Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DORILEO
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      provare che gl'Ili ei fossero d'origine dorica egualmente che le due altre tribù (Miiller, Dor., i, c. 3, sez. 2) ; ma noi propendiamo ad inferire dalle tradizioni come pure dalle doppie divinità dei Dorii, che i veri Dorii fossero compresi nelle altre due tribù, e che gli Eraclidi fossero una potente famiglia achea, unita con loro nello stesso modo, ma con nodo più forte, che gli Etoli sotto Oxilo, i quali vuoisi abbiano pure preso parte in quella spedizione. Gli Eraclidi pertanto, insieme coi loro alleati Etoli e Dorii, sciogliendo da Naupatto, attraversarono il golfo corintio, invasero e soggiogarono l'Elide, che fu assegnata al capo degli Etoli, e rivoltisi a mezzodì, conquistarono successivamente con più o meno difficoltà la Messenia, la Laconia, l'Argo-lide, Corinto e la Megaride. Nella Laconia unissi a loro la famiglia cadmea degli Agicli, che ajutaronli nella fastidiosa guerra contro Amicle e presero di poi parte nelle colonie di Tera e Cirene.
      Questa invasione, che tanto influì sulle sorti della Grecia, fu di carattere assai simile al ritorno degli Israeliti in Palestina. Gl'invasori, che, come i discendenti di Abramo, traevano seco le mogli e i figliuoli, comechè non abbandonassero per avventura del tutto l'ultimo loro stabilimento, che era tuttavia chiamato e considerato dorico (Tucid., r, 107), sommavano al più a 20,000 guerrieri (Moller, Dor., i, cap. 4, sez. 8). Erano perciò molto inferiori di numero agli abitanti de' paesi che conquistarono; ma la superiorità della loro tattica peculiare assicurava loro una facile vittoria nel campo, e pare s'impadronissero di tutti i luoghi forti per mezzodì lunghi assedii o di qualche felice sorpresa; giacché erano al tutto ignari dell'arte di prendere le città murate. Il governo che i Dorii stabilirono in tutti i paesi da loro invasi e conquistati fu, com'era da aspettarsi, molto analogo a quello che l'invasione normanna introdusse in Inghilterra, cioè un'aristocrazia di conquista ; giacché mentre gl'invasori fortunati rimanevano su di un piede di eguaglianza fra loro, tutti gli antichi abitanti del paese erano ridotti ad inferior condizione, come i Sassoni in Inghilterra, e si chiamavano itepi'otxot, ossiano abitanti d'intorno alla città (Niebnhr, Storia di Roma; Tucid., i). La costituzione di Sparta in particolare era un'aristocrazia di conquista per quanto concerneva le relazioni tra gli Spartani e i Lacedemoni, mentre gli Spartani in particolare vivevano sotto una democrazia con due magistrati principali che avevano bensì nome di re, ma pochissimo del regio potere possedevano. 11 nome solito a darsi alla costituzione di uno Stato dorico era quello di ordine (xócjjux) ossia principio regolativo, e ciò perchè i legislatori dorii miravano principalmente, se non esclusivamente, a stabilire un sistema di disciplina militare e a promuovere quella stretta subordinazione che ne risulta. A tale effetto la popolazione dorica attendeva del continuo a pubbliche danze ordinate a coro, nelle quali si rappresentavano le evoluzioni di un esercito, e che servivano come di prova per una vera guerra. Siffatte danze erano consacrate al nume dorico, Apollo, che veniva rappresentato come inventore della lira, loro accompagnamento originario, e anche come dio della guerra e del civile governo, siccome presidente Nuova Encicl. Ital. Voi.
      all'oracolo delfico che regolava tutte le leggi dei Dorii; ma questo non è se non una espressione del fatto che la musica era uno stromento importante nell'ordinamento civile e militare di uno Stato dorico. Apollo aveva una divinità compagna nella sorella Artemide, il che indica un'antica divisione della razza dorica in due tribù distinte (Niebuhr, Stor. di Roma).
