Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DONIZETTI GAETANO
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      d'una musica da cui erano esclusi ogni strepito ed ogni pretensione alla scienza. Senza porre al tutto in non cale Rossini, Donizetti, cui lunghi e profondi studii avevano somministrato gli elementi di una vigorosa armonia, subì l'influenza della sobria e melanconica melopea di Bellini, e adottò, tutto ad un tratto, un genere nuovo in cui recò tutte le qualità particolari del suo talento, inaugurando questo secondo periodo della sua vita artistica con la bell'opera d'Anna Bolena, rappresentata a Milano sullo scorcio del 1830. La Pasta, Rubini e Galli, che trovavansi raccolti in quella città, rappresentarono le parti principali, e l'opera ebbe il più splendido successo, non ostante la presenza di Bellini e l'entusiasmo destato dalla sua Sonnambula.
      Donizetti e Bellini contendevansi allora in Italia lo scettro abbandonato da Rossini. Dopo aver dato Fausto a Napoli, Ugo conte di Parigi a Milano, Donizetti compose in quest'ultima città VElisir d'amore, una delle sue più belle opere buffe. Nel 1833 scriveva a Firenze Parisina, e recavasi dipoi a Roma, ove dava Torquato Tasso; e tornava a Milano per comporvi Lucrezia Borgia, scorrendo per tal modo le principali città d'Italia, ed improvvisando con incredibile facilità nuovi spartiti. Nel 1835 trasferissi per la prima volta a Parigi, ove Bellini stanziava da due anni cattivandosi il favore dei frequentatori del Teatro italiano. Donizetti durò fatica a dissipare le prevenzioni che i dilettanti parigini nudrivano contro il suo talento ; il perchè, nonostante le bellezze incontrastabili apprezzate dai veri conoscitori, il suo Marino Faliero non ebbe a pezza il successo dei Puritani, cui Bellini aveva fatto rappresentare alcuni mesi addietro. Donizetti cedè il campo al suo rivale, ma per pigliar tosto una strepitosa rivincita. Verso la metà del 1835 ei tornava in Napoli e creava in sei settimane la Lucia di Lammermoor, il suo capolavoro, che doveva eccitare l'ammirazione di tutta Europa, e nella quale versò a piene mani i tesori del suo genio musicale. Poco appresso fu nominato professore di eontrappunto al Collegio reale di musica di Napoli, e compose successivamente molte opere, fra le quali Belisario, rappresentato a Venezia, e Roberto De-vreux a Napoli nel 1837. Un avvenimento assai triste colpì in quel torno Donizetti in ciò che aveva di più caro; alcuni anni addietro egli aveva sposato a Roma la figlia dell'avvocato Vasselli, la quale lo aveva fatto padre di due figli e gli aveva fatto assaporare le gioje dolci e serene della famiglia. La sua felicità fu di breve durata, chè il cholera gli toglieva, con la moglie amata, i due figli. Profondamente addolorato per questa perdita, egli aveva perduto la volontà, sì ardente per lo innanzi, di lavorare, e i suoi amici invano consigliavano ad allontanarsi per poco dai luoghi che ricordavangli incessantemente la sua grave sciagura, quando una circostanza lo indusse a cedere alle loro istanze. Adolfo Nourrit, che aveva ceduto a Duprez il suo posto all'Opera di Parigi, trovavasi allora a Napoli. Donizetti compose per questo celebre cantore il Poliuto; ma avendone la censura napoletana vietata la rappresentazione, Nourrit se ne accorò siffattamente, che precipitossi dalla finestra e si Uccise ; quanto a Donizetti, ei non istette più inforse a partirsi da Napoli, diede la sua dimissione di professore al Collegio reale di musica, di cui aveva anche assunto la direzione dopo la morte di Zingarelli, e giungeva, nel 1840, a Parigi, preceduto da una grande celebrità procacciatagli dalla Lucia, la quale, tradotta in francese ed accresciuta di molte arie, era stata rappresentata al teatro della Renaissance. Bellini più non esisteva; egli era morto sei mesi dopo la rappresentazione dei Puritani. Donizetti recava con sè tre nuove opere : la Figlia del Reggimento, i Martiri e la Favorita, co n le quali disegnava tentar di bel nuovo di procacciarsi il favore del pubblico parig ino, cui non gli era venuto fatto conseguire in addietro. Queste tre opere furono successivamente rappresentate nel 1840. La Figlia del Reggimento non fu ben accolta all'Opera comica, e fu d'uopo venisse tradotta , in molte lingue ed acclamata per ogni dove per chiarire che il pubblico parigino aveva torto. I Martiri, rifacimento del Poliuto per le scene francesi, non ebbero che un mediocre successo alla Grand'Opera, e la Favorita stessa, questo bello spartito, destinato da prima sotto il titolo di Angela di Nisida al Teatro della Rinascenza, e cui Donizetti aggiunse un quarto atto per trasportarlo all'Opera, fu freddamente accolta alle prime rappresentazioni. Le sue bellezze non tardarono però ad essere riconosciute ed apprezzate, e l'autore, dopo aver assistito alcuni mesi al suo trionfo, trasferissi a Roma, ove fece rappresentare Adelia o La figlia delYarciere, indi a Milano, ove diede Maria Paditla, e nel 1842 a Vienna, ove compose Linda di Chamounix, delizioso spartito, il quale accolto con entusiasmo, gli fruttò il titolo di maestro di cappella e compositore della corte imperiale. Reduce, sul principio del 1843, in Parigi, improvvisava in pochi giorni Don Pasquale, accolto con grandi applausi, e dopo aver fatto rappresentare, nella state del medesimo anno, Maria di Rohan a Vienna, tornò a Parigi per comporre Don Sebastiano di Portogallo, chiestogli per la stagione invernale dalla Direzione dell'Opera. Questo spartito, non ostante le bellezze di prim'ordine che lo fregiano, ebbe scarso successo ; Donizetti lo compose in due mesi, ma le sue forze ne rimasero abbattute. Ciò non pertanto egli andò, nel 1844, a Napoli, ove compose Caterina Cornaro, sua ultima opera, e di poi a Vienna, ove lo chiamavano le sue funzioni di corte; ma, a non lungo andare, i primi sintomi di un'affezione cerebrale lo condannarono al riposo. Reduce a Parigi verso la metà dell'anno seguente, egli attendeva a condurre a termine un'opera pel teatro italiano, quando fu sopraccolto, nel mese di agosto, da un attacco di paralisi. Da quel punto il suo occhio si offuscò, la sua fronte si coperse di un velo sinistro e la sua intelligenza si ottenebrò. Verso il gennajo 1846 fu trasportato in una casa di sanità ad lvry, indi in una casa ai Campi Elisei, cui lasciò nell'ottobre 1847 per far ritorno in patria. Durante il viaggio ebbe un secondo colpo che rinnevellossi a Bergamo il 1° aprile 1848. Tutto annunziava la fine prossima di un'esistenza accorciata dall'eccesso del lavoro e dagli abusi dei piaceri. Finalmente, dopo una lunga e dolorosa agonia, l'autore immortale di Lucia spirò, l'8 dello stesso mese, nelle braccia del suo amico d'infanzia Dolci,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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