Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (396/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      DONI ANTON FRANCESCO - DONlNI GIROLAMO
      025
      argilla e di paglia tagliuzzata. Don gol a è più fertile che la Bassa Nubia; ma i suoi abitanti sono pochi, indolenti e scoraggiati da lunghe sventure. Ruppel nei suoi Viaggi nétta Nubia e nel Kordo-fan entra in molti particolari sui costumi della popolazione di Dongola.
      DOW Anton Francesco (biogr.). — Il Tiraboschi parla a lungo di quest'uomo, d'umor fantastico e capriccioso, non mai contento della sua sorte. A noi bastino poche parole, avendo costui colle opere sue poco giovato Htaliana letteratura e la pubblica e privata morale. Nacque in Firenze verso il 1513, e cessò di vivere nel 1574. Ebbe facilità deplorabile nello scrivere, ed egli stesso diceva che i suoi libri « prima si leggono che sieno scritti, e si stampano innanzi che sien composti ».
      Moltissimi ne compose, fra' quali basti ricordare Le due Librerie, le Lettere, la Zucca, i Marmi, le Pitture, i Pistolotti. Stravagante, bizzarro, irreligioso, inetto, stucchevole e scipito scrittore, accenna nei pensieri e nelle espressioni di avere una gran vena di pazzia. Fu degno amico di Pietro Aretino, amicizia che poi si volse in odio mortale. Ruppe del pari con Lodovico Domenichi, e questi tre pazzi posero a rumore la repubblica letteraria. Nelle Due Librerie diede notizia di varii scrittori ; ma fecelo in modo tanto inesatto e meschino da non potersene trarre che poco o niun vantaggio.
      DORI Giambattista (biogr.). — Letterato e musico di molta celebrità, nato in Firenze l'anno 1594. A Bologna e a Roma diede opera alla storia, all'antiquaria, all'eloquenza, alla poesia, alle lingue dotte, non esclusa l'ebraica; e mandato in Francia dal padre (anno 1613), che lo destinava alla pratica del foro, attese quivi con ardore a studiare la giurisprudenza sotto Cujaccio.
      Di ritorno in Italia nel 1618, si addottorò nell'Università di Pisa ; ma rinunziando ad un tratto alla carriera indicatagli dal padre, seguì il cardinale Ottavio Corsini che andava legato in Francia, e stette in Parigi più d'un anno, ornando la mente di utili e dotte cognizioni. Ridottosi in patria l'anno 1622, venne poco di poi chiamato a Roma dal cardinale Barberini, nipote del pontefice Urbano Vili, giovane amantissimo della musica. Scrisse allora varie dissertazioni su quest'arte, e ad istanza dello stesso cardinale, suo speciale protettore, ottenne la carica di segretario del sacro Collegio. Col porporato medesimo aveva intanto il Doni nuovamente visitato la Francia, e quindi la Spagna, intento sempre a fare, ovunque ei si trovasse, tesoro di notizie letterarie e scientifiche; ma costretto dalle faccende domestiche a rimpatriarsi, rivide la sua Firenze l'anno 1640, dove finì di vivere nel 1647.
      Raccolse il Doni ne' suoi viaggi quante più potè antiche iscrizioni, così che giunse a metterne insieme più di 6000 non conosciute allo stesso Gru-tero, le quali poi furono commentate e pubblicate nel passato secolo da Antonio Francesco Gori, benemerito degli stndii di antichità. Il catalogo delle opere edite dal Doni, e colle quali si accinse ad illustrare la musica, si può leggere in Fétis (Bio-graphie universale des musiciens), che ne discorre a lungo. Avvisava il grande artista che per purgare la sua arte dalla corruttela sovvertitrice del gustoconveniva richiamarla all'ingenuità de'suoi prin-cipii ; onde ebbe a durare grande fatica soprattutto nel dichiarare gli attributi della musica greca. Venne perciò in grandissima stima appresso al P. Martini, il quale disse di lui : < Non essere facile l'esprimere la profondità con cui