Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
924
DONDRAHEAD - DONGOLA
È incerto il tempo della morte di Giacomo ; solo ; può dirsi che fu dopo il 1385, poiché in fine dellaprefazione aM'Aggregatio leggesi : Opus.....comple-
tum est per me artium et medicina doctorem magi-strum Jacobum Paduanum anno Domini M.CCC. j octuagesimo quinto.
Giovanni, figliuolo del precedente, matematico e medico, fu intimo amico del Petrarca, che gli di- ; resse quattro lettere. Compose un'opera intitolata Planetarium, in tre volumi, piena di figure, in cui spiegava l'organismo dell'orologio di suo padre, rimasta inedita. Tale opera ha fatto confondere il padre col figlio. Certo si è ch'ei stesso inventò ed eseguì un altro orologio di maggior pregio, che fu collocato in Pavia nella biblioteca di Giovanni Galeazzo Visconti, e che valse all'autore ed a' suoi discendenti il soprannome Horologius o Dell'orologio. Possediamo di lui un trattato delle acque minerali, stampato nella raccolta De Balneis (Venezia 1553), in cui dichiara il modo con che suo padre cavava il sale dalle acque termali di Abano.
Giuseppe, storico. Nella Vita di Camillo Orsini, generale delle truppe della Chiesa, sotto Leon X (Ven. 1565), narra le guerre d'Italia da Carlo Vili fino al 1559. Ei tradusse pure parecchi storici.
Carlo Antonio, marchese, naturalista, nato verso il 1750, morto nel 1801, consacrò la sua vita e il suo avere allo studio e all'incremento delle scienze naturali. Abbiamo di lui: Prodromo dell'istoria naturale dei monti Euganei (Padova 1780); Saggi di osservazioni fisiche fatte alle terme dei monti Euganei (ivi 1782); Saggio di lotologia Eugcmea, ossia distribuzione metodica e ragionata delle produzioni fossili dei monti Euganei, nelle Memorie dell'Accademia di Padova (1789, voi. u, p. 164-184); Lettera al padre abate Terzi sopra la di lui memoria intorno alle produzioni fossili dei monti Euganei (ivi 1791); Memoria sopra il modo di curare le piante malate fruttifere e da bosco (ivi 1795); Lettera intorno alle nitriere di Molfetta nel regno di Napoli ; Lettera contenente alcune osservazioni sopra la pietra calcare o nitrosa del picco di Molfetta, inserite tutt'e due negli Opuscoli scelti sulle scienze (voi. xi, p. 194; voi. xii, p. 306).
Francesco Scipione, vescovo di Padova, archeologo e teologo, fratello del precedente, nato il 6 gennaio 1756, mortoli 6 ottobre 1829, dopo compitigli studii nel collegio dei Nobili a Modena, entrò negli ordini dando opera in pari tempo a lavori lette-rarii. I suoi scritti di morale religiosa e d'archeologia sacra gli procacciarono una gran riputazione, sì che l'Accademia dei Ricovrati e l'Accademia delle scienze di Padova lo accolsero nel loro seno. Nominato, al tempo dell'organizzazione del regno d'Italia, membro del Collegio dei dotti, barone e commendatore della Corona di ferro, fu chiamato, nel 1807, al vescovato di Padova, e quantunque avesse, nel 1809, sposato caldamente le parti del papa, l'imperatore Napoleone volle, dicesi, inalzarlo alla sede arcivescovile di Padova; ma Dondi rigettò tutte le proposte che gli furono fatte. Nel 1811 si trasferì al Concilio di Parigi, e recitò, nella chiesa di Nostra-Donna, l'orazione funebre di Bernardo Maria Ca-sanzoni, vescovo di Feltre. Abbiamo di lui : Memoria sopra Jacopo e Giovanni Dondiì stampata negliAtti dell'Accademia delle sciente di Padova (volli); Due lettere sopra la fabbrica della cattedrale di Padova (Padova 1774); Discorsi sopra i doveri delle claustrali (ivi 1789); Sopra i cimiteri (ivi 1809); Dissertazione sopra i riti, la disciplina e le costumanze della chiesa di Padova sino al XIVsecolo (ivi 1816).
DONDRAHEAD (geogr.). — Punta estrema meridionale di Ceylan, a 5° 55' lat. N. e ad 80° 38' long. E. (Greenw.).
D0NEGAL (geogr.). — Nome di una contea nell'Ulster, in Irlanda, e di una città di 1502 abitanti.
