Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DRUIDICI MONUMENTI
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      limiteremo a dire che nell'Irlanda particolarmente w veggono talvolta dolmen chiusi da ogni parte, circostanza che ci pare sufficiente a conchiudere che siano monumenti sepolcrali ; infatti uno simile che esiste a Mclitg nei Pirenei orientali è chiamato nel paese Tumul des gentils, sepolcro dei pagani.
      Sembra indubitato che i veri dolmen e semi-dclmen servissero ad uso di altari, perocché Tacito, parlando dell'isola di Mona, dice che furono abbattute le foreste in cui la gente del paese aveva fino allora praticato atroci superstizioni, sacrificando sugli altari i prigionieri e traendo augurii dall'osservare i visceri di queste vittime. E siccome fra tanti monumenti druidici non è probabile che gli altari soli siano tutti periti, così v'ha fondamento di credere che i semi-dolmen e i dolmen fossero veri altari. Secondo alcuni scrittori, egli era dall'alto dei semi-dolmen di grandi dimensioni che precipitavansi le vittime umane sul ferro che le doveva immolare ; e i dolmen furono certamente bagnati dal loro sangue, perocché si ossei va assai frequentemente che le tavole dei dolmen, come in quelli che esistono a Roscoff, a Kerven-Burel, a Mont-du-Plaid, sono conformate a bacino nella superficie superiore, certo per accogliervi il sangue delle vittime, che di là scolava poi per un canaletto che ancora vi si scorge. Il dolmen colossale nella parrocchia di Constantine, distretto di Cor-nouailles, descritto da Borlase e da Higgins, la cui tavola sembra posta sulla punta di due roccie naturali, ha la superficie superiore di questa scavata a rozzi bacini, e tutti con un canaletto di scolo.
      Cambry crede che sia accidentale l'esistenza di questi bacini da lui verificata in più di duecento dolmen, perocché dice doversi in tal caso supporre troppi sacrifizii umani. Ma dalla sua osservazione ci pare che si debba dedurre una conseguenza contraria: nè ci sembra possibile si debbano al caso quelle tante escavazioni nelle quali si veggono patentemente indizii di umano lavoro. Questi altari non sarebbero dissimili dagli antichissimi accennati dalla Sacra Scrittura e da quelli delle campagne d'Italia, cui si allude nei versi dell'egloga 111 di Cal-purnio posti in bocca di un pastore :
      Ipse procul stabo, vel acuta carice tectus,
      Velpropius latitans, vicina, ut sape, sub ara.
      (lo starò lungi nascosto fra gli acuti sparti, o più presso sotto il vicino altare, come ho fatto più volte).
      Talora sotto i dolmen si vedono fontane che i Galli solevano venerare, e quello di Primelen nel dipartimento di Finistère ne dà un esempio. Le ossa umane trovate scavando presso i dolmen gli ha fatti credere monumenti sepolcrali; ma i Druidi ed altri grandi personaggi potevano benissimo essere sepolti presso gli altari, come usarono anche i cristiani dei primi tempi, senza perciò cangiare la vera destinazione dei dolmen.
      È noto che queste pietre druidiche erano oggetti di culto, poiché nei secoli vi, vir, vili e ix dell'era nostra Childeberto, Chilperico, Carlomagno ed altri sovrani ordinarono agli abitanti delle campagne, con minaccia di pene severissime, di distruggere nei loro campi i simulacri in pietra, le pietre grezze, i dolmen e i menhir, ai quali si prestava un qual-Muova Encicl. Itau Voi,
      che culto; e se alcuni monumenti druidici hanno sfuggito al rigore dei Capitolari, lo debbono alla protezione superstiziosa del popolo, ed in parte all'oscurità in cui si trovarono ; oltreché spesso si foggiarono a croce, o v'incisero croci per dare ai cristiani un ragionevole motivo di venerazione.
      Oltre i tumuli di forma conica, composti di grotte o escavazioni circolari o rettangolari coperte da enormi rialti di terra che dànno a questi monumenti la forma di monticelli isolati, molti dei quali esistono a Tirlemont, Bartlow, Silbury, Pornic, Fontenay-la-Marmion, Gersey, New-Grange, ecc., un'altra specie singolare di monumenti druidici sono le così dette pietre oscillanti. Come indica il loro nome, sono composti di una sola pietra posta sopra di un'altra, ed appoggiata su di una piccolissima base, in guisa che il più debole sforzo possa comunicarle un movimento sensibile di oscillazione. La natura può bensì aver prodotto qualche volta questo fenomeno; ma siccome di sim'li massi oscillanti se ne osservano in luoghi tali che non si possono ragionevolmente spiegare come fenomeni naturali, cosi è forza riconoscere in essi opere eseguite dagli uomini. Plinio il naturalista asserisce di averne veduto nell'Asia Minore ; D'Hancarville pretende che he esistessero in Grecia, nella Fenicia, ed anche sulle coste della Cina ; Olao Magno descrive monumenti consimili nella Svezia e nella Norvegia, e se ne sono trovati nel Nuovo Hampshire nell'America. Quale ne fosse la destinazione non si saprebbe indovinare ; tutte le congetture dei dotti sono insufficienti a dare una ragionevole spiegazione; eppure sembra poco probabile che per semplice capriccio abbiano gli uomini sudato in così penoso e difficile lavoro. Offriremo per esempio di questi capi d'opera d'equilibrio la pietra oscillante di Perros-Guijrech (Còtes-du-Nord) (ivi, fig. 7), la più voluminosa di tutte quelle che esistono in Francia ; essa è lunga quasi 14 metri, e ne ha 7 di altezza. La superficie superiore è piana ed offre un'escavazione centrale con una specie di canaletto che sembra manufatto; dal che si potrebbe dedurre che questo monumento singolare abbia servito allo stesso uso dei dolmen. La faccia inferiore è convessa ed ha nel centro una specie di capezzolo, la cui punta poggiando su di una grossa roccia, tiene la pietra in bilico. È posta in equilibrio così perfetto, che un uomo solo può facilmente imprimere un movimento sensibile di oscillazione a questa massa enorme, il cui peso può essere valutato a 500,000 chilogr. Molti altri monumenti di questa specie esistono in varie parti della Francia, d'Inghilterra e di altre contrade; ma essendo tutti simili presso a poco, nè potendosi dir nulla di positivo riguardo al loro uso, non ci fermeremo maggiormente intorno ad essi.
      Ma i monumenti più cospicui della religione drui-dica sono i veri tempii o circoli spesso accompagnati da lunghi aditi coperti. Alcuni antiquarii vollero considerare gli aditi suddetti come dolmen continuati, ma la loro speciale destinazione sembra provata dal tempio di Avebury nella contea di Wilt in Inghilterra, di cui diamo i disegni nelle fig. 8, 9 e 10. La fig. 8 (ivi) offre la topografia generale del tempio e dei due aditi, che si vedono curvi per secondare la sinuosità delle valli in cuiVII. C3
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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