Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DONATI VITALIANO - DONATISTI
919
alla Raccolta delle antiche iscrizioni di Muratori, in 2 voi. in-folio. Il primo contiene l'Ars Critica Lapidaria, opera postuma di Scipione Maffei, pubblicata da Donati, e il secondo le iscrizioni greche e latine raccolte posteriormente, collezione utilissima, se non che l'autore trascura assai spesso di indicare la provenienza dei monumenti epigrafici. Egli fu indotto più volte in errore da Pietro Gnocchi di Brescia, di cui le carte contenevano un gran numero d'iscrizioni adulterate o sospette. Egli pubblicò inoltre i Dittici degli antichi profani e sacri, Uh. 11 (Lucca 1713).
Vedi Orelli, Inscript. Lat. (voi. i, p. 35).
DONATI Vitaliano (biogr.). — Questo valente e sventurato naturalista, nato in Padova nel 1717, consumò la breve sua vita in continui viaggi per l'amore delle scienze, e principalmente della botanica, che in lui era grandissimo. Percorse i monti, i piani, le spiaggie, le isole e i mari dell'Istria, della Morlacchia, della Bosnia, della Dalmazia, dell'Erzegovina, dell'Albania, paesi per la posizione loro geografica ubertosissimi di piante di varii climi e quasi affatto trascurati dagli altri naturalisti siccome incolti e quasi barbari. Raccolse colà il Donati preziosi materiali che servire dovevano alla sua grand'opera sulla Storia naturale délVA-dr iati co, della quale era un nobilissimo preludio il Saggio ch'egli scrisse in forma di lettera, e che venne pubblicato nel 1750, dal conte Carli, stato suo compagno nel viaggio dell'Istria. È gran danno che l'intiera opera non abbia veduto la luce, imperocché l'autore, oltre a ciò che a1 la storia naturale appartiene, notava nei suoi viaggi i costumi dei popoli, le malattie particolari, i rimedii, la situazione geografica, e faceva raccolta di antichità e d'iscrizioni. Ignorasi qual sia stato il destino dei manoscritti e dei materiali raccolti dallo zelante viaggiatore; ma il Saggio, quando comparve alla luce, fu ricevuto dai dotti come cosa di gran prezzo, e voltato in varie lingue.
Carlo Emmanuele III re di Sardegna, informato delle doti del medico e naturalista di Padova, chiamatolo a sè nel 1750, lo nominò professore di botanica e di storia naturale dell'Università di Torino, e successivamente gli diede l'incarico di percorrere i ducati di Savoja e di Aosta, e di studiarne le produzioni naturali, particolarmente le minerali. Le importanti osservazioni fatte dal Donati in questi viaggi (che esistono tuttora manoscritte), fecero forse concepire l'idea di un viaggio di molto maggiore ed universale importanza, quello dell'Egitto e delle Indie orientali. A condurre a buon termine una cosi difficile impresa fu reputato sopra ogni altro atto il Donati, il quale perciò partiva nel 1759 col dottore Ronco e col disegnatore Wehrlino, a lui destinati per compagni; ma vilmente tradito dall'uno ed abbandonato dall'altro appena giunti in Alessandria d'Egitto, non però venne meno nel nostro naturalista l'ardente brama di eseguire l'affidatagli commissione, onde intrepidamente si pose in viaggio per alla volta dell'Alto Egitto, e muovendo contro il corso del Nilo, penetrò nella Nubia, finché costretto dalla penuria di cibo dovette retrocedere. In questo viaggio il Donati prese disegni di antichissimi monumenti egizii, raccolse cose antiche,cioè idoli, amuleti,
lucerne, vasi, mummie di animali, non che pietre e piante in buon numero, ogni cosa esattamente descrivendo, e trasse da una collina di Tebe, dove giacevano quasi affatto sepolte, non senza grande pericolo e fatica, le statue che rappresentano, l'una Sesostri, l'altra la dea Tafnet, che adornano oggidì il Regio Museo egizio di Torino, comecché gli altri oggetti, per trascuranza di chi doveva dirigerne il trasporto, siano andati in gran parte perduti. Restituitosi al Cairo, Donati si trasferì in breve nell'Arabia Petrea, dove raccolse varie cose, che gli Arabi non gli permisero di seco trasportare. Di ritorno, al Cairo, salpò per la Siria, e recatosi da Damasco a Bagdad, e di là a Bassora, s'imbarcò per Mascate, dove giunse in principio del 1762; quindi fece vela per le coste del Malabar ; ma ammalatosi in viaggio, morì su quella nave stessa nel mare d'India, e venne sepellito sulle coste di Mangalore.
