Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DORIA DRAGONETTOimpedire nuove congiure, i Genovesi ricorsero al Doria, che colla sna interposizione fece che il disegno andasse vuoto d'effetto. Nel 1542, di ottantacinque anni, tornò in mare onde attaccare i Turchi, suoi vecchi nemici, che, capitanatila Dragut Reis, mandavano a guasto la costa del reame di Napoli II Doria vi perdette alcune delle sue galee che furono sorprese dai Turchi, ma Dragut fece vela fuggendo verso il Levante. Finalmente nel 1556 rinunziò il comando al suo nipote Gian Andrea Doria, che venne confermato ammiraglio da Filippo II.
      Fig. 2172. — Andrea Doria.
      Andrea morì nel suo palazzo in Genova nel novembre del 1560, in età di novantaquattro anni. Non lasciò prole, nè grandi sostanze, come quello che era largo nello spendere e liberale. I Genovesi tributarono molti onori alla sua memoria e ne piansero la morte come pubblica calamità. Fu il Doria uno dei più grandi uomini che producesse l'Italia nel medio evo, e uno dei pochi uomini fortunati insino a morte.
      Vedi : Casoni, Annali di GenovaBotta, Storia éCItalia — Varese, Storia di Genova — Cappelloni, Vita del principe Doria (Venezia 1565 e 1569, in-4°, con ritratto, assai rara) — Sigonio, De vita et gestis Andrete Dori te, Melphia principia (Genova 1586)
      — Giraldi, De gestis Andrea Doria (Leida 1696)
      — Grillo-Cattaneo, Elogio storico di Andrea Doria
      — e l'altro elogio del Bianchini (Parma 1781) —¦ Richer, Vie d'Andr. Doria, général des armées na-vales de France sous Francois 1 (Parigi 1783).
      DORIA Dragonetto (biogr.). — Della famiglia dei Bonifaci, fu coltissimo rimatore del secolo xvi, figlio di Giovanni Bonifacio e fratello di Berardino d'Oria, i quali rinunziarono al cattolicesimo, sedotti forse da Pietro Martire Vermiglio, predicatore allora in Napoli delle dottrineluterane. A Giovanni Berardino, in cui la famiglia de*Bonifaci, marchesi della città volgarmente chiamata Oria, in latino Uria, principiDORIA PAOLO MATTEO* 941
      di Francavilla e di Casalnuovo in Puglia, miseramente si spense, dedicò il Dolce la sua tragedia Ifigenia, e l'edizione del Petrarca, presso il Giolito, 1560. Era dotto e universalmente stimato ; ed egli fu che nel 1558 fe' pubblicare in Basilea dalle stampe di Pietro Perna, in-8°, il bel trattato di Antonio Galateo, intitolato: De situ Japigia, e lo dedicò a Luigi Giorgi, gentiluomo veneziano. Scriveva in versi latini elegantemente e un suo libro col titolo: Miscellanea hymnorum, epigrammatum et paradoxo-rum, fu impresso, dopo la sua morte, in Danzica per opera di Andrea Volsio, nel 1597, in-4°, con un breve racconto della vita di lui. Per la sua apostasia i suoi Stati ricaduti al fisco passarono in signoria della casa Borromeo da Milano, e san Carlo, come dice il Fontanini, per distribuirne il prezzo in elemosine, se ne spogliò affatto ; onde poi, nel 1575, Filippo II, per mezzo del cardinale di Granvela Antonio Perenoto, suo viceré in Napoli, ne investì con tutte le prerogative David Imperiali, gentiluomo principale della repubblica di Genova, i cui posteri attualmente li posseggono.
      DORIA Paolo Matteo (biogr.). — Nato a Genova nel 1675, morto a Napoli nel 1743, abbandonò, giovine ancora, ignorasi per qual motivo, la patria e trasferissi a Napoli, ove ultimò gli studii e strinse dimestichezza con eletti ingegni. Dopo aver composto alcuni versi amorosi, com'era l'andazzo di quei tempi, i quali, benché si risentano qua e là pei concetti e per lo stile del secolo in che furono scritti, tuttavia sono vivi, brillanti e non di rado castigati, ei diede opera alla geometria ed alle scienze matematiche, e pubblicò alcune operette di siffatto genere, fra le quali una Duplicationis cubi demonstratio, inviata alla regia Accademia di Londra. Rinvigorito da studii siffatti, ei diede poscia in luce due trattati, Della vita civile e Dell'educazione del principe (ristampati dai Cugini Pomba a Torino nel 1852), i quali eccitarono la curiosità dei dotti, gli encomii e le critiche dei giornalisti, e sparsero largamente la fama dello scrittore. 11 Denina e il cardinale Gerdil, in ispecie, ne fecero grandi elogi.
      La fama di eccellente scrittore in argomenti politici non bastando al Doria, prese a coltivar caldamente le discipline filosofiche, dettò tre dialoghi intesi a sostenere le teorie e a rafforzare di nuovi ajuti i cattivi ragionamenti di Cartesio, e per difendere il suo nuovo maestro incappò, senza avvisarsene, nello spinozismo. Fatto di poi accorto dell'errore, surse invece a combattere il filosofo francese ne' suoi Discorsi critici filosofici intorno alla filosofia degli antichi e de' moderni, in particolare intorno alla filosofia di Renato Descartes (Napoli 1724) a'quali aggiunse un breve compendio di metafisica. Questi dialoghi furono acremente impugnati da'Cartesiani, in ispecie da un GregorioCaropresa; ma la folla dei critici crebbe allorché, nel 1728, pub-blicavansi in Napoli i due volumi del suo voluminoso trattato Intorno alla filosofia, dedicato a Carlo Eminanuele, principe di Piemonte. Il principe della Scalea, profondo veneratore di Cartesio e degli scrittori di Poi-to-Reale, mostrossi accanitissimo nel combattere il Doria, e nel 1733, con un grosso volume intitolato Ricordo sulle principali materie della prima filosofia, uscì ad assalire con aspri modi ilv^rOOQie


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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