Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DOMIZIANO TITO FLAVIO - DOMMA
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      fedele, e mantenne un commercio adultero con un attore di nome Paride. Quando ciò si venne a scoprire, nell'83, Domiziano la ripudiò, per consiglio d'Orso, e visse quind' innanzi con Giulia, figliuola del fratello. Poco appresso però ei riconcili ossi con essa lei, perchè diceva che il popolo lo desiderava, ma continuando in pari tempo il suo commercio con Giulia. Domizia non amò mai Domiziano, conosceva la cospirazione contro di lui, e risaputo che la sua propria vita versava in pericolo, istigò i cospiratori ad affrettarsi, sì che Domiziano fu ucciso nel 96 dell'era nostra (Dion. Cass., lxvii, 3). Smith (Dici, of Rom. biogr.) cita una medaglia che porta la testa di Domizia con la leggenda Domitia Augusta lmp. Domit.
      DOMIZIANO Tito Flavio (biogr.). — FigliuoloVespasiano, succedette nell'imperio al fratello Tito Tanno 81 dell era volgare. Tacito ci dà un ragguaglio sfavorevole della sua prima gioventù (Stor., iv, 51, 68). Nel principio del suo regno si segnalò per moderazione e per una stretta giustizia vicina alla severità. Mostrò gran zelo per la riforma dei pubblici costumi e punì di morte parecchie persone ree d'adulterio, come pure alcune Vestali che avevano violato i loro voti. Vietò pure sotto pene severe la pratica dell'evirazione. Terminò varii splendidi edifizii incominciati da Tito, fra cui un odeo o teatro musicale.
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      Fig. 2170. — Medaglia (li Domiziano.
      L'avvenimento più importante del suo regno fu la conquista della Britannia fatta da Agricola; ma ingelosito della riputazione di questo gran capitano,
      10 richiamò a Roma. Sospettoso e pusillanime, adombrava di quanti fossero segnalati per nascita o parentela od altre relazioni, per merito e popolarità, onde molti sacrificò spietatamente a'suoi timori, mentre, come avaro, molti ricchi fece uccidere per impadronirsi delle loro sostanze. Solito pretesto a siffatti omicidii erano congiure o tradimenti, sistema di spogliazione che dava (li che vivere a infiniti delatori. A crudeltà accoppiava grande arte nel dissimulare, e in questo s'assomigliò più a Tiberio che a Caligola o a Nerone. Mandò a morte o ad esilio i filosofi e i letterati, e tra gli esiliati fu Epitteto. Trovò tuttavia adulatori fra i poeti, come Marziale, Silio Italico e Stazio. Questi dedi-cogli la Tebaide e V Achille ide, e nelle Selve commemorò gli avvenimenti del suo regno. Ma nel fatto
      11 regno di Domiziano fu tutt'altro che favorevole alle armi romane, tranne nella Britannia.
      Nella Mesia e nella Dacia, nella Germania e nella Pannonia gli eserciti furono sconfitti e si perdettero provincie intere (Tacito, Agricola, 41). Do-
      miziano stesso per ben due volte passò a guerreggiare nella Mesia contro i Daci ; ma dopo toccate più sconfitte, conchiuse una pace ignominiosa col loro capo Decebalo, che riconobbe qual re, e al quale acconsentì di pagare un tributo, cessato poscia sotto Trajano; e nullanieno egli fece al Ser nato una pomposa relazione delle sue vittorie, ed ebbe gli onori del trionfo. Nella stessa guisa trionfò sui Catti e sui Sarmati, onde Plinio il giovane disse che i trionfi di Domiziano erano sempre prova di qualche vantaggio avuto dai nemici di Roma. Nell'anno 95 assunse il consolato per la diciassettesima volta in un con Flavio Clemente, il quale avevq, sposato Domitilla, di lui parente.
      Ricordasi di quell'anno una persecuzione contro i cristiani, ma non pare che fosse rivolta particolarmente contro essi, bensì contro gli Ebrei, coi quali i cristiani erano allora confusi dai Romani. Svetonio ascrive la proscrizione degli Ebrei o di coloro che vivevano alla loro maniera, e ch'egli chiama improfessi, alla rapacità di Domiziano. Flavio Clemente e sua moglie furono tra le vittime. Nell'anno seguente, sotto il consolato di Fabio Valente e di C. Antistio Vetere, ordissi contro Domiziano una congiura dagli uffiziali delle guardie e da parecchi de'suoi intimi amici, tra'quali si vuole fosse la stessa sua moglie. Causa immediata ne furono i crescenti sospetti per cui minacciava la vita di quanti erangli intorno, e a cui vuoisi fosse spinto da vaticinii di astrologi e indovini che aveva sempre in pronto per consultare. Fu ucciso ne' suoi appartamenti da parecchi dei congiurati nell'età di quarantacinque anni e dopo un regno di quindici. Alla nuova della sua morte il Senato gli elesse successore M. Coccejo Nerva.
      L'indole di Domiziano viene dipinta da tutti gli antichi storici coi più neri colori, come quello che era un misto di codardia e di crudeltà, di dissimulazione e d'arroganza, di dissolutezza e di gran severità verso gli altri. Puniva i satirici, ma favoriva i delatori. Pigliavasi diletto in ispirare terrore altrui, e Dione narra di un banchetto singolare al quale invitò i senatori con tutti gli apparecchi di un funerale e di un'esecuzione. Si vuol pure che passasse oro intiere in dare caccia alle mosche e ucciderle. Prima che fosse imperatore erasi applicato alla letteratura e alla poesia, e dicesi che abbia composto varie poesie e altre opere.
      DOMMA (teol.). Voce tolta dal greco, Sóyjju, la quale significa principio stabilito, articolo di fede fondamentale, derivato da autorità certa, ed applicasi generalmente alle dottrine essenziali del cristianesimo che si ricavano dalla Sacra Scrittura o dall'autorità dei santi Padri. E perciò quel ramo di teologia che dicesi dommalica è un'esposizione e asserzione dei varii articoli della fede cristiana siccome fondati su di un'autorità riconosciuta infallibile dai cristiani, e distinguesi dalla teologia scolastica, il cui uffizio è di stabilire la verità delle dottrine cristiane per via d'argomenti. San Giovanni Damasceno fu uno dei primi che scrissero un'esposizione dei donimi cristiani (V. Damasceno). Fra i molti cattolici che scrissero della teologia domnia-tica distinguesi principalmente il Bellarmino. La teologia dommatica, come distinta dalla teologi*
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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