Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DOMENICA -
alcune, a mo' d'esempio, Quasi modo, l'ottava di Pasqua, detta altrimenti In albis; Lcetare, quarta di quaresima; Gaudete, terza dell'avvento, e via via. Olt: e i liturgici, il lettore consulterà utilmente in questa materia l'opera insigne di Giacomo Martorelli (De regia theca calumarla, t. n, p. 294 e seg., ove tratta di proposito l'argomento: An grceci lahnique scriptores dies ab pianetis oppellarint), non che Giovanni Moebio, Diss. a qmbusnam dics domini-cus consecratus sit cui lui divino (Lipsia 1C82), e l'altra opera : Dics dominicus, sive succincta nar-raiio ex S. Scripturarum et veneranda antiquitatis patrum testimoniis concinnata, et duobus libris distinta (Londra 1039).
DOMENICA (econ. soc.). — L'osservanza del riposo domenicale, una delle istituzioni più antiche e più comuni fra i popoli, è non soltanto un dovere religioso, ma un eccellente provvedimento economico, i>i quanto che, oltre all'imporre una interruzione utilissima nelle fatiche, prepara l'animo a nobili aspirazioni, e contribuisce all'educazione del cuore. L'operajo, che ha lavorato sei giorni come una macchina, dimentico quasi della nobiltà della sua origine e della sua destinazione, torna almeno nel settimo a pensare al suo Creatore, alla immortalità del suo spirito, ed ha aperta una sorgente di consolazioni nella preghiera e nelle gioje della famiglia. Se non esistesse questo giorno sacro al Signore, il lavoro troppo continuamente protratto finirebbe per essere improduttivo, e il lavoratore, invece di goderne i frutti, consumerebbe ben presto il capitale delle sue forze fìsiche, intellettuali e morali. Ammessa la necessità di questa sospensione di fatiche, e del rispetto della domenica, si agitò fra i legislatori la questione se basti a ciò il precetto religioso, o se debba intervenire l'azione dell'autorità civile. I pareri sono divisi. Da una parte l'esperienza mostra che i popoli lasciati più padroni di se a tal riguardo, come sono gl'Inglesi e gli Americani dell'Unione, sono i più rigorosi osservatori del riposo domenicale; d'altra parte in molti paesi si vede che non basta nenimanco il timor della pena per indurre gli uomini ad osservarlo. In questa materia, come in tutte quelle che hanno relazione colla coscienza, tutto dipende dallo stato delle credenze e dei costumi; i regolamenti amministrativi o sono inefficaci, o riescono vessatorii, con danno della morale e della religione.
DOMENICA (scuole della). Vedi Scuole domenicali (econ. pubb.).
DOMENICALE (stor. eccl.). — Nome col quale anticamente chiamavansi le lezioni ch'erano lette e spiegate in ciascuna domenica, tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, che furono poi dette Omelie (V.). Nei primi tempi della Chiesa leggevansi successivamente i libri della Sacra Scrittura; ma a poco a poco invalse l'uso di trarne alcuni luoghi adatti alle maggiori solennità di Pasqua, Pentecoste, Ascensione e simili, e dichiararli. Quindi praticossi lo stesso per le feste dei santi e per le domeniche, in cui, secondo i tempi, si applicavano tali lezioni bibliche, chiamate perciò domenicali. Quest'ordine, che dura al presente, viene attribuito ad Alcuino, maestro di Carlo Magno, o a Paolo Diacono ; ma senza fondamento sicuro, tutto inducendoDOMENICANI 905
a credere che risalga a maggior antichità. — Dome-nicale era nella Chiesa primitiva una tovaglia 0 fazzoletto bianco nel quale, secondo alcuni, le donne ricevevano l'eucaristia, secondo altri, col quale co-privansi il capo nell'accostarsi alla sacra mensa. Il Concilio di Auxerre, del 578, ordinò che ciascuna donna si comunicasse col proprio domenicale, che 6eco recava in chiesa.
DOMENICANA REPUBBLICA (geogr.). — Stato formato della sezione spagnuola od orientale dell'isola di Haiti (V.). La Spagna cedette nel 1697, col tratr tato di Ryswick alla Francia la parte occidentale dell'isola, ritenendo il resto fino al 1795, anno in cui anche la parte spagnuola diventò nominalmente francese. Nel 1814, l'Occidente avendo conquistato la sua indipendenza, la Francia abbandonò in favore della Spagna ogni sua pretesa. Nel 1822 la colonia, ad imitazione delle possessioni continentali, scosse il giogo spagnuolo; e nel 1843 si costituì in repubblica. Nel 1861, dopo varii anni d'anarchia, si rim se sotto la protezione della Spagna, che dovette però di nuovo rinunziarvi nel 1863. Ma dal 1866 in poi la Repubblica non cessò quasi mai di essere turbata da intestine disco: die. Popolazione (187ò) 290,000 abitanti.
DOMENICANI (stor. eccl.). — Religiosi dell'Ordine di san Domenico (V.), detti in varii luoghi frati Predicatori, e in Francia chiamati volgarmente Già-cobint, a motivo che il loro convento, aperto in Parigi nel 1218, era situato in via San Giacomo. Furono instituiti nel 1215 a Tolosa, ed approvati verbalmente da Innocenzo 111, ma le costituzioni loro, fondate sulla regola di sant'Agostino, non furono solennemente approvate se 11011 l'anno seguente da papa Onorio III, che denominò l'Ordine dei frati Predicatori.
Il fondatore aveva da principio scelto pe' suoi religiosi l'abito di canonici regolari, sottana nera e rocchetto: ina nel 1219 lo cambiò in quello che presentemente portano, cioè veste bianca con scapolare e cappuccio bianco per casa, e cappuccio nero con mantello parimente nero fuori e in viaggio.
L'Ordine domenicano, il quale era sparso per tutta la terra, contava quarantacinque provincie sotto un generale residente a Roma, oltre dodici congregazioni particolari riforniate, rette da vicarii generali. Esso vanta gran numero di santi, quattro pontefici, più di sessanta cardinali, molti patriarchi, mille e più vescovi, parecchi legati e nunzii. 1 Domenicani salirono in gran fama per gli studii teologici, le predicazioni, le missioni e le fatiche letterarie. Essi hanno abbracciata la dottrina di san Tomaso, in opposizione a quella di Scoto, e però nelle scuole sono detti Tomisti. Ad essi è affidato .1 tribunale del Sant'Uffizio o della Inquisizione (V.), 11011 che la carica di maestro del sacro palazzo apostolico.
Le religiose domenicane, fondate, nel 1206, in Linguadoca, prima della fondazione dei PP. Predicatori, seguono la medesima regola di sant'Agostino data loro da san Domenico. Il loro abito in ca>a è lo stesso che quello dei Padri, nel coro vi sovrappongono una cappa nera. Portano di più un velo nero sul velo bianco. Santa Caterina da Siena riformò le Domenicane nel Xiv secolo.
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