Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DONNAPresso gli Egizii l'autorità della donna eguagliava e talvolta anche sorpassava quella del marito, e le era assicurata dalle convenzioni matrimoniali. Semiramide, potente per vittorie, celebre per opere il cui racconto sembra maraviglioso ; la regina di Saba, che viene a mettere alla prova la sapienza di Salomone e a confonderne la magnificenza co' suoi presenti ; Talestri e le sue Amazzoni, la cui storia non è del tutto favolosa, provano che nell'antica Asia il sesso debole, lungi dall'essere ridotto in servitù, poteva aspirare al più alto potere, e anche ad una indipendenza contraria alla natura.
      Il legislatore di Sparta aveva voluto che le donne avessero parte agli esercizi ed ai privilegi degli uomini, ed esse perciò gli emulavano nell'amore della patria. Platone, andando più oltre, voleva nella sua Repubblica ammetterle al governo dello Stato, al comando degli eserciti ; ma Senofonte, più ragionevole, riconoscendo in ciaschedun sesso doveri con cui s'accordano disposizioni particolari, paragona la madre di famiglia alla regina delle api, che governa l'alveare, anima il lavoro e provvede a tutti i bisogni.
      La libertà di cui le donne godevano a Roma fu giustificata finché la severità dei costumi repubblicani impedì loro di abusarne. Onorate del titolo di cittadine, si videro spesso rendei-sene degne con atti d'eroismo; e Coriolano, sordo alla voce della patria, si commosse a quella della madre e alle preghiere delle donne che l'accompagnavano. Tuttavia il ripudio e il divorzio lasciavano un campo abbastanza libero all'incostanza, ma senza che fosse permesso di avere due mogli ad un tempo.
      Era riserbato al Cristianesimo di chiarire la legge naturale e di correggere i codici delle nazioni, richiamando il matrimonio alla sua primitiva unità ed indissolubilità. Liberatore di tutte le oppressioni, riparatore di tutti gli abusi, esso equilibrò le bilance, in cui l'amore del Creatore aveva pesati i destini de* suoi figli. Il matrimonio, reso indissolubile, restituì alla donna lo scettro del governo domestico che la natura le ha incontestabilmente destinato.
      Tuttavolta la legge di Maometto, che per la sua conformità alla corrotta natura e alle disposizioni dei climi caldi si è cosi generalmente sparsa nell'Oriente, avendo contro natura tolto alle donne il governo della famiglia, permise pure contro natura che fosse affidato a uomini degradati e vittime com'esse di questo colpevole travolgimento delle leggi naturali. In Persia, gli eunuchi, incaricati di tutte le bisogne domestiche, non lasciano neppure alle donne la cura del loro vestiario. Soggiogate, avvilite dall'ozio e dall'ignoranza, quelle creature decadute, quasi assimilate agli animali domestici, divengono un oggetto di lusso, una delle vanità del fasto asiatico, di cui la Bibbia ci mostra in Salomone il primo esempio. Un abuso così insultante per l'umanità non saprebbe conciliarsi colla mirabile pittura che questo principe ci ha lasciata della donna forte che governa la sua casa, se non distinguendo i costumi nazionali da quelli della reggia, e l'epoca in cui fu scritto il libro della Sapienza da quella in cui, vinto dall'orgoglio e dalla sazietà, il figliuolo di Davide, il sapiente d'Israello non era più che uno schiavo de'suoi piaceri.
      La depravazione, perpetuata in Oriente, vi esiste ancora presso i grandi, presso i principi, e dopo tanti secoli, a malgrado delle difficoltà e degl'inconvenienti che porta necessariamente con sè il mantenimento di un ordine di cose contro natura Questi costumi tirannici non esistettero però sempre senza qualche eccezione, fortunato effetto della civiltà. Al tempo dei califfi, presso quei Mori di Spagna di costumi così cavallereschi, presso i primi imperatori mongoli, in tutte le epoche di perfezionamento o di gloria, le donne, meglio allevate, ebbero più libertà ed influenza. Associate al culto nel paganesimo, in molti paesi prendevano parte coi sacerdoti alle funzioni e ai privilegi del sacerdozio, e com'essi consultavano i visceri delle vittime. La sacerdotessa di Diana svenava gli stranieri che la sorte gettava nella Tauride ; e la barbara drui-dessa concorreva nelle Gallio ai sacrifizii umani Gli onori resi dai Romani alle Vestali procedevano da più sane idee ; onoravansi in esse quella purezza e quell'innocenza di costumi che ravvicinano l'uomo alla Divinità. Lo stesso sentimento nobilitato dal cristianesimo consacrò le vergini al culto del Signore ; benché si voglia confessare che questo sacrifizio religioso, così frequente e puro nei tempi di feiTore, venne poi talvolta profanato da motivi mondani, l'orgoglio cioè e l'interesse delle famiglie.
      Le disposizioni affettuose e forti delle donne le abilitano alle idee contemplative e religiose. I sacrifizii sembrano una produzione spontanea della loro anima; e l'onore è pur vivo presso le donne, le quali sentono più che non ragionano. Esso soffocava l'amore delle madri spartane; esso conduce al rogo la vedova dell'Indù; e mostrasi nelle crisi della fortuna, e in mezzo alle maggiori sventure, nelle quali le donne sono spesso più coraggiose e più forti che gli nomini. Quelle povere Indiane che si disputano il rogo, al quale la sposa prediletta ha sola il diritto di seguire lo sposo ; che comprano con la più crudele delle morti la facoltà di partecipare per un momento ad un bene immaginario che chiamano onore, erano esse create per la schiavitù ? No certo ; i loro cuori, aperti alle nobili impressioni, avrebbero, come quelli delle Spartane e delle Romane, amato la gloria e la patria; commosse al racconto delle geste dei prodi cavalieri, avrebbero, come le nobili castellane, incoraggiato e guiderdonato il valore. In quei tempi di grande ed onorata memoria, la civiltà era, come sarà sempre, favorevole alle donne. La società perfezionata loro rende necessariamente il posto che il Creatore ha loro assegnato, ed il divino riparatore ha loro rivendicato quel posto presso l'uomo, da cui debbono con esso primeggiare su tutte le creature che Dio volle ad entrambi soggette.
      Nei prodotti dell'intelligenza non può negarsi che la donna, considerata in genere, sia inferiore all'uomo; tuttavia la storia letteraria di tutte le nazioni mostra che tale inferiorità è dovuta piuttosto alle condizioni a cui la donna deve necessariamente assoggettarsi, che a minor potenza di facoltà intellettuali. Tutti sanno che la poesia ebbe in Grecia cultrici valentissime, e il nome di Saffo rimane a farne testimonianza. Se Roma non può vantare altrettanto, vuoisi ciò attribuire al modot^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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