran tumulo dolmen di Gravinis occupa da sè solo, benché ridotto, un'intiera sala. Non si decifrarono ancora i misteriosi caratteri incisi sul granito delle sue pareti interne, que' geroglifici i cui strani intrecciamenti ricordano le sculture primitive dell'India, o l'arte più rozza dei decoratori dei manitù in America.
DOLO (giuri8pr.). — Ogni mezzo adoperato per ingannare e frodare. Se è principale o determinante, porta la nullità del contratto con esso ottenuto ; se è accidentale od accessorio, non induce che la rifusione dei danni e delle spese.
DOLO (geogr.). — Comune veneto, capoluogo di circondario sulla Brenta, con 6196 abitanti.
DOLOMEDE (eool.). — Genere di aracnidi polmo-nati, che vivono in riva alle acque.
DOLOMIA (miner. e geol.). — Questa sostanza, che dicesi anche dolomite, calcare lento, calce carbonata magnesi fera (di Hatiy), dolomispathum (di Necker), merita una particolare attenzione perla sua importanza nelle grandi masse minerali del globo, e per le teorie varie onde spiegare la sua formazione. La dolomia considerata mineralogicamente è un carbonato doppio di calce e di magnesia nella proporzione di un atomo di carbonato di calce e di un atomo di carbonato di magnesia; ossia in peso di 54 del primo e 46 del secondo.
Fin dal 1779 un naturalista italiano, il veronese Arduino, aveva emesso l'opinione che le dolomie o i marmi magnesiaci degli Appennini non fossero altro che calcari secondarii penetrati di magnesia per l'azione di una forea ignea sotterranea; De Buch adottò quest'idea, e la convalidò con fatti numerosi, e particolarmente colle sue belle osservazioni sui dintorni di Lugano. Ivi, siccome nella celebre valle di Fassa nel Tirolo, il porfido pirossenico ha perforato il suolo in un'epoca più recente che il terreno terziario, i porfidi rossi, i graniti Segnalano epoche di eruzione anteriore. Esaminando la posizione relativa e la natura dei calcari secondarii di Lugano rispetto alle masse ignee, De Buch ha osservato che gli strati calcari si rilevano da ogni parte verso
! il centro di eruzione da cui sorgono i porfidi piros-senioi ; che questi strati, prima compatti, omogenei ; ed anneriti dal fumo, si presentano successivamente, ! verso al vertice della montagna, attraversati da . vene sottili, le cui pareti sono rivestite di dolomie; ; più in alto la roccia si mostra sparsa di fessure, e ' la stratificazione cessa di essere distinta; e finalmente giungendo al vertice gli strati cessano di essere calcari, e diventano una massa uniforme di dolomia ; la trasformazione graduata del calcare in dolomia vi è adunque evidente.
La dolomia si estende sopra una gran parte delle ' alte Alpi del Tirolo e del loro prolungamento verso i l'Austria ; le montagne costituite da questa roccia sono notevoli per la loro bianchezza nivea, per la ; loro sterilità e per le forme aspre e scoscese dei , loro vertici; può vedersene un saggio nei monti vicini a Baldissero, nella provincia d'Ivrea in Piemonte. Nella celebre valle di Gosau, le cime acute e dirupate che si mostrano sull'ultimo piano e chiu-, dono la valle al mezzodì sono in parte dolomitiche. Tali montagne imitano talvolta i coni vulcanici; come i monti Bakony nell'angolo che il Danubio i forma presso Buda.
Il fenomeno della modificazione del calcare in , dolomia, ossia la dolomitieeaeione, è analogo a quello della trasformazione del terreno di lias in schisti di apparenza di transizione sotto il rapporto del passaggio quasi insensibile.
DOLOMIEU (Diodato Guido Silvano Tancredi GRATET di) (biogr.). — Illustre geologo francese, nato a Dolomieu, dipartimento dell'Isére, nel 1750. Entrò giovanissimo nell'Ordine dei cavalieri di Malta; ma avendo ucciso un suo compagno in duello, fu sentenziato a morte, condanna che gli fu, per ragione d'età, commutata in alcuni mesi di prigionia, scontati i quali tornò in Francia, dove diedesi agli studii della storia naturale. Egli è probabile che lo incoraggiasse a questi studii il celebre ed infelice La-rochefoucauld, col quale aveva fatto conoscenza trovandosi a Metz in un reggimento di carabinieri. Poco appresso fu fatto membro corrispondente dell'Accademia delle scienze e lasciò la professione militare.
Di ventisei anni passò in Portogallo, poscia in Ispagna, e nel 1780-81, visitata la Sicilia e le isole Eolie, il suo primo lavoro fu un esame dei dintorni e degli strati dell'Etna. Vide quindi il. Vesuvio, percorse gli Appennini, le Alpi e i Pirenei, accorse in Calabria dopo il memorabile terremoto avvenutovi, e nel 1783 pubblicò una relazione di una sua visita alle isole Lipari. Tornato in Francia al principio della rivoluzione, si mostrò ben tosto di parto repubblicana; ma si fu soltanto nel terzo anno della repubblica che venne impiegato nella Scuola dellet miniere allora stabilita. Fu pure uno dei primi membri dell'Istituto Nazionale, fondato in quel torno. Indefesso nei suoi studii geologici e minerale gici, pubblicò in meno di tre anni ventisette memorie originali, che furono per la maggior parte inserite nel Journal de physique.
Accompagnò poi Buonaparte in Egitto, dove visitò Alessandria, il Delta, il Cairo, le Piramidi e parte delle montagne che fiancheggiano la valle del Nilo. Era suo intendimento di esplorare eziandiot^iOOQLe
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