Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DRUSO — DRYDEN GIOVANNIottenne il suo intento, conciliatisi gli animi con le dolci sue maniere. Nell'anno seguente assalì i Germani, e portando la guerra al di là del Reno, riportò una serie di vittorie sopra i Sicambri, i Cherusci, i Catti e i Tenteri, e si avanzò fino al Visurgi (Weser), per cui il Senato conferi il soprannome di Germanico a lui e alla sua posterità. Nell'anno 9 avanti Cristo Druso fu fatto console insieme con L. Quinzio Crispino. Spedito poi nuovamente da
Fig. 2186. — Medaglia di Druso Claudio Nerone.
Grandezza vera (Rame, gr. 428 Va).
Augusto contro i Germani, valicò il Visurgi, si avanzò fino all'Albi o Elba, e impose un lieve tributo ai Frisi, consistente in una data quantità di pelli, tributo che, aggravato di poi dalle estorsioni dei suoi successori, fu causa di una ribellione sotto Tiberio (Tacito, Ann., iv, 72). Fece scavare un canale per connettere il Reno coll'Yssel, ohe fu poi per lunga pezza conosciuto sotto il nome di Fossa di Druso ; e incominciò pure a inalzare argini contro le inondazioni del Reno, che furono terminati sotto Nerone da Paulino Pompejo. Druso non oltrepassò l'Albi, forse perchè credette di essersi già avanzato abbastanza, e si ritrasse verso il Reno; ma prima di giungere a questo fiume morì in età di trent'anui, per essersi, a quanto si narra, rotto una gamba cadendogli addosso il cavallo. Tiberio, mandato a chiamare in fretta, trovò il fratello spirante, e ne accompagnò il cadavere a Roma, dove gli si resero funebri onori con grandissima solennità. Così Augusto come Tiberio recitarono orazioni in sua lode. Druso fu grandemente desiderato e dall'esercito e dai Romani in generale, i quali molto si aspettavano da un uomo come lui, di sensi maschi e generosi. Uno dei suoi nipoti, Druso, figliuolo di Germanico e d'Agrippina, fu fatto morir di fame per ordine di Tiberio, e l'altro, di nome Nerone, fu messo a morte nell'isola di Ponza.
Vedi: Dione Cassio (1. x, xx, xx'ir, ecc.— Sve-tonio, August. (62) ; Claud. (1 ) ; Tib. (50) — Messala Corvino, De Aug< Prod. (39) — Seneca, Consol. ad Polyb. (xxxiv) — AVilhelm, Die Feldsiige des Nero Claudius Drusus in dem Nòrdl. Deutschland (Halle 1826).
DRUSO {biogr.). — Figlio di Tiberio e di Vipsania di Agrippa, militò da valoroso nella Pannonia e nell'Illirico, e fu console insieme col padre nell'anno 21 dell'era volgare. Iti una contesa ch'ebbe col favorito Sejano, gli diede una guanciata, e questi, per vendicarsene, gli sedusse la moglie Livia o Livilla, figliuola di Druso il vecchio e d'Antonia, poi fra tutti e due lo spacc arono per mezzo di un velenoportogli dall'eunuco Ligdo. Questo delitto, rimasto occulto per otto anni, fu finalmente scoperto alla morte di Sejano, onde Livia ne portò la debita pena, condannata a perdere la vita.
Vedi: Tacito, Ann. (n, 43; in, 56; iv, 3, 8, 11; vi, 27, ecc.). — Dione Gassio (lvii, 14).
DRUZBAGKA Elisabette {biogr.). — Nata Kowalska, poetessa polacca, nata nel 1687 in Gallizia, non lungi da Lemberg, visse la maggior parte dei suoi giorni nei poderi di suo marito a Rzemien, e i rimanenti nel monastero delle Bemardine a Tarnow, ove morì nel 1760. Ella occupa un posto distinto nell'istoria della letteratura polacca, e fu la precorritrice della rinascenza di essa sotto il governo di Stanislao Augusto. Dotata di viva immaginazione e di sentimenti religiosi e patriottici, ella ardi combattere la superstizione, il pregiudizio, la corruzione dei costumi e della lingua, e pensò, sentì, scrisse e poetò tutt'altrimente de' suoi contemporanei. 11 suo puro linguaggio ricorda il secolo d'oro dei Sigismondi. Le sue composizioni consistono in poesie epiche e liriche di argomento religioso, morale, storico e d'occasione. Le più importanti sono: Historya chreescianska ksElefantyny (Posen 1769) ; Zycie Dawida (Vita di Davide); Pochwala lasow (Elogio delle foreste); Csftery ceesci roka (Le quattro stagioni dell'anno); Skargi dam (Lamenti delle donne), ecc. Una raccolta di queste poesie, ad eccezione della prima, fu fatta da Zaluski (Varsavia 1752), ristampata nella Raccolta dei classici polacchi (Lipsia 1837).
DRYDEN Giovanni (biogr.). — Uno dei più celebri poeti inglesi, nato intorno al 1631 e morto nel 1700. Egli fu il primo a coltivare con gran successo quel genere di poesia più artificiale che al tempo della Ristorazione s'introdusse dalla Francia in Inghilterra, e predominò sino alla fine del secolo xvin. Era figliuolo di un gentiluomo della contea di Northampton, e venne educato alla scuola di West-minster e all'Università di Cambridge. Poco dopo l'avvenimento di Carlo II si stabili a Londra come poeta e drammaturgo di professione, e alla morte diDavenant(1668) divenne poeta di corte. Per ben quarant'anni attese al mestiere di letterato, godendo di una riputazione senza pari, e ciò non pertanto lottando spesso colla povertà. I suoi componimenti drammatici, che sono in numero di ventisette e consistono in tragedie, in commedie e in tragicommedie, in complesso sono inferiori all'ingegno dell'autore.
La più parte delle sue poesie furono scritte intorno ad avvenimenti di circostanza, e di queste le più celebri sono: Absalon and Achifophel, satira contro i capi del partito dei whigs al tempo di Carlo lì; Tho year of wonders o Annus mirabilis; Mae Fleeknoe, e le Favole. Queste poesie, insieme colla celebratissima Ode per la festa di santa Cecilia e alcuni altri scritti satirici, si hanno presentemente per le migliori sue opere. Tradusse anche Virgilio, le satire di Persio, e parte di quelle di Giovenale, e rifece in poesia moderna alcuni squarci di Chaucer. Dryden fu uomo d'indole buona e di animo retto, ma servì talvolta all'andazzo dei tempi scrivendo assai licenziosamente, e trascorse a polemiche che gli furono causa di grandi molestie et^iOOQLe
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