      La necessità di siffatta religione e di siffatto sistema di culto che ne dipendeva vuoisi spiegare per mezzo della relazione esistente fra i Dorii e i loro Ttspcoixoi. Per mezzo di straordinaria prodezza e disciplina avevano essi acquistato quel loro grado, e solo mediante la continuazione di siffatta superiorità potevano sperare di mantenersi nella stessa condizione. E perciò era necessario che mentre il grosso della popolazione era occupato quanto più si poteva in lavori d'agricoltura, l'aristocrazia dorica godesse di agio bastante, e fosse indotta da tutte le attrattive della religione e del diletto a praticare quegli esercizii marziali nei quali tanto le importava di primeggiare. A siffatta disciplina vuoisi pure attribuire la straordinaria austerità che predominava nella più parte dei comuni dorici. Le donne dorie godevano di una considerazione insolita presso i Greci. Le sissizie, ossiano mense comuni, che avevano luogo nella maggior parte degli. Stati dorici, miravano ad avvertire la classe privilegiata che, vivendo in mezzo ad una popolazione conquistata ma numerosa, non doveva credere di avere un'esistenza individuale, ma dover vivere per amore del suo ordine (xó       Oltre agli stabilimenti dorici già accennati, questa razza piantò più colonie, di cui le più importanti furono stabilito lungo la costa del sud-ovest dell'Asia Minore. Rodi, Cipro, Corcira e la Sicilia vantavansi pure di popolazione dorica ; Bisanzio e Calcedone erano colonie megaresi; e in Italia le celebri città di Tarento e Crotone vennero fondate sotto l'autorità di Sparta.
      Tutte le quistioni relative alla storia o alle peculiarità della razza dorica sono pienamente trattato nell'opera di Mtiller che abbiamo più volte citata, nel 2° capo del Lehrbuch der Griechischen Staatsalterthiimer di K. F. Hermann (Heidelberg 1836), e nello Spartanische Staatsverfassnng del dott. Lachmann (Breslau 1836). Questi adotta la duplice divisione originaria dei Dorii, ma pensa che le due prime tribù fossero gl'Illei e i Dimani, mentre i Panfilii sarebbero stati semplici volontarii che si unirono alla spedizione del Peloponneso.
      D0RILE0 (lat. Dorylceum, Doryleum, Dorylceium e Dorylaum, gr. AopuXaiov, AopXaetov e AopuÀXetov, oggidì Eski-scer) (geogr. ant.). — Antica città della Frigia, notata da Strabone (p. 576), da Stefano Bizantino (*. v.), da Eustazio (ad Dionys. Perieg., 815), Tolomeo (v, 2) e Plinio (v, 29), come pure dalle medaglie dell'epoca imperiale, su cui leggesi semplicemente l'epigrafe greca AopiX«wv. Il dotto viaggiatore Leake, rammentato più fiate nei nostri articoli di geografia antica, ci assicura che l'antica Dorileo è la odierna Eski-scer (Asia Minor, p. 18), traversata da un torrentello il quale congiungesi appiè dei monti col fiume moderno Pursek, antico Timbre (Tymbres, Tanbrogius, Timbrius ed Or-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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Ili Miiller Dor Dorii Dorii Eraclidi Etoli Oxilo Eraclidi Etoli Dorii Naupatto Elide Etoli Messenia Laconia Argo-lide Corinto Megaride Laconia Agicli Amicle Tera Cirene Grecia Israeliti Palestina Abramo Tucid Moller Dor Dorii Inghilterra Sassoni Inghilterra Niebnhr Storia Roma Tucid Sparta Spartani Lacedemoni Spartani Stato Apollo Nuova Encicl Dorii Stato Artemide Niebuhr Stor Roma Dorii Ttspcoixoi Greci Asia Minore Cipro Corcira Sicilia Bisanzio Calcedone Italia Tarento Crotone Sparta Mtiller Lehrbuch Griechischen Staatsalterthiimer Hermann Heidelberg Spartanische Staatsverfassnng Breslau Dorii Illei Dimani Panfilii Peloponneso Doryleum Dorylceium Dorylaum Xaiov AopXaetov AopuÀXetov Eski-scer Frigia Strabone Stefano Bizantino Eustazio Dionys Tolomeo Plinio AopiX Leake Dorileo Eski-scer Asia Minor Pursek Timbre Tymbres Tanbrogius Timbrius OOQle Ital Apollo Stati Rodi Lachmann Antica