Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DRAGONE (TESTA E CODA DEL)
- DRAKE FRANCESCO
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costa N. È. di Veragua, mettendo in comunicazione il mare dei Caraibi col lago Chiriqui.
DRAGONE (testa e coda del) (astr.). — La testa e la coda del dragone, caput et cauda draconis, sono i nodi ossia i punti d'intersecazione dell'orbita della Luna coll'eclittica. Questi nodi sono comunemente indicati coi seguenti segni: fi testa del dragone, 13 coda del dragone. Gli astronomi hanno abbandonato queste denominazioni, e chiamano nodo ascendente quello per il quale passa la Luna per andare al nord dell'eclittica, nella parte settentrionale della sua orbita; e nodo discendente quello per il quale la Luna ritorna nella parte meridionale della sua orbita.
Il nodo ascendente è la testa del dragone, e dicesi anche anabibaeon (dal greco àva&édSw, io ascendo). 11 nodo discendente è la coda del dragone, e dicesi catabibaeon (dal greco xaTa&SaSw, io discendo).
DRAGONE ROVESCIATO (arald.). — Ordine equestre istituito intorno al 1418 da Sigismondo imperatore, dopo il Concilio di Costanza, per memoria della condanna di Giovanni Huss e di Girolamo da Praga, simboleggiati in un drago conquiso. I cavalieri portavano croce gigliata in verde; e nelle solennità avevano un manto scarlatto cui sovrapponevasi un inantelletto di seta verde, sul quale pendeva dal collo una doppia catena d'oro tramezzata di croci patriarcali, alla cui estremità era un dragone rovesciato. Il Bonanni (Catalogo degli ordini equestri, p. 35) ne reca la figura, e, citando il Giustiniani ed il Mendo, asserisce che all'ordine furono ascritti molti principi di Allemagna e d'Italia, e re di Aragona, ma che in progresso rimase estinto.
Vedi Favin, Théàtre dhonneur et de chevalerie.
DRAGONI (geogr.). — Comune nella provincia di Caserta, circondario di Piedimonte d'Alife, con 2199 abitanti.
DRAGONI. V. Cavalleria.
DRAGUIGNAN (geogr.). — Città di Francia, dipartimento del Varo, sopra un tributario dell'Argens, con 7625 abitanti.
DRAGUT (6tO0r.). — Denominato dagli storici turchi Torghud, famoso corsaro, nato di genitori cristiani in Anatolia, ucciso all'assedio di Malta nel 1565, prese di buon'ora sei-vizio nell'esercito turco, e divenuto tosto capitano di marina, tentò con tredici legni un colpo contro la Corsica, appartenente allora ai Genovesi ; ma catturato sulla costa della Giralate da Andrea Doria, rimase per molti anni in ischiavitù a Genova, finche il celebre Barbarossa, suo contemporaneo e suo emulo, lo liberò, sborsando a Doria tremila scudi. Riconoscente per servigio si segnalato, Dragut tenne dietro all'illustre corsaro, e con venticinque legni della sua squadra invase il Tirreno, s'impadronì di Castellamare e catturò una galea maltese spedita a Tripoli con 70,000 ducati. Queste prodezze gli procacciarono da Solimano II il governo d'una provincia. Qualche tempo dopo questa spedizione egli infestava con quarantasette legni le coste della reggenza di Tunisi, toglieva agli Spagnuoli Susa, Monastir e il forte di Medji, donde sloggiavamo le forze combinate di Doria e di Toledo, generale al servizio di Carlo Quinto. Avendo Solimano deliberato di impadronirsi dell'isola di Malta, una grossa squadra sotto gli ordini delcapitano pascià Piale, salpò il 1 aprile 1565 da Costantinopoli, e fu raggiunta con tredici galee da Dragut, il quale nel muovere all'assalto del castello Sant'Elmo fu ferito da una pietra alla testa e rimase sul campo di battaglia.
Vedi: Brantòme, Vie de Dragut. — Hammer, Gesch. der Osmanisch. Reichs.
DRAKE (bot.). — Nome di una radice che differisce dalla contraierva officinale per la sua forma irregolare e nodosa, pel suo colore nerastro, e per l'assenza di odore. È cosi chiamata dal nome dell'ammiraglio Drake, che primo la portò dal Perù.
DRAKE Francesco (biogr.). — Questo celebre navigatore inglese nacque da umili genitori, nel 1546, a Tavistock, nella contea di Devon. Diedesi fin da giovinetto alla professione di marinaro, ed il padrone cui serviva, col lasciargli, morendo, la sua barca, pose il fondamento della di lui fortuna. Proseguito per qualche tempo il traffico in cui era stato allevato, l'abbandonò per accompagnale Giovanni Hawkins nella sua spedizione al golfo del Messico nel 1567 : ma perdutavi ogni sua sostanza, ne tornò con null'altro se non coll'esperienza acquistata e con un odio implacabile contro gli Spagnuoli. Nel 1570 incrociò per la regina Elisabetta nei mari delle Indie occidentali, e nel 1572 fece vela pel continente spagnuolo dell'America col Pascià,, nave di settanta tonnellate e col Cigno di venticinque, le cui ciurme unite ascendevano a settantatre persone in tutto. Gli si fece compagna presso la costa dell'America meridionale un'altra barca dell'isola di Wight, con trentotto persone, e con queste poche forze prese e saccheggiò la città di Nombre de Dios, e fece gran danno alle navi spagnuole. Traversò poi una parte dell'istmo di Darien, e giunse a vista del gran Pacifico, mare che fino allora non era stato navigato dagl'Inglesi; e dopo alcune avventure straordinarie tornossi in Inghilterra carico d'immenso bottino, e gettò l'ancora a Plymouth il 9 d'agosto 1573, preceduto da tal fama, che la gente raccolta ai divini ufficii, per essere giorno di domenica, intesone l'arrivo, uscì in folla di chiesa per correre a vedere l'eroe del Devonshire.
Nel 1577 ripartì con cinque vascelli, di cui il più grande era di cento tonnellate, e di quindici il più piccolo, e con una ciurma di 164 uomini in tutto, inchiusi alcuni giovani di buone famiglie che l'accompagnavano per amore di preda, ma sotto colore d'imparare l'arte della navigazione. Dopo varie avventure accadutegli lungo le coste dell'America meridionale, passò a Porto Giuliano sulla costa della Patagonia, presso lo stretto di Magellano, dove pose a morte il compagno Doughtie, mosso, secondo ere-desi, da qualche sentimento di niinicizia personale. Giunto il 20 d'agosto al capo Virgenes, veleggiò per lo stretto di Magellano, terzo navigatore che vi passasse. Dopo una navigazione di 17 giorni entrò nel Pacifico, e fatto ricco di bottino tolto alle città spagnuole della costa del Chili e del Perù, e massime per la presa del regio galeone il Cacafuego, governò verso settentrione colla speranza di trovarvi, alquanto sopra la California, una via per tornare nell'Atlantico; ma pervenuto al 48° di lat. N., il freddo eccessivo scoraggiò la sua ciurma, onde irLjOOQie .i
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