Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DOTAN — DOTE
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      Ghazna, difesa da Mohammed-Haidar, uno dei figliuoli di Dost. ed il 6 agosto entrò in Kabul, impossibile a difèndere, secondo che egli stimava. Intanto Scià-Shoudja aveva ricuperata la corona, e gl'Inglesi dominavano i luoghi forti della regione; ma il detto principe era oltre ogni dire impopolare, e la mala contentezza della popolazione traspariva per ogni dove ; Dost erasi rifuggito nel Kon-duz, e, radunato un forte esercito, tosto levò in armi il paese; ma*battuto due volte dal generale Dennie, volteggiò astuto, e finse sottomettersi al commissario inglese Mac-Naghten, il quale, vinto dalle apparenze, trattollo con benevolenza, e lo lasciò spaziare nell'India. Questo era il prodromo della rivoluzione, che alcuni anni di poi scoppiò con prodigiosa intensità; le guarnigioni inglesi ebbero a rendersi per fame, gli stranieri erano perseguitati ovunque, il commissario generale inglese ucciso per mano di Akbar-Kan, figliuolo di Dost, il quale capitaneggiava gl'insorti, che ruppero e scacciarono le truppe estere.
      Dost-Mohammed riparò i disastri cagionati al suo paese dalla politica inglese ; il commercio riprese vigore, i mercatanti dell'Asia affluirono, come per lo addietro, a Kabul. L'emiro aveva iu animo di ricostruire a proprio vantaggio l'impero degli Afgani, sentendosi di molto superiore a' suoi fratelli, e con sottile intendimento aveva disposata sua figlia, Bododjan, a Seid-Mohammed, figliuolo di Yar, il quale successe a suo padre nel 1852. Dopo vani tentativi per impadronirsi di Herat, Dost trovossi padrone effettivo di Kandahar; sendo morto nel 1855 suo fratello, egli fu riconosciuto tutore dei nipoti suoi, ed era in tanta altezza, che conchiuse coll'Inghilterra un trattato di amicizia, segnato il 30 marzo a Pashaver dal figliuolo suo Gulam-Haidar-Kan e dal commissario inglese sir Lawrence. Sembra che sul finire dell'anno 1855 in editasse un colpo ardito sopra Herat; ma mentre ei preparava una spedizione, giungeva innanzi la città, nella primavera del 1856, un esercito persiano, che impadronissi della città il 26 ottobre dello stesso anno. Dost prudentemente non s'impegnò nella lotta disuguale; ma alla fine, per opera degli Inglesi, fu investito della sovranità Ahmed-Kan, nipote di Dost. 11 novello sovrano vide che convenivagli tenersi colla Persia, e sventò i disegni misteriosi dell'Inghilterra e di suo zio; ma, nel 1862, il governatore di Ferah o Furrah, nel tentare di rendersi indipendente, per istigazione del re di Kabul, Ahmed-Kan, mosse contro di lui. Questi chiamò in suo soccorso Dost, il quale, giudicando l'occasione favorevole, corse sulla città, battè suo nipote e andollo ad assediare in Herat, sotto le cui mura, preso da malattia, morì nel mese di maggio. Finì così un principe di settantott'anni, triste ccme e quanto può essere un barbaro, il quale nullameno levò rumore per quarantanni non solo in Asia, sì ancora in Europa.
      Vedi Mohan Lai, Life of the Atnir Dost Mo-hanmed Khan, of Kabul, with his politicai pro-ceeding towards the English, Russian and Persian governments, including the victory and disastres of the british army in Afghanistan (Londra 1846, 2 voi. con molti ritratti).
      DOTAN (lat. Dothan e Dothain, dall'ebr. Dothan, gr. AwGasiu. e Ao>0aia) (geogr. ant.\ — Città della Palestina, rammentata dalla Genesi (xwn, 17) pelle strane avventure di Giuseppe, figlio di Giacobbe, che trovò ivi i suoi fratelli, trasferirvisi colle loro greggi da Sichem, e fu sullo stesso luogo venduto da essi ai mercanti ismaeliti, transitanti alla volta d'Egitto. Se ne fa inoltre menzione nel iv dei Re (vi, 13), per la, cecità di cui furono colpiti i soldati del re di Siria alle preci di Eliseo, il quale liberò così il popolo israelitico da' suoi nemici. Dal primo passo si rileva ch'era posta sulla grande strada commerciale tra Galaad e l'Egitto, ed infatti Eusebio (Onomasts. v.), e poi san Girolamo, la pongono a circa 18 chilom. da Samaria (odierna Sebaste), ove incontrasi anche oggidì un villaggio collo stesso nome di Dotati, uu po' all'È, della strada di Nablus (Neapolis), al S. 0. di Jenin (Gi-nea). Ciò si accorda benissimo con quello che si legge nel libro di Giuditta (iv, 6), ove è ricordata insieme con Betulia come posta in alto, rimpetto alla pianura di Esdrelon, verso l'aperta campagna, f dicendosi poi chiaramente al c. vii, vs. 4, ch'era sui monti contornanti la ora mentovata pianura al S. Non è pertanto attendibile l'opinione di coloro che pongono Dotan 5 chilometri al S. E. della odierna Safed, che sorge, secondo alcuni viaggiatori, sull'area dell'antica Betulia, seguendo la tradizione popolare, che fosse ivi il pozzo da cui fu estratto Giuseppe per essere venduto, e affermando esservi anche oggidì nel sito stesso un Jean, o ricinto detto Kan Jubb Jusuf, ossia kan dello seavo di Giacobbe, perchè il pozzo annessovi fu creduto lunga pezza e dai musulmani e dai cristiani essere quello appunto della storia di Giuseppe. L'erronea tradizione non ha base, quando si rammenti che Betulia era al S. e non al N. della pianura di Esdrelon, e che Dotan essere doveva nella stessa direzione; tanto più che la giacitura dell'odierna Safed non coincide per nulla con quella dell'antica Betulia, la cui posizione era vicino a Dotan, sulla via maestra da noi succitata, senza che se ne possa peranco precisare il punto.
      DOTAZIONE (atnm. pubbl). — Complesso dei redditi assegnati ad un pubblico istituto, come chiesa, collegio, università, ospedale, ecc. — Nelle monarchie costituzionali la dotazione della Corona è la somma assegnata annualmente al sovrano, detta anche lista civile, e dotazioni dei principi sono le somme assegnate dal Parlamento ai singoli membri della casa reale.
      DOTE (dir. civ.). — La dote consiste in quei beni che la moglie od altri per essa apporta al marito espressamente a questo titolo, per sostenere i pesi del matrimonio. La storia del diritto dotale è assai interessante e merita d'esser brevemente accennata.
      Era costume presso alcuni antichi popoli di condurre le donzelle al mercato e darle in consorte a coloro che offerivano per esse un prezzo maggiore; tale era l'usanza degli Assirii, dei Babilonesi e degl'Illirii, secondo che troviamo narrato da Erodoto (i, 196), il quale aggiunge che il compratore r.on poteva condurre via la sposa senza prestare malleveria pel pagamento. Di questa consuetudine, che Strabone ed Arri ano attestano pure esistenteLjOOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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