Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DORDRECHT (SINODO DI) - DORIA
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      mese di novembre del 1421 da un'irruzione delle acque. In questa circostanza furono atterrate le dighe, distrutti più di settanta villaggi e annegate 100,000 persone. La città siede a 18 chilometri e mezzo al sud-est di Rotterdam. Si vuole fondata nel v secolo da Meroveo, ed è certo che è una delle più antiche d'Olanda e che fu capitale della provincia. È situata in luogo naturalmente forte, fornita di buon porto e favorevole al traffico, che consiste massime in grano, vini del Reno e le-
      rame; ed ha una popolazione di 20,000 abitanti.
      patria di Gerardo Vossio e dei due fratelli De "Witt (V.) ; ed è massimamente rinomata pel sinodo tenuto nel 16)8-19 dai Calvinisti per condannarvi certe opinioni degli Arminiani, sinodo i cui decreti sono ancora oggidì seguiti dalla Chiesa riformata d'Olanda.
      DORDRECHT (sinodo di) (stor. relig.). — I dommi troppo severi che Calvino e i suoi primi discepoli avevano stabiliti sulla predestinazione, sulla giustificazione e la grazia, non erano stati generalmente ricevuti nella Chiesa riformata e non vi erano prevalsi senza una viva opposizione. Essi trovarono particolarmente numerosi e ardenti antagonisti in Olanda, dove diedero luogo a lunghe ed ostinate diSputazioni. Arminio, celebre ministro di Amsterdam e poscia professore di teologia all'Università di Leida, tentò di far prevalere principii più moderati. Coloro che li adottarono furono chiamati Arminiani ed anche Rimostranti, a motivo di uno scritto intitolato Rimostranza, che indirizzarono, nel 1610, agli Stati generali delle Provincie Unite.
      La storia di questa controversia che fu cagione del sinodo di Dordrecht del 1618-19 e il suo risulta-mento sono narrati sotto la parola Arminiani (V.).
      DORELLA (bot.). V. Camelina.
      DOREMA (bot.). — Genere di piante della famiglia delle ombrellifere, composto di erbe bienni, glabre
      0 vischiose, pubescenti e di un verde glauco. La dorema armeniacum di Persia somministra la gomma ammoniaca.
      DORENBERG (geogr.). — Comune nel litorale veneto-istriano, provincia e distretto di Gorizia, con 2235 abitanti.
      D0RGALI (geogr.). — Comune nella provincia di Sassari, circondario di Nuoro, con 3991 abitanti.
      DORIA (geneal. e biogr.). — Una delle quattro più nobili, più potenti e più antiche famiglie di Genova.
      1 Dori a, del pari che gli Spinola, erano del partito ghibellino ; i Grimaldi ed i Fieschi del partito guelfo. Queste quattro famiglie, sempre rivali, hanno empiuto per molti secoli la storia di Genova dei disastri ch'esse subivano e che infliggevano a vicenda. Nulladimeno tutte e quattro conservarono la loro potenza in mezzo a guerre eterne, perchè trovavano, malgrado l'esilio e le persecuzioni, soccorsi nell'amore dei loro vassalli e difesa nella forza dei loro castelli. L'illustrazione dei Doria ha incomin-ciamento coi primi fatti della storia di Genova. Le cronache di quella Repubblica non risalgono oltre l'anno 1100, e fino da tale epoca si veggono alcuni Doria tenervi le prime magistrature. Ma nel secolo xn furono solamente gli uguali degli altri gentiluomini, mentre durante il xn e fino all'anno 1339 loro furono superiori. In tale periododi tempo le quattro famiglie ora nominate si elevarono al dissopra di tutta la nobiltà, e la Repubblica non si scosse più che per sapere quale delle quattro comandato avrebbe a tutte le altre. Nel 1339 il popolo di Genova si stancò d'ubbidire a tale oligarchia orgogliosa, che consumava per alcune contese di famiglia tutte le forze della patria. I Doria, gli Spinola, i Fieschi ed i Grimaldi furono esiliati senza distinzione di Guelfi o di Ghibellini. La nobiltà fu esclusa dal governo, e la Repubblica si diede per capo un doge, che doveva essere essenzialmente creatura del popolo. Siffatto terzo periodo, nel quale i Doria rimasero esclusi dalla magistratura suprema, e che durò dall'anno 1339 all'anno 1528, non è il meno glorioso per questa famiglia ; in quel tratto di tempo ha prodotto maggior numero di grandi uomini e soprattutto di ammiragli insigni. Finalmente, nel 1528, Andrea, che fu chiamato il padre ed il liberatore della patria, cambiò di nuovo la forma del governo, e ne aperse l'ac- k cesso alla nobiltà. I Doria, d'allora in poi, Bono stati a Genova superiori per riputazione, ma uguali in diritto a tutti gli altri nobili.
      Si divisero man mano in più rami ed ebbero stanza non solo in Genova, ma in Roma ed in Napoli. Noi non r.e seguiremo le parziali genealogie, ma solo faremo memoria dei personaggi più cospicui, a qualunque dei rami appartenessero. Tre magnifici palazzi sono in Genova che recano il nome di Doria: quello in piazza del Principe che apparteneva ai Fregoso, e che Andrea il grande ottenne nel 1522, e sopra i disegni di Perin del Vaga abbellì ed aggrandì, appartenente ai Doria-Pamphilj ; l'altro in via Nuova del marchese Doria; il terzo in piazza della Nunziata del marchese Leon Lamba Doria, oltre la villa a Pegli, anticamente dei Centurioni. In Napoli nella piazza dello Spirito Santo sorge il nobile palagio dei principi d'Angri di casa Doria. Dei suntuosi palazzi che ha questa famiglia in Roma parlasi all'articolo Pamphllj.
      Andrea viveva nel 1150. Sposò intorno a questo tempo la figliuola di Barrisone re di Sardegna, che varii autori appellano solo giudice di Arborea.
      Niccolò, sul finire del secolo xn, era uno dei più cospicui capitani genovesi, stato alla spedizione contro la Sicilia nel 1191.
      Giacomo, che vivea nel 1270, fu dei quattro savii destinati a dettare la storia della Repubblica genovese.
      Simone abitava in Napoli intorno alla stess'epoca, ed era in gran voce di trovatore. È autore di una Tenzone con Lanfranco Cicala, e di un'altra con Giacomo Grillo.
      Perclvalle, della stessa prosapia, governatore e podestà d'Avignone e d'Arles per Carlo 1 re di Sicilia, filosofo e poeta assai buono, è autore di più poesie provenzali ed anche italiane, come dice il Quadrio, e di una provenzale specialmente sulla guerra tra Carlo I e Manfredi re di Sicilia, in cui si mostra favorevole al primo e maltratta il secondo. Morì in Napoli l'anno 1276; nel 1255 era andato ambasciatore di quella città ai Lucchesi e ai Fiorentini, e nel 1258 fu collo stesso titolo inviato con altri nobili genovesi ad Alessandro IV; e forse è lo stesso ch'era già stato podestà in Parma nel 1234,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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