Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DONATIVO - DONATO 0 DONIche essa aveva errato in quegli stessi tempi, e che egli doveva esserne il ristauratore. Ma un Concilio tenuto ad Arli nel 312 assolvette Ceciliano e ne dichiarò valida l'elezione. I scismatici, irritati da tale sentenza, negarono acquietatisi, e per sostenere meglio la loro causa credettero opportuno di abbracciare le opinioni di Donato e di declamare apertamente contro i cattolici. Andavano dicendo la Chiesa essersi prostituita : ribattezzavano i cattolici; facevano vilipendio delle ostie consacrate da sacerdoti affetti alla Santa Sede ; incendiavano le chiese, e commettevano altri atti cotali di violenza. Avevano in luogo di Ceciliano eletto un Maggiorino; ma essendo questi morto poco dopo, misero in campo come vescovo di Cartagine un altro Donato. Egli si è da questo nuovo capo-setta, il quale usò gran violenza contro i cattolici, che credesi abbiano propriamente i Donatisti ricevuto il loro nome. Siccome non potevano provaie di comporre una vera Chiesa, credettero bene di mandare uno dei loro vescovi a Roma, tentando pure d'inviarne alcuni in Ispagua, per poter dire che la loro Chiesa cominciava a diffondersi per tutto.
Tornati indarno più tentativi per distruggere questo scisma, l'imperatore Onorio ordinò si radunasse un Concilio di vescovi a Cartagine nel 410, dove tennesi una disputa fra sette di ciascuna parte, e si decise che le leggi emanate contro gli eretici avessero forza contro i Donatisti. La gloria della loro sconfitta fu dovuta a sant'Agostino, vescovo d'Ippona, il quale sostenne la parte principale di questa controversia. Ciò non pertanto i Donatisti continuarono a mantenersi in un corpo separato e tentarono di moltiplicare la loro setta fino nel sesto secolo; ma i vescovi cattolici operarono così saviamente e prudentemente, che a poco a poco richiamarono a conversione la maggior parte di coloro che si erano allontanati dal grembo della Chiesa. La setta dei Donatisti vennesi gradatamente spegnendo ed era già affatto estinta nel secolo tu.
DONATIVO (archeol.). — Regalo che si faceva ai soldati romani dalla repubblica e dagl'imperatori dopo qualche egregia impresa dell'esercito. È voce usata da Svetonio, da Tacito, da Lampridio; e quest'ultimo, parlando di Alessandro Severo, dice che fece tre volte il donativo a' suoi militi. Giulia Pia, moglie di questo imperatore, fu detta mater ca-strorum per aver sollecitati e fatti aumentare i donativi ai soldati. Decadendo la disciplina militare, si vollero raddoppiati i donativi; e l'abuso andò tant'oltre, che con essi si corruppero le legioni e fecesi infame mercato della dignità imperiale (V. Congiario).
Oggidì gli scrittori militari usano donativo per significare quella ricompensa che, oltre la paga, si dà al soldato per gravi fatiche da esso sopportate, o per gratificarselo; alcuni lo dicono anche capo-soldo, e risponde alla gratification dei Francesi.
DONATO (geogr.). — Comune del Novarese, circondario di Biella, con 1604 abitanti.
DONATO (stor. eccl). — Due vescovi scismatici ebbero questo nome in Africa, ed ambi ebbero parte nell'errore e nello scisma dei Donatisti. Importa dunque non confonderli insieme come fanno alcune storie (V. Donatisti).
DONATO o DONI (genecd. e biogr.). — Famiglia dellepiù cospicue della veneta Repubblica, che, stando alle indagini del Longo (Soteria), del Torelli (nòie all'opera citata) e del Moti (Claudia fortitudo) deriverebbe dalla famiglia Elia e Claudia, romane. Q padre Okolski, domenicano (Orbis Polonus), pensa che sia un ramo degli antichissimi re d'Ungheria; altri altre opinioni emisero intorno ad essa, le quali questo solo pongono in sodo, che illustre del pari ella è ed antica. Sembra che nel principio del secolo vili, o allo scorcio del precedente, i Donato dividessersi, ed una parte ponesse stanza in Genova, e l'altra in Venezia, dove edificarono la chiesa di Santa Fosca e quella di Santa Giustina.
Due scudi gentilizii ha questa famiglia : il primo fasciato di azzurro e d'oro, quattro pezzi in campo d'argento; il secondo d'argento con due iascie vermiglie abbassate, e tre rose in campo dello stesso colore. L'imperator Sigismondo, nel 1434, accrebbe fregi di onore alla stessa, concedendole lo scado diviso per fianco d'oro e di azzurro, ornata dell'aquila imperiale la prima partizione, la seconda di un leone d'oro coronato e rampante, al cui petto con striscia vermiglia pende l'arma del proprio casato, con altri fregi, coronato il tutto con principesca corona.
Donato. Primo personaggio di questo nome ne occorre costui, che nel 717 teneva la sede patriarcale di Grado. Sembra che non sia da identificarlo con un Donato cardinale del titolo di San Sisto, eletto nel 752 dal pontefice Stefano II, detto III, il cui nome trovasi fra i cardinali che assistettero al Concilio celebrato in Roma nel 761 eotto il papa san Paolo I. Sia un solo, sieno due, gli storici noa sono d'accordo nell'ascriverli a tale famiglia.
Andrea, primo ceppo e capo di essa, trovasi registrato nell'albero genealogico. Questi nel 1180 veniva spedito ambasciatore alla Corte di Costantinopoli.
Marco, senatore, per molti servigi resi alla Repubblica, nel 1193 era creato procurator di San Marco.
Lodovico, cardinale. Professò l'Ordine francescano e ne meritò tutte le più cospicue cariche, mercè i meriti suoi, fino ad esseme ministro generale nel 1379. Fatto di poi arcivescovo di Palermo, nello scisma di Occidente tenne pel legittimo pontefice, di che Urbano VI, nel 1381, creollo cardinale del titolo di San Marco. Andò legato a Napoli appo Carlo di Durazzo; ma venuto in sospetto al papa ch'ei tramasse contro la sua vita, fu sostenuto con i congiurati a Nocera. E dopo molti tormenti subì la morte nel 1385, che alcuni scrittori raccontano spietata ; altri dicono naturale.
Bartolomeo. Trovasi nominato fra'cinque nobili mandati al Carrarese, nel 1405, per trattare di accordi che non avvennero. Fu dei provveditori ia Verona, ambasciatore al papa Alessandro V, uno dei cinque curatori nella guerra contro gli Ungheri, ed ultimamente provveditore di San Marco. Mori nel 1431, e siccome distintissimo e benemerito, fl suo ritratto fu collocato nella sala del Maggior Consiglio.
Leonardo, procuratore di San Marco nel 1413. Rese molti e rilevanti servigi alla sua patria. Fa
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