Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DONNA
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      l'altro, e questo armonico tutto fu ed è troppo spesso turbato. Ogni associazione porta con sè superiorità e subordinazione, e insieme uguaglianza, così richiedendo l'imperfezione umana. Eva era stata data per compagna ad Adamo; ma dopo il peccato dovette essergli soggetta, e questa sentenza ha ancora oggidì, nei paesi in cui fu pronunziata, un'esecuzione, il cui eccesso offende la bontà del comun padre, piuttosto che soddisfi la sua giustizia. L'abuso del potere una volta consacrato e giustificato dalla stessa degradazione morale degli esseri che soggioga ed avvilisce, inspirò ad uomini, per altra parte stimati saggi, le più strane idee, i sistemi più offensivi per la donna.
      Noi non rianderemo qui quelle deliranti opinioni che dinegarono alle donne la spiritualità dell'anima, e le esclusero perfino dalle eterne ricompense. Bastano i fatti risultanti da queste opinioni, o solamente da abitudini tiranniche nate dal clima, fatti che, come tutte le piaghe dell'umanità, racchiudonsi in un circolo vizioso, in cui il male sempre riprodotto da se stesso diviene per l'avvenire una conseguenza del passato. Le donne, nello stato in cui la legge naturale e divina le colloca, saranno operose, cordiali, savie ; dovunque saranno private dei diritti della famiglia e della società o ammollite dalla sazietà dei piaceri, esse rinunzieranno volontariamente a quei doveri che dovrebbero riguardare come i più preziosi dei loro diritti. Esse, che la natura ha voluto attive, previdenti, economiche, sopportano l'inazione peggio ancora degli uomini. Il loro spirito, spesso leggiero e curioso, evidentemente destinato agl'interessi privati, le precipita più presto nell'ozio e nei traviamenti di quella vanità che è troppo fomentata dall'adulazione mentre sono giovani, e troppo facile ad essere ferita col-l'avanzare dell'età.
      La bellezza, che trasforma le schiave in regine e può controbilanciare la gloria, il potere e le ricchezze, ha una parte troppo grande nella storia delle donne d'ogni paese e d'ogni tempo, perchè non sia riguardata come avente la maggior influenza sul loro destino e come prima causa delle loro debolezze o dei loro errori. Felice la donna in cui la bellezza turba soltanto momentaneamente la ragione e non corrompe lo spirito! Tutte le donne non sono belle, ma una gran parte vorrebbe esserlo; e l'amore di ornarsi è pressoché universale. Eliezer offre a Rebecca maniglie e orecchini per disporla a favore del suo padrone ; e il cacciatore selvaggio presenta alla sua amata le piume dell'uccello che egli ha colpito colla sua freccia. Gli ornamenti pia-eiono alle donne, e la loro vanità è spesso divenuta cagione di profusioni insensate. Quale dei due è allora maggiormente da biasimare? La cupidità del-l'un sesso, o la follia dell'altro? Tuttavia i primi fra tutti gli ornamenti femminili, la grazia ed il buon gusto, sono doni naturali che spesso suppliscono alla bellezza. Compagna della gioventù che non abbandona mai affatto in alcuna condizione, la grazia, che mal si saprebbe definire, s'imita difficilmente e non si acquista ; il buon gusto, se non è intieramente dato dalla natura, può almeno formarsi coll'educazione e col frequentare la buona società. Ma la moda lo fa traviare, la moda di cui Nuova Encicl. Ital. Yol.
      le donne adorano i capricci e che quasi sempre guasta le semplici bellezze della natura. La dontìa» dell'Eschimese quando dopo molto soffrire è giunta-a traforarsi il labbro per introdurvi un osso di pesce,: è lieta di quest'ornamento quanto una giovine parigina indossando l'ultimo abito che la moda ha* inventato.
      Ma queste ed altre debolezze più inerenti all'indole femminile appartengono tuttavolta all'umanità intera; e la Provvidenza, non meno generosa verso la donna che verso l'uomo, la dotò com'esso di virtù, d'ingegno e di passioninoli diremo già in misura, diversa, ma in certo modo con diversa gradazione di tinte. Così si disse che la donna ha una peree-: zione più pronta che l'uomo, vede con eguale giustezza, ma osserva meno lungamente di lui. La sensibilità e l'orgoglio, irritabilissimi nella donna,/ la inalzano sino all'eroismo del sentimento, la tra-: scinano sino ai più riprovevoli trasporti della ge-r losia e della vendetta. Le colpe in essa sono bensì, giudicate con maggior severità che nell'uomo, ma ciò avviene perchè hanno conseguenze più gravi.
      Depositaria del primo di tutti gl'interessi, quello, della paternità, essa tiene fra le sue mani l'integrità e l'onore della famiglia, la pace e la prospe-, rità domestica ; oltre che il fanciullo da essa riceve, quella prima cultura e quei primi semi che hanno una continua influenza sul rimanente della vita. L'amor materno od anche il solo amore per l'infanzia è nella donna un sentimento proprio ed innato, che le vanità del lusso e la depravazione possono indebolire, ma non distruggere.
      Da questo amore nascono cure e previdenze, l'intelligenza e la continuità delle quali sono tutte speciali alla donna. Incaricata di allevare e di amare l'infanzia, di Servire all'infermità, di raddolcire le afflizioni, ad essa appartiene pur anche di calmare la collera, di spegnere gli odii, d'ingentilire il cor stume; e sotto questi ultimi rapporti l'educazione estende infinitamente la sua influenza. Dappertutto dove la mente della donna è coltivata, la rozzezza si fa gentile, e la società si perfeziona. Ma la parte attribuitale dalla natura nell'accordo sociale è lungi dall'esserle dappertutto conceduta ; l'influenza dej clima sui costumi stabilisce una grande ineguaglianza nel destino come nella moralità della donna.
      La legge naturale tollerava la poligamia, ma con restrizioni che furono in appresso regolate da Mosè. Abramo, per si lungo tempo fedele a Sara, scelse, a fine di ottenerne un figliuolo, un'altra donna fra le sue schiave; ma senza però inalzarla al grado di sposa, senza sottrarla all'autorità di Sara. Isacco non amò mai altra donna che Rebecca ; e Giacobbe, senza l'inganno di Labano, avrebbe avuto figli dalla sola Rachele. Omero c'interessa alla vecchia unione di Priamo e di Ecuba, e al casto amore di Ettore per Andromaca. In quei tempi la sposa era sol^ ammessa a dividere il grado e i diritti del capo di famiglia ; e se la schiava soddisfaceva all'incostanza del padrone, ciò avveniva almeno senza turbare pace domestica con quella rivalità che porta seco l'eguaglianza dei titoli. Così provvedevasi al riposo delle famiglie, e conservavansi al matrimonio quei diritti che sono necessarii al mantenimento della società. . /
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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