Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DROMI A — DROMICHETE
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fibroso commisto ad adipe, che nel muoversi penzola or da un lato or dall'altro. Il ben essere fisico di esso viene indicato dalla consistenza e protuberanza della gobba, che nel caso di nutrizione cattiva od insufficiente si rende floscia e quasi scomparisce. Sulla detta protuberanza si adatta la sella ove riposa il cavalcatore. Per chi però non sia avvezzo a tale cavalcatura, stante la scossa e l'oscillazione che prova, è faccenda dolorosa e cagione di vertigine tanto più molesta, quanto più il passo dell'animale è veloce, come in generale suol essere quando attraversa le ardenti sabbie del deserto.
Nei camelli e dromedarii si notano di molte razze : si distingue il veloce da cavalcatura da quello da soma: il primo sostiene con facilità trenta ore di viaggio, che, in caso di maggiore urgenza e ove sia buon corridore, si possono anche raddoppiare1: Le dita del medesimo sono come fuse insieme, costituendo riunite una pallottola, la quale sul terreno sabbioso del deserto s'affonda meno che non farebbe uno zoccolo robusto. Al suo nutrimento serve qualunque foraggio, e mentre mangia con ugual gusto ogni specie di erba, nell'assoluta mancanza di queste si accontenta anche di ramoscelli spinosi di acacie e di duri nocciuoli di datteri. Dal che proviene che i suoi escrementi, tutti pieni di materia legnosa, si raccolgono nei luoghi privi di legna. Beve grandi quantità d'acqua, della quale conservando parte nel suo rumine, può durare lungamente senza sentir bisogno di nuova, e così resistere più che altro animale allo stimolo della sete. L'animale da soma si educa ad inginocchiai si per ricevere il carico ; quando una carovana di pellegrini arriva alla stazione di riposo, esso s'inginocchia di nuovo, lascia a destra ed a manca deporre il carico stesso, poscia va in traccia del proprio alimento, e, nutrito che sia, ritorna in mezzo alle some, ove si corica. Quando è sopraccaricato e stanco si lascia più facilmente dominare e persuadere dalla voce del conduttore che non dai maltrattamenti e dalle percosse ; lo animano singolarmente il canto e la musica.
Vedi Schoedler Federico, Il libro della Natura (Torino 1865, presso l'Unione tip.-edit., 2 volumi in-8° fig.).
DROMIA (booI.). — Genere di crostacei dell'ordine dei decapodi, famiglia dei brachiuri, che Latreille colloca nella sezione dei notopodi, e Leacli assegna alla famiglia dei telxiopodi. Ha per caratteri : antenne esterne piccole, inserte al di sotto dei peduncoli oculari ; antenne intermedie situate al di sotto e alquanto dentro agli occhi; piedi mandibolari esterni col terzo articolo quasi quadrato, leggermente intaccato all'estremità e indentro; chele grandi e forti ; piedi del secondo e del terzo pajo terminati in un semplice articolo, e più grandi di quelli del quarto e del quinto pajo, che sono rilevati sul dorso e forniti di una branca, in quanto che l'ultimo articolo, che è piegato e puntuto, si oppone ad una spina quasi della stessa forma che termina il penultimo articolo ; guscio ovale, rotondato, assai convesso ; tronco nei margini anteriori peloso od irsuto, come pure nei piedi e nelle branche; occhi piccoli, sostenuti da brevi peduncoli, piuttosto vicini e alloggiati in fosse orbicolari o cilindriche. È indigeno del Mediterraneo, del Capo di Buona Speranza, delle An-
tille e probabilmente di tutti i mari di.clima caldo. Le specie del genere dromia sono indolenti nei loro movimenti e stanno in luoghi dove il mare sia mezzanamente profondo, preferendo di abitare dove le rocce 11011 sono celate dalla sabbia. Si trovano quasi sempre coperte di una specie di alcionio o di valve di conchiferi che essi ritengono coi quattro piedi di dietro e di cui pajono valersi come di schermi contro i loro nemici. Questi alcionii, che sono per lo più delia specie detta alcyonium domuncula, continuanoFig. 2185. — Dromia hirsulissima.
anche a svilupparsi e a distendersi sopra il loro guscio, che da ultimo coprono intieramente. Secondo il Risso, nel mese di luglio le femmine escono di torpore in cui sono ordinariamente e si traggono ai bassi fondi per quivi deporre le loro uova. A questo genere il Desmarest fa tener immediatamente dietro il genere Dinomene(V.),che differisce principalmente dal genere dromia per avere, invece degli ultimi quattro piedi, solamente quelli dell'ultimo pajo rilevati sul dorso. Per lo più le dromie rassomigliano molto ai granchi, propriamente detti, nella forma generale del corpo, nella struttura delle parti della bocca, nella positura delle antenne, ecc.; ma ne differiscono nella situazione elevata dei quattro piedi pjsteriori e nei costumi. Rechiamo ad esempio la dromia hirsutissima, indigena del Capo di Buona Speranza, caratterizzata da guscio assai convesso, con sei denti sui margini laterali e gran seiio a ciascun lato del dinanzi, che è quasi trilobato, e da corpo coperto di peli lunghi e ìossi.
DRDMIGHETE (biogr.). — Re dei Geti, contemporaneo di Lisimaco re della Tracia, ed a noi noto soltanto per la sua vittoria sopra questo monarca, sconfisse dapprima e fece prigioniero Agatocle, figlio di Lisimaco, ma lo rimandò di poi al padre senza riscatto, sperando guadagnarsi per tal modo il favor di Lisimaco. Questi per lo contrario invase i terri-torii di Dromichete con un esercito poderoso, ma, stretto da grandi difficoltà, fu fatto prigioue da ultimo con tutte le sue forze. Dromichete lo trattò generosamente e lo pose in libertà a condizione che gli desse in moglie la figlia e restituisse le conquisteLaOOQle
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