Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DRAPPERIE — DRAVAfa quello di drappo posto in cima di un'asta per servire d'insegna. Si usò poscia per accennare un indeterminato numero di soldati raccolti sotto una di tali insegne. Si potrebbe accettare, secondo il Grassi (Die. m*7.), per indicare una mezza compagnia, e suddividerlo in due sezioni. In ogni oaso sarebbe voce più d'ogni altra accomodata a rendere il francese peloton. I nostri scrittori di cose militari usarono in vece nodo, manipolo, gomitolo, branco, truppa o truppetta, e l'Adriano usò anche, ma con poca convenienza, smembratura. D'Ayala nel suo Dizionario militare pone le seguenti differenze, giudiziose in sè, ma non appoggiate dall'autorità di scrittori: truppetta, dic'egli, si addice a cavalli; gomitolo a gente raccolta in circolo; e nodo a soldati raccolti e serrati. Consente poi che drappello sia voce migliore di tutte, anche per averla sempre usata il Colletta ; ma volendo poi il drappello formato di 20 a 36 soldati e rispondente alla decuria dei Romani ed al loco dei Greci, mostra di non accettarlo in senso di mezza-compagnia, siccome fu proposto dal Grassi.
In quest'incertezza ci sarà lecito di porre innanzi la nostra opinione. Diremo perciò che drappello rspow'e perfettamente al peloton dei Francesi, e che l'uno e l'altro si compongono di un numero indeterminato di soldati. Peloton al proprio suona gomitolo, e figuratamente si usò tanto a significare un picciol numero di persone in gruppo riunite, quanto un picciol corpo di truppe. Da principio, qual termine di guerra, fu preso per unità delle parti in cui si volle diviso il reggimento, prima che si parlasse di battaglioni e di compagnie ; ed oggidì è termine tattico, accennante una ceri», combinazione nella divisione strategica di un reggimento, propria a facilitare certi movimenti. Per conseguenza un peloton può rappresentare tanto una compagnia, quanto una frazione qualsivoglia di essa, secondo il bisogno od il piacere di chi comanda il battaglione. Questo rimanendo invariabilmente, per esempio, di sei compagnie, riguardo all'amministrazione ed alla forza numerica, può essere dal comandante diviso sul campo di battaglia o di esercizio ip 4, 8,10, 12, ecc. pelotons o drappelli, voce che più d'ogni altra dà una giusta idea di questa specie di divisione.
DRAPPERIE (B. A.etecn.). — Drappi sospesi, ripiegati e attaccati o per separare le stanze o per formare degli spartimenti in un solo locale; od anche per tappezzare le pareti. Neil'Esodo (xxvi, 1 e seg. ; xxxv, 17, ecc.) ed in altri luoghi della Bibbia parlasi dell'uso delle drapperie adoperate in varii modi; e che fossero generalmente adottate dagli antichi non si può dubitare se abbiamo a prestar fede ai bassirilievi ed alle antiche pitture, dalle quali rilevasi che nulla vi ebbe di più comune di drapperie o cortinaggi variamente disposti.
Se ne fa uso eziandio nella decorazione degli interni, e la pittura ne cavò sovente buon partito. Le drapperie della cappella Sistina in Roma sono in tal genere squisitissime di gusto e di esecuzione. Potendo il pittore supporre che le drapperie da imitale sieno ricamate in oro e splendide di brillanti colori, ha libero campo da sfoggiare in ogni sorta di ornamenti e svariate composizioni.
Nelle decorazioni teatrali riescono non meno utili che piacevoli. Servono a decorare e a diminuire la troppo grande apertura del proscenio, a mascherare ed abbassare la soffitta, a riunire l'intervallo delle quinte ed armonizzare molte parti che senza di esse rimarrebbero sempre sconnesse.
Sonosi talvolta le drapperie impiegate nell'architettura, scolpite a guisa d'ornamento, ma con pessimo gusto, quando dominava la manìa dei cartocci e del barocco. I funebri monumenti ne presentano troppi e non imitabili esempi, ed alcuno anche le fabbriche, come i due colonnati nella piazza di Luigi XY a Parigi, dove furono introdotte inferiormente agli appoggiatoi delle finestre. Tale insipido e pesante ornato fu però abbandonato, preferendosi festoni e ghirlande, le quali, sebbene comunissimo, possono riuscir gradevoli se lo scultore eseguiscale con perfezione, e l'architetto le adatti opportunamente al carattere dell'edificio.
DRAPPO (tecn.). — Si dava anticamente questo nome ad ogni tessuto di lana, di lino o di seta, come pannilani, damaschi, rasi, velluti, broccati, telerìe fini e simili; più tardi per drappo s'intese soltanto un tessuto di seta ; ora però la parola ha riacquistato il primitivo significato e si estende ai tessuti di ogni specie. Ma siccome i tessuti si dividono in classi secondo le materie di cui sono formati, ed ogni classe ha metodi speciali di fabbricazione e nomi particolari relativi alle materie che servono a fabbricarli, così se ne tratterà partitamente agli articoli Pannilani, Pannillnl e Seteria.
DRASTICO (farmacol.). — Voce derivata dal greco io ag sco, che si aggiunge al sostantivo purgante per indicare quelle sostanze che purgano violentemente, e non espellono solamente le materie contenute negl'intestini, ma aumentano anche l'azione dei varii organi secretori (V. Purgante).
DRAVA (geogr.). — Fiume dell'Austria (dove è chiamato Drau), il quale ha la sua origine presso Innichen, nel Tirolo occidentale. Di quivi scende in direzione di S. E. a Villach, nella Carinzia, donde scorre verso levante fino a Mahrburg nella Stiria. Serpeggia quindi, massime in direzione di S. E., finché gettasi nel Danubio a 20 chilom. circa al di sotto di Eszeg nella Croazia, presso il castello di Erdody che è sulla destra sponda del fiume. L'intiera lunghezza del corso della Drava, dalla sua sorgente fin dove si congiunge col Danubio, è di più di 720 chilometri. Diventa navigabile a Villach. Suoi tributarii sono il Muhr o Mur, che gli si congiunge a Legrad; il Guil che nasce nelle Alpi Carinzie presso Villach e gettasi nella Drava al di sotto di Cszaktornya; il Gurk, il Gian, il Lavant, ecc.
La valle della Drava, che incomincia non lungi da Innichen, nella valle tirolese del Puster, va per Lienz, Sachsenburg, Villach, Mahrburg e Pettau fin presso a Varasdin nella Croazia, dal qual punto il fiume corre in una pianura. Questa valle è fiancheggiata da montagne quasi sino a Spital, dove si abbassano e diventano piccole alture e la valle si allarga; i monti si raccostano poi di nuovo a breve distanza, su ciascun lato del fiume, presso Villach, e fiancheggiano la Drava sin dove si con-giunge col Gian. La valle ha la larghezza di 7° metri
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