Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
fctt DONNAbene spesso per la sanità della donna assai pericolosa, essendo assai frequenti le malattie del cuore e dei gl'ossi vasi, gli organismi e le congestioni cerebrali, l'infiammazione dell'utero, non che la degenerazione scirrosa e cancerosa di questo viscere, la mania, la melancolla, e le altre specie di nevrosi Un numero grandissimo di donne soccombe, il che a pari circostanze fa si che la vita dell'uomo sia in generale più lunga di quella della donna, quantunque, passato questo pericolo senza gravi disturbi, la donna sperar possa di pervenire ad un'età avanzatissima.
L'età in cui la donna diventa pubere, o in cui cessa di essere atta a concepire, non è la stessa nelle varie regioni della terra e differisce secondo i climi. Infatti nei paesi settentrionali la pubertà è più tarda e nei meridionali precoce. Si vogliono peraltro eccettuare le fanciulle allevate negli appartamenti caldiss mi della capitale della Russia, alle quali questa temperatura artificiale, il frequente conversare coll'altro sesso, e la lettura di libri atti ad eccitare le passioni procurano una pubertà prematura. Una simile eccezione si deve fare in favore della varietà mongolica, le cui donne, quantunque viventi sotto un cielo freddissimo, sono puberi così presto come le donne spagnuole e le italiane abitanti un clima molto più caldo. Del resto le donne dei paesi settentrionali, come la Svezia, la Danimarca, la Prussia, ecc., per l'ordinario sono soltanto puberi all'età di diciassette o diciotto anni, nella Francia, nel Belgio e nell'Italia settentriouale esse lo diventano fra i quattordici ed i quindici anni, mentre nell'Italia meridionale e nella Spagna tale mutazione succede fra i dieci ed i dodici anni. Nell'Asia Minore, nell'Arabia, nell'Egitto, nell'A-bissinia, spesso sono madri all'età di nove o dieci anni, od anche prima, secondo la posizione del paese. Ma questo sviluppo precoce è pure seguitato da una vecchiaja prematura;infatti mentre le donne in Europa sono atte a generare fino ai quarantacinque od anche ai cinquantanni, in Asia sono vecchie fra i trenta ed i trentacinque, e nell'Abis-sinia e nella Persia cessano di essere atte a concepire fra i venticinque ed i ventisette; cosicché sono già vecchie in quell'età in cui in Europa formano il più bell'ornamento della società.
La donna è stata data dal Creatore a compagna dell'uomo, ond'è ch'essa possiede quelle doti che mancano in generale al sesso più forte, cioè la graz a, la venustà e la dolcezza, ed essa è attratta dalle qualità che a lei mancano, cioè dalla forza, dal coraggio e dalla robustezta. Inoltre la donna perdona assai più facilmente ad un uomo la rozzezza di modi e la brutalità del costume, di quello che s'induca a perdonare la timidezza e la codardia. Nè si debbe considerare solamente la donna per quanto risguarda la di lei organizzazione fìsica; ma la condizione del suo spirito ed i sentimenti che la animano debbono essere pel fisiologo e pel filosofo un oggetto di seria considerazione. Ippocrate già diceva ai suoi tempi : fceminà est quod est propter uterum, e madama di Staél scriveva che tutta la vita della donna si riduceva ad un episodio, che è l'amore. E per verità se noi consideriamo la donna nelle sue varie fasi e nelle suevarie condizioni, crediamo che il bisogno di amare sia in essa prepotente in modo da non poterne far senza.
Infatti fino dalla prima puerizia la tenera fan-ciullina è piena di affetto pei genitori, pei fratelli, per le persone familiari di casa; ella anima, per così dire, le sue bambole, ed illudendo a se stessa, ne ha cura come se fossero creature animate, chiamandole sue figlie. Si osservi poi la stessa fanciulla fra i dieci e i dodici anni ; si miri come essa sia più affettuosa ancora verso i suoi fratelli, come discenda per essi a tutte le cure domestiche, come con modi gentili risponda ai modi spesso rozzi di questi; si osservi come nel suo bisogno di amare prenda cura degli augelletti, dei cagnolini allevati in casa, dei fiori che ha seminati ed educati ; come si mostri compassionevole verso il poverello e privi bene spesso se stessa dei piaceri innocenti che l'aspettano per sollevarlo. Giunta all'epoca della pubertà il suo volto comincia ad arrossire, il suo cuore a palpitare alla vista di persone di sesso diverso; essa legge con avidità i romanzi, s'intenerisce e piange alla rappresentazione di tragedie in cui l'amore sia dominante, e di drammi, e guai a quella fanciulla che in questa età ha la mala sorte di concepire una passione cui non possa soddisfare secondo le leggi sociali! Essa ben sovente diventa infelice per tutto il tempo della sua vita, oppure dà nei più grandi traviamenti. Fatta sposa, per poco che il marito le corrisponda in istima ed amore, essa lo adora, e gli antichi esempii di Al-ceste e di Eponina furono in tutti i tempi rinnovati da spose affettuose. Ma se vogliamo vedere la donna amante del proprio marito, miriamola accanto al suo letto mentre egli 1 angue per grave infermità. Essa non si ricusa ad alcuna penosa cura; le notti insonni, i giorni in continua fatica sono un nulla per lei se le riesce di ridonare la salute a colui cui ha consacrato la sua fede.
Ma hawi forse amore che si possa paragonare all'amore di una madre? Qual è il sacrifizio che una madre ricusi di fare pel proprio figlio? La penna più eloquente non basterebbe ad esprimere la prepotenza di quest'affetto. Anche nei suoi traviamenti l'amore della donna è infinitamente più intenso di quello dell'uomo, ed allora non hawi legge divina od umana, non riguardo sociale che possa frenarla; ella sacrifica tutto a questa passione che di lei si è fatta signora, e per lei non esiste più che un solo oggetto al mondo. Certamente vi sono madri e spose snaturate e crudeli assai più che padri; ma la cagione di questa stessa crudeltà vuoisi ricercare in un'altra passione assai più imperiosa di ogni altro amore. Ove poi la donna rivolga a Dio i proprii affetti ed a lui li consacri, essa non lo ama più semplicemente qual padre e qual datore di ogni bene, ma arde per lui di speciale amore; quindi la Chiesa chiamò il sesso femminile divoto per eccellenza. In una parola la donna sente assai più fortemente che l'uomo, e perciò in essa le facoltà affettive sogliono predominare sulla ragione e sull'intelletto, ma più ancora su quella che su questo. Imperocché non sono rari gli esempii di donne che si distinsero per facoltà intellettuali eminenti. Ma ove si guardi pel sottile, vedrassit^iOOQLe
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