Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DORINA — DORISCOphteus.lùv., xxxviii, 18; Plin., vi, 1 ; Argonaut., 713), tributario del Sangario, scaturiente al S. di Kutaja, rasentando questa città, ed unendosi al Sangario stesso, alla distanza di 4 ore al N. E. di Eski-scer, le cui tenne sono rammentate in Ateneo, e ne viene indicata l'acqua come a bersi dolcissima (u, p. 43). Eranvi antiche strade da Dorileo a Filadelfia, ad Apamea Oiboto (Apamaja Cibotus, dal greco xtSwxó;, cassa, forziere, oggidì Denair), a Laodicea Combusta (per la natura vulcanica del suo suolo, ora La-dik), ad Iconio, Germa e Pessino, circostanze tutte che militano per ravvisare Dorileo nell'odierna Eski-scer od in un luogo a questa adjacente. Se ne scorgono le rovine sulla vasta pianura in cui sorgeva un di, ma non sono di gran rilievo.
      L'origine di Dorileo si perde nella notte dei tempi antichissimi, citandosene il nome soltanto nelle guerre accanite tra Lisimaco, ajutante di campo del Magno Alessandro e poi re di Tracia, ed il famoso Antigono, altro degli aiutanti, padrone della Frigia, Licia e Panfilia, nel 315 av. Cr. (Diod., xx, 108), dal che si può dedurre che la città fosse anteriore all'epoca memorabile del grande Macedone. Lisimaco, per far fronte al rivale, collegato a suo danno con Seleuco, Tolomeo e Cassandro, tutti e tre sommi duci e confidenti dell'estinto Alessandro, eresse un campo trincerato a Dorileo, per la copia delle vettovaglie che questa offriva, e pel fiume che le scorreva dappresso. Tre secoli più tardi, i Dori-lesi furono tra coloro che fecero causa comune con molti altri abitanti della Frigia contro L. Fiacco, pretore nel 62 av. Cr. della provincia di Asia, accusandolo nanti al Senato romano di malversazione. Cicerone assunse la difesa dell'accusato, e nella sua orazione (prò Flacc., c. 17) chiama i Dorilesi pastori (Dorylenses pastores), dal che possiamo inferire che allora, come adesso, vi fosse abbondanza di pascoli, greggi ed armenti nelle vicinanze della città. Le strade che partivano da questa e la sua posizione servono a provare che la medesima dovette essere piazza importante finché durò l'occupazione romana dell'Asia, e sappiamo dagli storici posteriori che fu luogo assai fiorente ai tempi dell'impero bizantino.
      DORINA (hot.). — Genere di piante della famiglia delle sassifraghe, contenente erbe annue o vivaci, con fiori gialli. Sistematicamente crysosplenium.
      D0RI0 (lat. Dorium, gr. Awpiov, oggidì Sulima) (geogr. ani). — Città antichissima della Messenia, celebrata da Omero per l'infortunio di cui fu vittima il bardo Tamiri, essendovi rimasto cieco in pena delle sue millanterie, che avrebbe sorpassato nel canto le stesse Muse, come leggesi nel 1. ii, vs. 791 e seg. dell'Iliade (trad. Monti, ediz. Le Mounier) :
      Dorio, famoso per l'acerbo scontro Che col tracio Tamiri ebber le Muse Il giorno che d'Ecalia e dagli alberghi Dell'ecaliesc Eurito ei fea ritorno. Millantava costui che vinte avria Al paragon del canto anco le Muse, Le Muse, figlie dell'Egioco Giove. Adirate le dive, al burbanzoso Tolser la luce e il dolce canto e l'arte Delle corde dilette animatrice.
      Strabone asserisce che fu detto da parecchi, essere Dorio una montagna, e da «altri una pianura-ma non eravi a' suoi tempi traccia alcuna del luogo, sebbene molti lo avessero identificato con un altro luogo che dicevasi Oluride (Oluris, yO)>oupt?) od Olura (Olura, "OXovpa), nel distretto messenio di Aulone (Strab., vm, pag. 350). Pausania colloca invece le rovine di Dorio sulla strada che dalla città di An-dania, capitale della Messenia, metteva a Ciparissia sulla costa occidentale, notando che, lasciata An-dania, ei si recò dapprima a Policne, e, traversati i fiumi Elettra e Ceo, giunse poi alla fontana di Acaja ed alle macerie di Dorio (Paus., iv, 33, §7); sembra pertanto che l'odierna pianura di Sulima sia il distretto dell'omerico Dorio.
      Vedi : Leake, Morea (voi. i, pag. 484) — Curtius, Peloponnesos (voi. n, p. 154).
      DORIPPE (eool). — Genere di crostacei decapodi della famiglia dei brachiuri, appartenente alla suddivisione che ha i piedi del quarto e del quinto pajo elevati sul dorso e non terminati in remi, e gli occhi sostenuti da semplici peduncoli.
      Fig. 2176. — Dorippe lanata, a) Piede mandibolare sinistro esterno.
      Questo genere è probabilmente indigeno delle coste dei climi caldi, dove l'acqua è profonda, fra cui voglionsi porre quelle del Mediterraneo, dell'Adriatico e di Manilla. Non se ne conoscono gran fatto le abitudini. Stanno a grande profondità, nè ancora si sa bene se servansi dei piedi rilevati sul dorso per coprirsi, come le dromie, di corpi estranei, il che è assai probabile. Citeremo la dorippe lanata di Latr., Lain., dorippe facchino del Risso, indigena del Mediterraneo e dell'Adriatico, e distinta pei caratteri seguenti: quattro addentella-menti sul dinanzi, ed una punta laterale assai forte, che forma nello stesso tempo l'angolo della testa e il margine esterno dell'orbita; breve punta alla metà di ciascun lato del guscio; margine anteriore delle cosce del secondo e terzo pajo di piedi senza spine ; dita delle chele compresse e arcuate in dentro, con margine interno armato di denti piuttosto forti, obliqui, eguali e bianchi; corpo spesso coperto di una calugine rossiccia.
      DORISCO (lat. Doriscus, gr. A&pmxo;) (geogr. ant.\ — Città litorana dell'antica Tracia, in una pianura all'O. del fiume Ebro (Ebrus, odierno Ma-rie za), la quale dicevasi perciò la pianura dorischia o di Dorisco (Aopwxo? TteSi'ov). Durante la spedizione
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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