Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DORSALE RESTA — DORSOe conseguentemente dall'ipogastrica, mentre la vena si apre nelle vescicali e quindi nella vena ipogastrica.
Muscolo dorsale grande, o muscolo larghissimo del dorso (latissimus dorsi; lombo-omerale) (vedi Tav. XXXVI, fig. D, 16) ; muscolo assai largo e sottile, il quale trovasi immediatamente sotto la pelle e si estende dai lombi e dalla parte inferiore del dorso sino al braccio, passando sull'angolo inferiore dell'onioplata e sulla parte posteriore dell'ascella. Esso si attacca da una pai te alla cresta dell't/eo, a quello dell'osso sacro, alla base della faccia posteriore di quest'osso, alle apofisi delle vertebre lombari e delle sei od otto ultime dorsali. Dall'altra parte il gran dorsale incrocicchiandosi coWobliquo maggiore dell'addomine, si attacca alla faccia esterna delle tre o quattro ultime coste, terminando nell'orlo posteriore della scanalatura bicipitale dell'o-mero unitamente al rotondo maggiore. Questo muscolo trae il braccio verso la parte posteriore od interna, imprimendogli un movimento di rotazione in questo senso ; essendo il braccio immobile, esso solleva le coste ed alle volte anche il tronco.
Muscolo dorsale lungo (vedi Tavola XXXIX, fig. B, 6) ; uno dei muscoli che riempiono la scanalatura vertebrale; esso si estende per tutta la lunghezza della spina, confondendosi inferiormente col sacro-lombare, a segno tale che alcuni anatomici
10 riguardarono come formante con questo un solo muscolo, che chiamarono sacro-spinale.
Nervi dorsali; sono dodici paja provenienti dalla porzione dorsale del midollo spinale, ed uscenti dal canale vertebrale pel foro risultante dall'unione delle vertebre del dorso. Dividonsi in rami posteriori (vedi la Tav. LVIII, fig. B).
Vertebre dorsali; nome col quale si chiamarono le vertebre del dorso (V. Vertebre).
DORSALE RESTA {Arista dorsalis) (bot.).— Accade in molte gramigne che la resta di cui sono provvedute non di rado le glume, nasce ora dalla base, ora dal dorso, ora dall'apice; per la qual cosa essa prende, secondo le circostanze, i nomi di basilare, dorsale ed apicilare.
DORSET (geogr.). — Contea marittima nel mezzodì d'Inghilterra, tra ilDevonshire e l'Hampshire. Ha (1871) 195,537 abitanti. Le sue principali città sono Dorchester, Bridport, Poole, Weymouth, Mel-combe Regis, Shaftesbury e Wareham.
DORSET (Tommaso SÀCKVILLE, conte di) (biogr.). — Uomo di Stato e poeta inglese, nato di antica illustre famiglia a Witham (Sussex) nel 1536, morto
11 19 agosto 1608, fu eletto a ventun anno membio della Camera dei Comuni, e pubblicò la sua lnduction o prefazione poetica al Mirror for Magistraies, in cui i grandi personaggi d'Inghilterra raccontano le loro sventure politiche in versi che servirono di modello a quelli di Spenser. Nel 1561 fece rappresentare a Londra una tragedia (la prima tragedia regolare in versi inglesi) intitolata Ferree and Porrex, e dipoi Gorboduc. I suoi scialacqui lo costrinsero a viaggiare in Francia e in Italia per sottrarsi a' suoi creditori, e rimpatriatosi dopo la morte del padre, la regina Elisabetta, sua parente, pagò i suoi debiti, gli conferì il titolo di lord Buckhurst, e lo mandò nel 1570 a Parigi a trattareil suo matrimonio col duca d'Anjou. Membro delle commissioni che giudicarono il duca di Norfolk e l'infelice Maria Stuarda, fu Dorset che significò a questa regina la sua condanna confermata dal Parlamento. Inviato nel 1587 ambasciatore straordinario in Olanda per appianare le vertenze frale Provincie Unite e il conte di Leicester, si tirò addosso l'ira di quest'ultimo, e fu carcerato sino alla morte di lui nel 1588, dopo il quale avvenimento Elisabetta lo creò cavaliere della Giarrettiera e gli affidò varii importanti negozii. Eletto gran cancelliere dell'Università d'Oxford, per poco non divenne primo ministro. Avversario politico del conte d'Essex, di cui confutò i libelli e conosceva i disegni ambiziosi, ei presiedè la commissione che lo dannò a morte. All'assunzione di Giacomo I fu confermato nelle sue cariche e dignità, e nominato conte di Dorset. Le sue lettere, molte delle quali conservansi nella collezione Cotton nel Museo Britannico, addimostrano com'ei fosse abbondantemente fornito delle qualità che si richieggono ad un uomo di Stato, e confermano il giudizio de' suoi contemporanei.
Vedi Hawkin, Origin of the English Drama.
DORSIBRANCHI (eool.). — Nome dato da Cuv.'er al secondo ordine d'annelidi, che hanno gli organi, e massime le branchie, distribuiti quasi egualmente lungo tutto il corpo o almeno in parte. I generi chioda Sav. e cirratulus Lam., per tacere di molti altri, appartengono a quest'ordine. Rimandiamo il lettore a Lamarck (Animaux sans vertebres, toni, v), a Savigny (Eg. annel.) e a Cuvicr (Règne animai, tom. ni), che possono servire di scorta principale intorno a questo soggetto.
DORSO (anat.). — Nome dato alla parte posteriore del petto e che si estende dalla nuca ai lombi (V. Petto). Chiamansi pure dorso della mano, del piede, ecc. le faccie di queste parti che presentano maggior convessità.
DORSO (veter.). — Regione del corpo che nel cavallo è situata tra il garrese ed i reni, avente per base le dodici vertebre dorsali del pari che la porzione del muscolo ilio-spinale che le ricopre.
Il dorso del cavallo non deve essere troppo Iuugo nè troppo corto, non incavato nè troppo elevato e prominente; la sua direzione vuol essere orizzontale, e seguire quella dei reni in modo che queste due regioni importanti del tronco si corrispondano. Le sue parti laterali devono essere rotondate. Se il dorso è incavato vien detto insfilato. Questa disposizione dà alla regione molta pieghevolezza a danno della sua forza; e sebbene il garrese del cavallo insellato sembri sempre elevato, non si deve far caso di quest'apparenza, poiché la sua elevazione nei cavalli così conformati è relativa all'abbassamento del dorso. Quando, invece di presentare una leggiera depressione, il dorso è diritto od anche convesso, s'indica col nome di dorso o schiena di mulo. 11 cavallo che presenta questa conformazione ha le reazioni assai dure, ma questo difetto è compensato da una forza più grande di questa regione, e soprattutto da una maggiore attitudine al servizio del basto, il dorso facendo in qualche modo le funzioni di una vòlta» Il perchè si applicano principalmente a questo servizio l'asino ed il mulo, che presentano solitamente questa conformazione.
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