Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (373/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      902
      DOMANDA — DOMBASLE CRISTOFORO GIUSEPPE ALESSANDROChe più ? Esso provoca talvolta delirio e convulsioni, e può anche recare la morte in modo improvviso e repentino, senza che bene spesso l'anatomia patologica ci possa rivelare una lesione che valga a rendercene ragione. Finalmente la persona per lungo tempo travagliata da dolori fisici violenti finisce per soffrire una specie di degradazione tanto nel morale quanto nel fisico, che la rende affatto dissimile da se stessa. Per questi motivi i chirurgi cercano il più che possono di abbreviare il tempo di un'operazione, o di renderla meno dolorosa che sia possibile, e Scarpa non si accingeva mai ad alcuna operazione importante senza amministrare prima forti dosi di oppio all'infermo.
      Non si può tuttavia negare al dolore la sua utilità. Imperocché esso ci ammonisce in primo luogtì della presenza di molte potenze nocive perchè possiamo evitarle. Nelle malattie esso serve ad indicarne la sede e bene spesso anche la natura. La sensazione dolorosa che si eccita esternamente per mezzo dei vescicanti, dei senapismi, delle coppette scarificate, della moxa, del cauterio attuale, dell'agopuntura e simili, serve ben sovente di ottimo rivulsivo nelle malattie interne, in quanto che per essa si sottrae a queste uno degli elementi dell'infiammazione, ossia l'elemento nervoso. Il dolore serve inoltre a destare l'infermo dallo stato di paralisi, di stupore, di letargo ed anche da quella specie di languore che conduce molte infermità ad un cattivo esito. Il dolore fisico fu talvolta vantaggioso a distrarre l'infermo che stava per soccombere ad affezioni morali insuperabili e contro le quali ogni ragionamento riusciva affatto inutile ; come pure a guarire da accessi di epilessia, dalla melanconia e dalla noja della vita.
      Il trattamento del dolore deve essere diverso secondo che si dirige alla causa che lo produce, oppure si cerca di attutire la sensibilità della parte dolente. Ove la causa del dolore dipenda dalla presenza di qualche agente che si possa allontanare, la massima difficoltà consiste nel saperla scoprire, e questo si procurerà di fare mediante un esame accurato ed attento per parte del curante. In tali casi il medico deve procedere colla massima circospezione per non rimaner vittima di qualche maligno artifizio e dell'altrui simulazione. Quando la causa del dolore sia in una condizione morbosa dell'organo dolente, dovrassi in primo luogo notare se la malattia sia per se stessa sanabile od insanabile. Nell'ultimo caso altro non resta a fare che di calmare il dolore e di ricorrere a questo fine ai così detti sedanti o torpenti, fra i quali tiene il primo posto l'oppio colle sue varie preparazioni. Ove poi la malattia sia guaribile, non si dovrà ricorrere ai torpenti ed agli oppiati se non nel caso di necessità, cioè quando l'acutezza del dolore è tale da non potersi sopportare, e nello stesso tempo dovrassi cercare di combattere coi mezzi più efficaci l'affezione principale che vi diede origine. Riguardo poi alla cura particolare che esigono i varii dolori, quali sono i reumatici, nervosi, gottosi, sifilitici, ecc., veggansi Cefalalgia, Colica, Gastralgia, Gotta, Nevralgia , Odontalgia, Reumatismo, Sciatica, Sifilide , ecc. DOMANDA (giurispr.). V. Istanza.
      DOMANDA od OFFERTA (econ.). V. Pretto e Valore.
      D0MAN1C0 (geogr.). — Comune nella provincia e nel circondario di Cosenza, con 1209 abitanti.
      D0MAS0 (geogr.). — Comune nella provincia e nel circondario di Como, con 1222 abitanti.
      DOMAT o DAUMAT Giovanni (biogr.). — Dotto giureconsulto francese, nato a Clermont nelTAlvernia nel 1625, il quale tanto per la sua dottrina quanto per la sua integrità divenne arbitro della sua pro^ vincia. Si sa poco intorno alla sua vita, la quale fu tutta consacrata allo studio. Fu avvocato del re al così detto presidiale di Clermont; e nel 1685 andò a Parigi, ove godette di una modica pensione assegnatagli da Luigi XIV ed ove morì nel 1695.
      La sua fama è fondata sull'opera intitolata Les lois civiles dans leur ordre naturel, che venne in luce ripartitamele a Parigi, dal 1689 al 1697, in 5 voi. in-4® I tre primi volumi trattavano delle leggi civili nel loro ordine naturale, il quarto ed il quinto del diritto pubblico ; cui si aggiunse poscia un sesto, consistente in una scelta che l'autore aveva fatta delle leggi giustinianee più usuali col titolo di Legum delectus. La confusione che regnava nelle leggi fu il motivo che indusse Domat a farsi uno studio particolare di ordinarle. Ma nel compilare il suo lavoro egli non aveva altra intenzione che quella di giovare a sé e a' suoi figli che si sarebbero dati allo studio della giurisprudenza, e lo pubblicò soltanto per ubbidire ad un ordine del re. E fu quest'ordine un benefizio pubblico, poiché non e rasi sino allora nella disposizione delle leggi adottato un metodo migliore, nè quelle gravi materie eransi mai spiegate con un linguaggio legale più puro e più 1 esatto, e in un modo così accessibile all'intelligenza degli studiosi.
      L'autore comincia dall'esporre le leggi civili pro-= priamente dette, e" passa poi alle politiche, che fa conoscere assai minutamente, inalzandosi cosi dalla base al colmo dell'edifizio, contro l'uso della maggior parte degli scrittori legali. Egli si è inoltre applicato a cercare la ragione delle cose, il loro spirito e il loro senso generale, piuttosto che la loro verità pratica. Vi si scorge però una tendenza teologica che è da attribuirsi ai tempi ed all'inclinazione particolare dell'autore, il quale apparteneva alla scuola dei Giansenisti, ed era amicissimo di Pascal. Nell'opera del Domat non si trovano solamente le leggi romane, ma anche le leggi speciali della Francia, sulle quali forse si è fermato troppo lungamente. Essa fu molto commendata, specialmente dal D'Aguessau, giudice più di ogni altro competente, e Blackstone la cita con lode nel suo Commento delle leggi inglesi. L'edizione più stimata delle opere di Domat è quella di Parigi del 1777, in-fol.; un'altra se ne fece pure in Parigi 1828-30, in 4 volumi.
      DOMBASLE Cristoforo Giuseppe Alessandro (biogr.).
      — Uno dei più illustri agronomi moderni. Nacque a Nancy il 16 febbrajo 1777, e mori il 26 dicembre 1843. I suoi studii furono costantemente rivolti alle scienze economiche. Mentre i disastri che gli procurarono le sue grandiose intraprese a Montplaisir facevano temere ch'egli avrebbe abbandonata la carriera agricola, gli venne affidato nel settembre . del 1822 il podere modello di Roville. L'importanzaLjOOQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

Pagina (373/519)






Scarpa Cefalalgia Colica Gastralgia Gotta Nevralgia Odontalgia Reumatismo Sciatica Sifilide Istanza Pretto Valore Cosenza Como DAUMAT Giovanni Clermont TAlvernia Clermont Parigi Luigi XIV Les Parigi Legum Domat Giansenisti Pascal Domat Francia D'Aguessau Blackstone Commento Domat Parigi Parigi DOMBASLE Cristoforo Giuseppe Alessandro Nancy Montplaisir Roville OOQle