D0NGARPUR (geogr.). — Città della Ragiputana in India, capitale di uno Stato omonimo, di 100,000 abitanti, protetto dagli Inglesi.
D0NGNAI (geogr.). — Nome di un fiume e di una città nella Cocincina.
D0NG0 (geogr.). —- Comune della provincia e del circondario di Como, con 1341 abitanti.
DONGOLA (geogr.). — Provincia della Nubia superiore compresa fra i 18° e i 19° 30' circa di lat N., e situata lungo le rive del Nilo. La sua lunghezza è di circa 240 chilometri, ma la larghezza è da considerarsi come ristretta alla striscia di terra coltivabile da ambe le parti del fiume, e variante da 18 a 55 ettometri, oltre la quale non v'ha che deserto. La bella e fertile isola d'Argo è compresa nei limiti di Dongola. Il luogo principale della provincia è Maragga o Nuova Dongola sulla riva sinistra od occidentale ai 19° 9' di lat. N., fabbricata in gran parte dai Mamalucchi mentre occuparono la contrada dal 1812 al 1820, anno in cui furono cacciati da Ismail, figliuolo del pascià d'Egitto ( Viaggi di Caillaud). Più a mezzodì sulla destra del Nilo è Dongola Agus o la Vecchia Dongola, altre volte citta considerevole, ma ridotta ora a 300 abitanti. Ad una estremità di essa è una vasta fabbrica quadrata, d due piani, un tempo monastero copto, la cui cap » pella fu convertita in moschea. Vi si vedono pure altri avanzi di monumenti cristiani, poiché Dongola fu contrada cristiana sino al secolo xiv, per testimonianza del viaggiatore Ibn Batuta. Makrizi nel secolo xv la descrive come fertile e ricca contrada con molte città, e Poncet, che nel 1698 visitò la Vecchia Dongola, il suo re e la Corte, ne parla come di un luogo considerabile. Il regno era ereditario e pagava un tributo al re di Sennaar. Ma dopo il tempo di Poncet gli Arabi Sceygia desolarono il paese e lo tennero sotto il loro giogo per gran parte dello scorso secolo, cosa cui si deve specialmente attribuire la presente sua spopolazione e la sua povertà. Quando i Mamalucchi fuggiti dall'Egitto passarono a Dongola nel 1812, la contrada era in mano di alcuni piccoli capi, detti melek, soggetti tuttavia agli Arabi Sceygia. Essa forma ora un distretto governato da un bey, dipendente dal pascià d'Egitto, il quale risiede a Maragga e stende la sua giurisdizione anche sul paese dei detti Arabi. I nativi di Dongola rassomigliano a quelli della Bassa Nubia; sono neri, ma non Negri; producono durra, fave, orzo, ed hanno pecore, capre e grosso bestiame. I bei cavalli che nell'Egitto sono conosciuti sotto il nome di Dongola vengono principalmente dai paesi degli Sceygia e dei Barabra. Le case sono costrutte di mattoni non cotti, fatti diLiOOQ le
| |
Giacomo M'Aggregatio Opus Jacobum Paduanum Domini M Petrarca Planetarium Pavia Giovanni Galeazzo Visconti Horologius De Balneis Venezia Abano Vita Camillo Orsini Chiesa Leon X Ven Italia Carlo Vili Antonio Prodromo Euganei Padova Saggi Euganei Saggio Eugcmea Euganei Memorie Accademia Padova Lettera Terzi Euganei Memoria Lettera Molfetta Napoli Lettera Molfetta Opuscoli Scipione Padova Nobili Modena Accademia Ricovrati Accademia Padova Italia Collegio Corona Padova Napoleone Padova Dondi Concilio Parigi Nostra-Donna Bernardo Maria Ca-sanzoni Feltre Memoria Jacopo Giovanni Dondiì Accademia Padova Padova Padova Discorsi Dissertazione Padova XIVsecolo Ceylan Greenw Ulster Irlanda Ragiputana India Stato Inglesi Cocincina Como Nubia Nilo Argo Dongola Maragga Nuova Dongola Mamalucchi Ismail Egitto Viaggi Caillaud Nilo Dongola Agus Vecchia Dongola Dongola Ibn Batuta Poncet Vecchia Dongola Corte Sennaar Poncet Arabi Sceygia Mamalucchi Egitto Dongola Arabi Sceygia Egitto Maragga Arabi Dongola Bassa Nubia Negri Egitto Dongola Sceygia Barabra Donna
|