Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DOMENICHINO — DOMESDAY-BOOK
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DOMENICHINO. V. Zampieri Domenico {biogr.).
DOMENICO (san) (biogr.). — Fondatore dell'Ordine elei Predicatori, nato in Calarhuega (Calarogia), diocesi di Osina, in Ispagna, da Felice Guzman e da Giovanna d'Aza, l'anno 1170, comecché taluno dubiti del parentado. Diè segno fin dalla fanciullezza di rara virtù e di molta applicazione agli studii, di modo che, compiutili all'età di anni ventuno a Salamanca, fu maestro di Sacra Scrittura a Palencia, ove cominciò ad esercitarsi nel ministero della predicazione con felice successo, avendo prima distribuito ogni suo avere ai poveri, durante un'orribile carestia. .
Nel 1198 D. Diego de Azebedo, nominato alla sede vescovile di Osma, introdusse nel suo capitolo la regola di sant'Agostino, e vi chiamò Domenico; che nominò sotto-priore affinchè lo ajutasse nelle cure della diocesi e massime nella predicazione evangelica. I suoi biografi raccontano minutamente le sue ferventi preghiere, i suoi studii e le austerità da lui praticate tosto che fu nominato canonico e sottopriore. Egli accompagnò il suo vescovo in Francia quando vi andò a trattare il matrimonio di Alfonso IX re di Castiglia con la figliuola del conte De la Marche ; lo accompagnò ancora quando andò per prendere la principessa che trovarono moi ta, e quando si condusse a Roma per chiedere ad Innocenzo III la permissione d'istruire gli Alblgesl (V.).
Al loro ritorno, passando per Mompellieri, nel 1205 o 1206, trovarono che dodici abati cistercensi impiegavano il terrore invece della persuasione per convertire quei settarii, e Domenico cercò di giungere allo stesso fine colla sua eloquenza, colle sue conferenze e con gli scritti che espressamente compose. I Domenicani ed anche i Bollandisti insistono particolarmente nell'affermare che Domenico non ebbe parte nei crudeli supplizii che nel 1208 seguirono l'uccisione del legato Pietro di Castelnau, e soprattutto mantengono ch'ei non fondò il tribunale dell'Inquisizione con quelle norme che ne resero il nome tanto terribile. Infatti l'abate Fleury e parecchi altri scrittori asseriscono che le basi di questo tribunale furono ideate nel Concilio di Verona nel 1J84, che ricevette qualche sviluppo nel 1204 da Pietro di Castelnau e dai dodici abati cistercensi, ma che non fu regolarmente stabilito se non nel 1229 dal Concilio di Tolosa, otto anni dopo la morte di 6an Domenico, e non venne affidato ai Domenicani prima del 1233.
Nel 1206 Domenico fondò nella Linguadoca il monastero di N. D. di Prouille, il quale fu sempre riguardato come la culla e la prima casa delle monache Domenicane. Alcuni anni dopo istituì la divozione del Rosario (V.) e nel 1215 stabilì l'Ordine dei frati Predicatori a Tolosa (V. Domenicani). Partì quindi immediatamente per Roma, dove assistette al quarto Concilio di Laterano, e ottenne da Innocenzo III l'approvazione verbale del suo Ordine. Restavagli a stenderne le costituzioni ed a sottoporle all'autorità della Santa Sede, e ciò fece l'anno seguente, dopo di essere stato nuovamente a Tolosa. Tornato a Roma per presentarlo a Onorio III, successore d'Innocenzo, questi lo approvò e nominò Domenico Maestro del sacro Palazzo (V.), impiego che fu dipoi sempre conceduto ad un religioso domenicano. Dopoil 1216 egli percorse, per tre o quattro anni, l'Italia, la Francia e la Spagna per promuovere il suo Ordine e la predicazione della fede. Finalmente nel 1219 fissò la sua dimora a Bologna, dove si diede tutto alla pratica dei doveri del suo stato, facendo al più qualche breve scorsa nelle città vicine. Quivi mori il 6 agosto 1221, e pochi anni dopo (1234) egli era posto da Gregorio IX nel numero dei santi. Le sue reliquie, collocate nella famosa arca di Niccolò Pisano, serbansi con grande venerazione in San Domenico di Bologna. Degli scritti del santo predicatore nulla rimane, comecché i suoi Commentarti sopra le lettere di san Paolo fossero molto lodati dai contemporanei.
Oltre le antiche vite del patriarca, scritte da varii, presso Quétif, Echard, i Bollandisti, altre ve ne ha notate dal Fabricio nella Biblioteca (s. v. S. Domi-nicus). Fra le moderne sono ricche di notizie quelle del Battoni (Firenze 1596, 3 voi. in-fol.), del Jaus-sen (Anversa 1622), del Rechac (Parigi 1647, 2 voi. in-4°), del Gomez (Madrid 1653, in-fol.), e soprattutto quella del Tournon (Parigi 1739, e poi in italiano, Venezia 1752). Vedi pure Sousa, Historia de S. Domingos (Lisbona 1774, 3 voi. in-fol.), e Lacor-daire, Vie de S. Dominique de Gueman (Parigi 1840 e di nuovo nel 1841, tradotta in italiano, in ispagnuolo ed in polacco) : ma il lettore non dimentichi il magnifico elogio che nel xii del Paradiso l'Alighieri tesse a san Domenico:
In quella parte, ove surge ad aprire, ecc.
DOMENICO DE' CAMMEI (biogr.). — Questo celebre ai tista, cosi denominato per l'alto grado di perfezione cui giunse nell'arte d'incidere in rilievo su pietre fine, era di cognome Compagni, e nacque, secondo alcuni, a Milano sul principio del sec. xv. Di lui si conoscono le opere, ma le circostanze della sua vita ci sono affatto ignote. Giovanni dalle Corniole non ebbe nell'arte sua rivale più formidabile di questo Domenico. Molte fra le opere di lui sono paragonabili alle più belle dell'antichità, e Vasari parla con ammirazione di un ritratto di Lodovico il Moro, inciso sopra un rubino balascio, di grandezza sorprendente. Secondo Mariette, questo ritratto è un capolavoro. La maestria di Domenico e la preziosità della materia di cui si è servito danno alle sue opere un valore tanto maggiore, che poco considerevole n'è il numero. I capolavori di questo artista ammiransi per la maggior parte in Inghilterra. Se ne trovano pure in alcuni ricchi gabinetti di Germania, e varii di essi sono stati creduti pietre antiche. Domenico, considerato in Italia come il degno erede dell'arte di Pirgotele, fu ricercato dai più grandi principi del suo tempo, e i ritratti che egli ne fece sono da annoverarsi fra i più preziosi monumenti dell'iconografia moderna.
DOMENICO VENEZIANO. V. Veneziano Domenico.
DOMENICO Alessio. V. Greche (delle) Domenico.
DOMENICO DEL BARBIERE. V. Fiorentino Domenico.
DOMENICO IL P0GGINI. V. Polo (di) Domenico.
DOMESDAY-BOOK (Guglielmo il Conquistatore, e contenente la descrizione di tutte le terre dell'Inghilterra. Condiste in due volumi; il primo in-fol. gr. di carta?
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