Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DOROTEO - DORSALE
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      in calce a' suoi Monumenta variorum de Mosis, Prophetarum et Apostolorum vita (1714). Questa sinopsi è una mal digesta congerie di relazioni favolose, quantunque contenga alcune cose altresì assai importanti per l'istoria ecclesiastica (Cave, Hist. Lit., i, pag. 115, ecc.).
      Sonvi altri scrittori ecclesiastici di nome Doroteo, dei quali poco o nulla è noto. Lo studioso ne troverà una lista in Fabricio (Bibl. Grac., vii, p. 452).
      DOROTEO (biogr.). — Celebre giurista, professore di legge a Berito, fu uno dei compilatori principali del Digesto di Giustiniano, il quale lo invitò a trasferii si a tal uopo da Berito a Costantinopoli (Const., Tant., § 9). Egli ebbe parte altresì, con Triboniano e Teofilo, nella composizione delle lnstituta(Procem. Inst., 93), e fu uno dei professori cui fu indirizzata nel 533 la costituzione Omnem, regolatrice del nuovo sistema d'educazione legale. Nell'anno susseguente ei fu chiamato con Triboniano, Menna, Costantino e Giovanni a formare la seconda edizione del Codice inserendovi le cinquanta decisioni ed altre modificazioni richieste pel suo «miglioramento (Const., Cordi, § 2).
      Aut. Agostino (citato da Suarez, Notit. Basii., § 29), nei suoi Prolegomeni alle novelle di Giustiniano, asserisce che Matteo Blastare attribuisce a Doroteo una greca interpretazione del Digesto, non cosi estesa come quella di Stelano, nè cosi concisa come quella di Cirillo. 11 passo però citato da Agostino non trovasi nel Prooemium del Syntagma di Blastare, pubblicato dal vescovo Beveridge nel secondo volume del suo Synodicon. Fabroto (Basii, vi, pagina 259) asserisce senza fondamento: Dorotheus scripsit tò 7rXdro;, vale a dire una traduzione greca del testo del Digesto. Che Doroteo commentasse il Digesto rilevasi dalla Basii, iv, pp. 336, ecc. Bach asserisce (Hist. Jur. Bom., lib. iv, c. 1) cli'ei scrisse VIndex del Codice, ma non cita veruna autorità in appoggio della sua asserzione,posta in dubbio da Polii (ad Suares.Not. Bas.). Doroteo morì durante la vita di Stefano, che lo chiamai uaxapmf)? nella Basii, iif, 212.
      DOROTEO (biogr.). Pittore in Roma a' tempi di Nerone, visse circa l'anno 60 dell'era nostra, e fece una copia della celebre Venere Anadiomène di Apelle che ammiravasi nel tempio di Giulio Cesare. Questo capolavoro della greca pittura sul legno era stato trasportato dalla Grecia, assai danneggiato, a Roma, ove Augusto lo collocò nel sacrario del padre suo, e niun pittore si attentò restaurare la parte inferiore guasta. Ma sotto Nerone la tavola fu i osa dalle tarme, sì che questo imperatore commise a Doroteo, probabilmente un greco, di farne una copia parimente sul legno. Di questa copia non ci fu tramandata veruna notizia.
      D0R0W Guglielmo (biogr.). — Celebre archeologo, nato il 22 marzo 1790 a Konigsberg, morto in Halle il 16 dicembre 1^46, studiò a Marienburgo e trasferissi dipoi a Parigi, ov'ebbe, nel 1812, un posto nell'ambasciata prussiana. Nel 1813 arruolossi volontario nei cacciatori in Breslavia, e prese parte a tutte le battaglie dopo il principio della campagna. Adoperato più volte in missioni diplomatiche dal cancelliere Hardenberg, Dorow fu, dopo la presa di Parigi, inviato all'amministrazione centrale diFrancfort, finché andò, nel 1816, segretario d'ambasciata prussiana a Dresda, e nel 1817 a Copenhagen. Appresso ei fondò a Bonn il Museo d'antichità patrie, ed intraprese nel 1827, a spese del Governo prussiano, un viaggio in Italia, ove fece importanti scavi e scoperte nell'antica Etruria, e fondò la bella raccolta d'antichità etrusche che adorna il Museo di Berlino. De' suoi scritti meritano menzione i seguenti: Opferstdtten und Grabhiigel der Germanen und Ròmer am Bhein {Whiesbaden 1819-1821); Denkmale german. und ròmis. Zeit in den rheinis-westfàl. Provineen (Stoccarda 1823-1827); Denkmdler alter Sprache und Kunst (Bonn e Berlino 1823-24) ; Notizie intorno alcuni vasi etruschi (Pesaro 1828); Etrurien und der Orient, ecc. (Heidelb. 1829) ; Voyage archéologique dans fan-cienne Etrurie(Parigi 1829). Congiuntamente a Kla-proth ei pubblicò la Collection d'antiquités égyp-tiennes di Palin (Parigi 1829).
      DORPAT (geogr.). — Città della Livonia, ohe nella lingua del paese chiamasi Iherpata, e Tart-Ling in quella degli Estonii. È situata sulle due sponde del Grande Embach ai 58° 22' di lat. N., e 24*22' di long. E., a circa 296 chilom. al N. E. di Riga. Non è luogo di molta importanza nè per commercio nè per popolazione, contando appena 20,780 abitanti, ma è sede di una delle più fiorenti Università della Russia. Questa fu fondata nel 1632 da Gustavo Adolfo in un tempo in cui la Livonia, l'Estonia e l'Ingria appartenevano alla Corona di Svezia, ma venne soppressa da Alessio Michelovic nel 1656. Ricuperato il paese dalla Svezia, fu ristabilita nel 1690, e quindi trasferita, nel 1699, a Pernau. Finalmente nel 1802 l'imperatore Alessandro la ricostituì a favore della Livonia, dell'Estonia e della Cur-landia, la nobiltà delle quali provincie elegge un curatore che coi capi dell'Università ne amministra le rendite, ascendenti a circa 145,000 lire nostrali. L'Università è aperta a studenti di qualunque setta, ed ha quattro facoltà, teologia, legge, medicina e filosofia, con un corpo di trenta professori. Ha una biblioteca di 60,000 volumi, opportune collezioni per la fisica sperimentale, la mineralogia, la zoologia, l'anatomia, la patologia, ecc., un giardino botanico, istituzioni cliniche, un seminario teologico e filologico, uno stabilimento per l'educazione di professori, un ginnasio ed una scuola per formare maestri d'insegnamento elementare. Tutta la pubblica educazione delle mentovate provincie è posta sotto la direzione dell'Università di Dorpat. Evvi pure un rinomato osservatori' largamente dotato e provveduto d'ottimi stromenti.
      D0RRE (Isola) (geogr.). — Giace a N. dell'isola di Dirk Hartog, in lat. 25° 10' S., ad occidente dell'Australia.
      DORSALE (anat.). — Che appartiene al dorso, oppure alla faccia più convessa di alcune parti cosi denominata,come al dorso della mano, del piede,ecc.; cosi abbiamo:
      Arterie e vene dorsali della lingua, le quali sono rami dell'arteria e della vena linguale, e si riferi, scono all'arteria carotide esterna ed alla vena giù* gulare interna.
      Arteria e vena dorsale del pene e della clitoride, somministrata la prima dalla pudenda interna,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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