Il Napione disse il Donati « uomo raro, versa-tissimo negli studii della storia naturale, e degno di migliore destino, dotto e prudente medico, étudio-sissimo delle antichità, di erudizione, di meccanica, di architettura e di disegno, e quel che è più, uomo onesto ».
Donati era ascritto alla Società Reale di Londra ed all'Accademia di Svezia. Linneo gli dedicò una specie di primula che chiamò Vitaliano, la quale venne da Willdenow trasferita al genere aretia, poscia da De Candolle restituita al genere primula, e di recente collocata nel genere gregaria.
DONATI! (Donatia) (bot.). — Genere di piante appartenente alla triandria triginia del sistema sessuale, alla famiglia delle sassifragacee, tribù delle sassifragee, distinto per i seguenti caratteri : tubo del calice adnato all'ovario, turbinato, col lembo troncato-abortivo, a due denti triangolari acuminati sub-opposti; unabratteolalineare adnata al tubo del calice ; petali in numero di nove (secondo Forster, da otto a dieci) lineari-oblunghi ; tre starai corti, alterni ai petali ; stili da tre a cinque, filiformi ; ovario fatto di due a tre logge, con molti ovelli affissi alla sommità della loggia ; frutto cassulare. Questo genere consiste nella specie seguente.
Donatia magellanica (donatia magellanica Forst.; polycarpon magellanicum L. f. suppl.). — Piccola pianta quasi priva di fusto, cespitosa ; foglie alterne, lineari-lanceolate, ottuse, persistenti, embrièiate, spesse, glabre, lanute nelle loro ascelle; fiori terminali, sessili, solitarii, bianchi. Questa specie (perenne) nasce nei luoghi rupestri umidi dello stretto Magellanico. La pianta sovra descritta, poco interessante per se stessa, lo è per la memoria di Vitaliano Donati (V.) cui è dedicata.
DONATISTI (stor. eccl). — Scismatici cristiani dell'Africa, del iv secolo, originariamente partigiani di Donato, vescovo di Casa Nigra nella Numidia, che fu il grande oppositore all'elezione di Ceciliano a vescovo di Cartagine. Donato accusò Ceciliano di avere posti i libri sacri in mano dei pagani, e perciò diceva esser nulla la sua elezione ed eretici i suoi aderenti. Sotto questo falso pretesto di zelo si fece capo d'un partito, e, intorno al 312, diedesi a predicare che il battesimo amministrato da eretici era inefficace; che la Chiesa non era infallibile;
| |
Raccolta Muratori Ars Critica Lapidaria Scipione Maffei Donati Pietro Gnocchi Brescia Dittici Lucca Orelli Inscript DONATI Vitaliano Padova Istria Morlacchia Bosnia Dalmazia Erzegovina Albania Donati Storia VA-dr Saggio Carli Istria Saggio Emmanuele III Sardegna Padova Università Torino Savoja Aosta Donati Egitto Indie Donati Ronco Wehrlino Alessandria Egitto Alto Egitto Nilo Nubia Donati Tebe Sesostri Tafnet Regio Museo Torino Cairo Donati Arabia Petrea Arabi Cairo Siria Damasco Bagdad Bassora Mascate Malabar India Mangalore Napione Donati Società Reale Londra Accademia Svezia Vitaliano Willdenow De Candolle Donatia Forster Forst Magellanico Vitaliano Donati Africa Donato Casa Nigra Numidia Ceciliano Cartagine Ceciliano Chiesa Linneo Genere Donato
|