il Doni penetrò la musica greca sì teorica che pratica, sì vocale che istrumentale, col rintracciare i sensi più oscuri dei poeti e dei filosofi, rilevarne dai monumenti antichi le cose più dubbiose, dimostrando tutte quelle parti della greca musica che possono ritrovarsi e ridursi alla musica dei nostri tempi ; e per ciò che riguarda la teoria della musica greca lui avere avuto d'uopo di molte diligenze e scoperte per illustrarla e porla nel suo vero lume, essendo ella stata sepolta per tanti secoli in una profonda oscurità dalla decadenza del romano Impero sino ai secoli xiv e xv ». Ma l'immensa mole delle opere di filologia, di letteratura e di altre di musica di questo autore sventuratamente rimase inedita o incompiuta.
      Vedi Bandini, Commentari orwn de vita et seri-ptis Joan. B'ipt. Donii lib. V, adnotationibus illustrati, ecc. (Firenze 1755, in-fol.).
      DONI DELLO SPIRITO SANTO (teol). — Con questo nome si designano dai teologi alcune qualità sopranaturali infuse nell'uomo da Dio, che dispongono l'anima a seguire più facilmente e più prontamente la ispirazione e i movimenti della grazia. Sette sono codesti doni, vale a dire: la sapienza, che ci guida al retto giudizio diogni cosa in riguardo al nostro ultimo fine ; Yintelletto, che ci trae a comprendere le verità rivelate, per quanto riesce possibile alla limitata umana mente : la scienza, che ci fa conoscere i diversi mezzi di farci santi e pervenire a salvamento; il consiglio, che c'insegna ad attenerci al partito migliore in tutto ciò che riguarda la nostra salute; la fortezza, ossia il coraggio di far fronte ai pericoli e superare le tentazioni; la pietà, che ci rende care le pratiche del culto divino ; finalmente il timor di Dio, che ci allontana dal peccato e da tutto ciò che offende il Signore.
      Col nome di doni dello Spirito Santo intendevansi pure i doni concessi da Dio ai primi credenti, cioè della profezia, dei miracoli, della penetrazione dei cuori e simili. Questi doni furono necessarii nei primi tempi della predicazione evangelica, primieramente perchè erano la prova più splendida della missione celeste; e difatto dagli Atti degli Apostoli si raccoglie, come pure da altri monumenti del i e n secolo, che i grandi progressi della religione cristiana si debbono a questi doni principalmente ascrivere. In secondo luogo, si sa che allora la pratica della magia era comunisshna e molti erano gl'impostori che la professavano; e però importava opporle prodigii veri e riconosciuti per tali pubblicamente.
      DONINI Girolamo (biogr.}. — Pittore nato a Correggio nel 1681, andò di buon'ora a Bologna a studiar la pittura nello studio di Gio. Giuseppe Del Sole ; lavorò pel corso di 9 anni sotto la direzione di quel primo maestro, cui lasciò per andare a Forlì onde ricevervi le lezioni del celebre Carlo Cignani, il quale ivi dimorava. Donini rimase tre anni nello studio di questo pittore, che si piacque d'iniziarlo a tutti i segreti dell'arte sua. Divenuto anch'egli abilet^iOOQLe


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

Pagina (396/519)






Bassa Nubia Viaggi Nubia Kordo-fan Dongola DOW Anton Francesco Tiraboschi Htaliana Firenze Librerie Lettere Zucca Marmi Pitture Pistolotti Pietro Aretino Lodovico Domenichi Due Librerie DORI Giambattista Firenze Bologna Roma Francia Cujaccio Italia Università Pisa Ottavio Corsini Francia Parigi Roma Barberini Urbano Vili Collegio Doni Francia Spagna Firenze Doni Gru-tero Antonio Francesco Gori Doni Fétis Bio-graphie Martini Doni Impero Bandini Commentari Joan Firenze Dio Yintelletto Dio Spirito Santo Dio Atti Apostoli DONINI Girolamo Correggio Bologna Gio Del Sole Forlì Carlo Cignani Don Sette Giuseppe Donini