Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DRAVIDICHE LINGUE —
      presso Kossig, e la sponda del fiume offre un passo di pochi centimetri di larghezza presso Seidlach, come pure tra Saldenhofen e Mahrenberg. Scendendo da Mahrburg, la Drava è accompagnata, sulla sola s'nistra, da una giogaja d'alture che continuano sin presso Pettau e Friedau, dove i fianchi scoscesi delle montagne di Mutzel ne formano la sponda destra. La corrente della Drava è assai rapida finché giunge nella Slavonia, dove corre lentamente, forma paludi e talvolta inonda il paese. In questo fiume si raccoglie sabbia d'oro.
      DRAVIDICHE LINGUE (filol.). — I risultati dello studio comparativo di Caldwell sulle lingue dravi-diche riduconsi ai seguenti :
      1° È fuor di dubbio accertato che nell'India S. esiste una famiglia compatta di lingue, che addi-raandasi la dravidica, di carattere e struttura affatto differenti dalle lingue sanscrite o indo-europee. Le prove di cotesta differenza desumonsi, oltre al resto, dalla discrepanza fonetica, per esempio dall'uso delle cerebrali come elementi costitutivi essenziali di un gran numero di radici dravidiche primitive, in guisa da essere necessarie per distinguere una radice dall'altra, mentre il loro uso nel sanscrito è, per la massima parte, puramente eufonico. Anche dall'assenza totale delle aspirate, delle sibilanti e ùeWanusvara (segno speciale di pronunzia nel sanscrito) dall'alfabeto tamilico, come pure dall'esistenza di certi suoni ignoti al sanscrito si trae conferma per la differenza suaccennata.
      2° L'inflessione dei nomi dravidici con posposizioni suffisse e particelle separabili come nelle lingue scitiche, e non già colle desinenze casuali; e l'identità di declinazione nel dravidico singolare e plurale, tranne che i segni d'inflessione si aggiungono nel singolare alla base, e nel plurale al segno stesso della pluralità.
      3° La concordanza del dativo druidico col turco e scitico, differendo invece da quello delle lingue indo-europee.
      4° L'esistenza di due plurali col pronome dravidico di prima persona, uno dei quali include e l'altro esclude la persona a cui si parla.
      5° La non esistenza di un pronome relativo, rimpiazzato dal participio relativo.
      6° Il posto della parola reggente, che è prima nel-l'indo-europeo ed ultima nel dravidico.
      7° Esistenza di voci negative ed affermative nel sistema verbale dravidico.
      Vi è dunque affinità tra la famiglia delle lingue dravidiche e quella delle scitiche; ed il Caldwell pretende che il sanscrito ha preso alcuni vocaboli e le lettere cerebrali dal dravidico, e non viceversa, come fu sostenuto e si sostiene tuttodì dai sanscri-tomani.
      L'autore prova poi l'antichità della civiltà dravidica e l'originalità della letteratura tamulica. Nella poesia dravidica è ben curioso lo scorgere che la rima sta al principio e non al fine della linea, nella consonante che trovasi fra le prime due vocali. Sovente l'intero primo piede di una linea fa rima collo stesso nella seconda; e talvolta fan rima tra loro i secondi piedi di ogni linea ; e talora combinasi la rima ulteriormente nel verso, secondo leggi fisse in ogni varietà di metro.
      DREBBEL (VAN) CORNELIOLa settima ed ultima sezione si occupa delle linguistiche affinità: 1° nell'indo-europeo, compreso il sanscrito e l'extra-sarìscrito; 2° nel semitico; 3°nello scitico.
      DRAWBACK (econ.pubbl.e comm.).— Nome dato originariamente in Inghilterra e derivativamente in Francia ed in altri paesi continentali alla restituzione dei dazii doganali pagati all'entrata delle materie prime, restituzione che si fa all'uscita dei prodotti finiti, nei quali le materie stesse furono adoperate! È una delle più frequenti occasioni di frode e di contrabbando, mercè di colpevole concerto fra l'esportatore e gli agenti doganali (V. Dogane).
      DRAYTON Michele {biogr.). — Poeta inglese, nato nella contea di Warwick nel 1563. Poco si conosce intorno alla sua vita. La prima sua opera fu pubblicata nel 1593 col titolo di Ghirlanda del pastore (Shepherd's Garland), ristampata di poi nel 1619 sotto il nome di Ecloghe. Poco dopo la Ghirlanda comparvero i suoi lunghi poemi storici, Le Guerre dei Baroni (Baron's Wars), in ottava rima, le Epistole eroiche dell'Inghilterra (England's heroical Epistles), ecc. 11 Polyalbion, poema descrittivo dell'I nghilterra, de' suoi prodotti naturali e delle sue leggende,pubblicato nel 1613, è la più celebre delle di lui opere, e come poema e come ricco di notizie storiche. Nel 1626 Drayton era poeta di Corte, e morì nel 1631.
      Il suo merito è veramente grande. I suoi poemi storici distinguonsi per grave magnificenza, per immagini splendidissime ed ardite descrizioni ; e sarebbero assai più popolari se non fosse un'oscurità di locuzione che ne rende laboriosa la lettura e spesso difficile l'intelligenza. Unico poi nel suo genere è il poemetto Nymphidia, nel quale l'autore mette in iscena quelle fate e quei genii quasi microscopici, simili alla regina Mab di Shakspeare, che allora vivevano nella credenza del popolo, e lo fa con tale felicità d'immaginazione che basterebbe questa poesia a renderlo immortale. Drayton ha meritato col suo ingegno di essere sepolto fra i poeti nella badia di Westminster.
      DREBBEL (van) Cornelio (biogr.). — Deve la sua celebrità all'invenzione del microscopio, che gli viene attribuita da alcuni, sebbene da altri gli sia contrastata. I suoi nemici asseriscono, 'essere egli stato un ciarlatano che per mezzo di un microscopio (senza asserire in che modo lo possedesse) mostrava al popolo in Londra certe curiosità esagerandone l'importanza; anzi lo vogliono un contadino di Alck-maer nell'Olanda settentrionale e privo di scientifiche cognizioni. xUna cronaca però della sua patria dice che era nato da genitori distinti, educato civilmente, e che manifestò in tenera età molta disposizione per le scienze. Drebbel ancora giovane passò in Inghilterra, ove fu ben accolto da Giacomo I ; e siccome non è probabile che un principe còlto si lasciasse ingannare da un contadino e ciarlatano, così è da supporsi che Drebbel fosse vittima di una calunnia. Il certo si è che egli espose in Londra, versa il 1618, il primo microscopio che sia comparso; nè vi è bastante ragione per non crederlo inventore' di tale stromento. Pare infatti che non meriti molta fede ciò ohe riferisce Pietro Borei nella sua opera
      ^.ooQte


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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