Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DBACOSAURO - DRAGO (SANGUE DI) 065
zione del mondo in un poema latino di 365 esametri, sotto il titolo di Hexaemeron, seu opus sex dierum, che fu poi riveduto e compiuto da Eugenio, vescovo della detta città. A questo poema tiene dietro una elegia, nella quale l'autore chiede perdono a Dio degli errori che ha potuto commettere scrivendo della creazione, ed a Teodosio il Giovane, sotto cui visse, del silenzio che osservò nel poema intorno ai suoi trionfi. Esso fu primamente stampato a Farigi nel 1560, in 8°, ristampato a Basilea nel 1564 nella Raccolta del Fabrizio, poi a Francoforte nel 1610 colle note di Weitz, e finalmente a Parigi nell'ottavo volume della Bibliotheca Patrtim (1624).
DRAC0SAUR0 (paleont.). — Rettile marino fossile, con capo piccolo e zampe palmate, di cui trovansi vestigia nel trias.
DRACUNC0L0 (bot.). -— Genere di piante della famiglia delle aroidee.
DRAGA (mecc. e idraul). — Macchina che serve alla escavazione ed alla pulitura dei porti, dei fiumi e dei canali, da cui asporta i ciottoli, le sabbie, la melma e le immondizie. — Si dà pure tal nome ad un più piccolo strumento usato dai naturalisti per raccogliere in fondo alle acque animali e vegetali, portandoli alla superficie.
DR AGHETTI Francesco (biogr.). — Letterato italiano del secolo xvi, della cui vita sono ignoti i particolari. Egli è autore di due poemetti berneschi, divenuti rarissimi, intitolati: L'orto delizioso degli sposi novelli e 11 labirinto dei mal,maritati (Bologna 1621), e di una commedia in dialetto bolognese, talmente rara che sfuggì «alle ricerche di Allacci, che erasi proposto registrare nella sua Drammaturgia (Venezia 1755) tuttev le commedie composte in Italia. Essa è intitolata Lamento diTugnol da Mnicrbi.....ridutto a modo di' commedia,
ed ha per subbiotto la disperazione d'un contadino cui fu rubata la borsa.
DRAGHI Antonio (biogr). — Compositore musicale, nato a Ferrara nel 1642, morto nella stessa città nel 1707, cominciò a comporre in età assai giovane, e fece rappresentare la sua prima opera nel 1663. Ei dimorò venticinque anni al servizio della Corte di Vienna. Pochi compositori furono fecondi a paro di Draghi, il quale merita perciò un posto distinto nella storia della musica. Delle sue opere numerosissime citeremo le seguenti : Muzio Scevola (1666); Atalante (1609) ; Leonida in Tegea (1670); Penelope (1670) : Cidippe (1671); Gli Atomi d'Epicuro (1672) ; La Lanterna di D ogene (1674); Il Ratto delle SabineA) ; 1 Pazzi Abderiti (1675); Pirro ( 1675) ; Lucrezia ( 1676) ; La conquista del vello d'oro (1678) ; Flaminio (1679); Temistocle (1681) ; Il marito ama più, la moglie ama meglio (1688), ecc., ecc. Egli compose altresì messe, mottetti, oratorii, e fra questi ultimi sono notevoli Le cinque piaghe di Cristo (1677).
VediFétis, Biographie Universelle des Musiciens.
DRAGHI Giovanni Battista (biogr). — Pittore genovese, morto nel 1712 in età d'anni cinquantacinque. Fu scolaro del Piola, dal quale apprese la speditezza ; nel rimanente si formò uno stile tutto proprio, e lavorò molto in Parma e più in Piacenza, dove morì. 11 suo fare ha qualche traccia dellescuole bolognese e parmigiana; ma nelle teste e disposizione dei colori si scorge alcun che di nuovo e di suo che lo fa avvisar pittore originale. È veloce, ma sempre esatto, nè mai trascurato, sempre brioso e piacevolmente bizzarro. Si pregiano sopra le altre sue pitture quelle che condusse nel palazzo Pallavicini a Busseto; in Piacenza le tavole dij&w Giacomo Interciso, di San?Agnese, di San Lorenzo, e la gran tela degli Ordini religiosi che prendono la regola da sant'Agostino.
DRAGLIA (marin). — Fune tesa all'uopo di fare scorrere lungo essa canestrelli ai quali sono allacciati i fiocchi e le altre vele di straglio, o le tirelle su cui ponesi ad asciugare la biancheria. Diconsi pure draglie le funi tese lateralmente da poppa a prora, e mercè delle quali si distendono orizzontalmente le tende. DRAGO. V. Dragone (zool).
DRAGO (conte) Vincenzo (biogr). — Storico, nato intorno il 1770 a C«attaro in Dalmazia, morto il 3 novembre 1836, incominciò e compi i suoi studii in Padova, ove strinse amicizia coi principali letterati e segnatamente con Cesarotti, col quale mantenne sempre viva per lettere una soave corrispondenza d'affetto. Fu versato in parecchie scienze e per molti anni occupò il posto di pretore giudiziario e politico a Trau. Per certa avversione di principii non volle prendere servizio sotto il domìnio francese, e al primo avvicinarsi degli eserciti che stringevano d'assedio la capitale della provincia, moveva spontaneo al campo d'Ezerno a offrire l'opera propria al vincitore. Fin dai primi anni della sua giovinezza aveva formato il disegno di offrire all'Italia una storia compiuta dell'antica Grecia, e a lavoro siffatto si consecrò indefessamente, viaggiando a tal uopo e trattenendosi in molte città ragguardevoli d'Italia, visitando le più illustri biblioteche e facendo ricco tesoro di erudizione e di lingue per meglio raggiungere l'intento. Quest'opera venne in luce sotto il titolo di Storia dell'antica Grecia dalla giunta dei Titani all'incendio di Corinto, aggiuntavi quella della filosofia, delle lettere e delle arti (Milano 1820-36, in 6 voi.). L'istoria però non giunge fino alla presa di Corinto pei Romani, come potrebbe credersi dal titolo, si soltanto fino alla battaglia di Gnido ed al richiamo d'Agesilao intorno il 390 av. Cristo. Quantunque rimasta interrotta per la morte dell'autore, non ha punto rimesso di pregio, non ostante i lavori recentissimi di Grote e Curtius. Seguace del Botta, dell'Angeloni, del Cesari, il conte Drago si attenne rigorosamente all'imitazione dei trecentisti, che venne però alquanto rattemprando di poi. Scrisse anche di Alessandro Macedone, il quale scritto ei voleva dedicale ad Alessandro di Russia. Fu uomo pio, e lasciò numerosa famiglia.
DRAGO (sangue di) (bot., chim. e farm). — Materia resinosa, a cui fu dato un tal nome perchè nel colore somiglia al sangue. Se ne contano parecchie varietà, delle quali verremo parlando.
Sangue di drago delle Molucche, o delle Indie, o sangue di drago usitato. — Deriva da una palma che da Willdenow fu chiamata calamus draco, e che appartiene ad un genere particolare che Rumfio designò colla denominazione di palme a giunchi, perchè il loro stelo, grosso come il pollice o meno,
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