Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DUALISMO MEDICO — DUBICZA 0 DUBITZADUALISMO MEDICO (patol.). — Sistema di patologia applicato alla medicina pratica, che riduce a due sole classi opposte tutte le malattie da cui può essere travagliato il nostro corpo, cioè ad eccesso o a difetto di forea, e tutti i rimedii distingue in due grandi classi, cioè in eccitanti o stimolanti, e deprimenti o controstimolanti; dal che ne viene un sistema di medicare semplicissimo e consistente in eccitare o deprimere. L'origine di questo sistema trovasi nello strictum et laxttm di Asclepiade, Te-misoue e Tessalo; ma sul line dello scorso secolo Brown lo risuscitava presentandolo sotto un aspetto di novità, e quantunque tutte le potenze, secondo lui, operassero a guisa di stimolanti, pure, mediante la sua debolezza iudiretta corrispondente all'oppressione di forze dei Tommasiniani (alla quale egli rimediava sottraendo le forze coll'applicazione di stimoli minori secondo lui, e che poi si chiamarono controstimoli), egli non si scostava gran fatto nei principii della dottrina successivamente proclamata da Rasori ed ampliata da Tommasini, che chiamolla nuova dottrina medica italiana. Tuttavia nell'applicazione la differenza fra l'una e l'altra dottrina venne ad essere essenzialissima ; imperocché, mentre Brown su cento malattie ne deriva novanta e più da debolezza e neppure dieci da eccesso di forze, i seguaci del rasorianismo operarono in senso inverso. Nulladimeno non vi sarebbe stato gran cangiamento nel sistema di medicare, perchè la maggior parte delle sostanze credute stimolanti da Brown vennero quindi riposte fra i controstimolanti ; se non che mentre Brown abusava del vino e dell'oppio, i suoi successori eccedettero nelle deplezioni sanguigne, mostrando così essere facile il passaggio dall'uno all'altro eccesso. Del resto il professore Buffalini dimostrava non potervi essere nè eccesso nè difetto di forze senza previa alterazione del misto organico; in questa doversi ricercare la condizione morbosa ed a questa doversi porre rimedio. Certamente lo studio della medicina secondo i principii del dualismo rasoriano sarebbe assai più breve e facile, ma esso conduce ad errori gravissimi in medicina pratica, e per buona fortuna non ha più molti seguaci.
DD BARRY (Maria Giovanna GOMAED de VAUBER-NIER, contessa) (biogr.). V. Barry.
DUBBIO (filos.). — È quello stato in cui trovasi la mente allorché spazia nell'incertezza e sta in forse fra il dare o il ricusare il suo assenso acl un giudizio formato od emesso, nè si attenta di affermare la verità o la falsità di un'idea. Il dubbio ha qualche volta per conseguenza di condurre a conoscere all'evidenza lo stato reale delle cose per mezzo dello studio e della riflessione; ma il più delle volte e soprattutto ov'esso sia sistematico e parta dal principio che la verità non ci può essere evidentemente e pienamente nota, toglie all'anima l'energia, la forza inventiva ed ogni moralità. E questo il dubbio che costituisce lo Scetticismo (V.), filosofia assurda, e che nondimeno i suoi medesimi partigiani non s'ardirebbero spingere agli estremi, poiché, giungendo allora a dubitare della propria esistenza, rimarrebbero in una perfetta immobilità, nè si affaticherebbero a conservare una vita la quale non sarebbe altra cosa per es;i che un problema.
Come è cosa incontrastabile che l'uomo può conoscere alcune verità con evidenza, ed averne il massimo grado di certezza col solo soccorso della ragione ; così è pur cosa di fatto che alcune verità dedotte per lungo ragionamento, ossia profonda riflessione, non sempre riescono evidenti a tutti: i>er altra parte si vuol distinguere il criterio naturale, ossia razionale, dal criterio positivo, ossia di autorità. Le ricerche ed i tentativi costantemente fatti provano essere inerente all'umana natura il desiderio di trovare la verità ; e gl'infiniti sistemi cai gli uomini hanno dato origine, e che hanno poi anche a vicenda accarezzati e adottati, provano parimente che nel dubbio essi non possono vivere. Molto diverso dal dubbio scettico o assoluto è il dubbio metodico. Il primo è un'anticipata determinazione di negare ogni cosa, anche le verità più evidenti; il secondo, per lo contrario, è soltanto provvisorio, e si adotta per avere il tempo necessario ad esaminare una questione, a ben ponderarne le ragioni che stanno in favore e quelle che stanno contro, e prendere infine una risoluzione, quando si ha fondato motivo di poterlo fare. Saper dubitare non è dato a tutti, e si disse giustamente : non dubita chi vuole, ma chi può. Iti che circostanza speciale e in che materia convenga dubitare, sono cose che il metodo non insegna. Tutto ciò che si può dire è che bisogna vegliare assai sui proprii giudizii e saper dubitare quando non si può aver certezza assoluta, o almeno la cosi detta normale, chiamata volgarmente probabilità. Nescirc quidam magna pars sapientice.
DU-BELLAY Gioacchino (biogr.). — Poeta francese del secolo xvi, il quale nei primordii della letteratura del suo paese si distinse per dolcezza, armonia e grazia nel verseggiare, per cui fu soprannominato Ovidio francese. Era nato verso il 1524 presso Angers, e benché abbracciasse lo stato ecclesiastico, amò una donna chiamata Viole, che cantò sotto l'anagramma di Olive, componendo, ad imitazione del Petrarca, cento e quindici sonetti in di lei lode, ch'ei chiamava i suoi Cantici.
Quando il cardinale Du-Bellay, suo zio, si fu ritirato a Roma dopo la morte di Francesco I, egli lo seguì e dimorò con lui per più di tre anni, scrivendo in quel frattempo quarantasette sonetti sulle Antichità romane, che furono pubblicati a Parigi nel 1558, e tradotti poi in inglese dal famoso Edmondo Spencer. A Roma scrisse pur anche, sotto il titolo di Regrets, centottantatre sonetti che accrebbero d'assai la sua fama, e nei quali, assalendo i vizii che allora regnavano nella capitale del mondo cristiano, gli andò a ricercal e persino nel conclave. Tutto ciò lo fece chiamare principe del sonetto, come Ronsard, suo contemporaneo, era appellato principe dell'ode.
Lasciò altre poesie meno stimate e alcune prose, e mori il 1° gennajo 1560, canonico di Nostra Signora a Parigi, mentre lo zio cardinale lo aveTa des'gnato per suo successore alla sede di Bordeaui. Le opere sue raccolte in 2 voi. in-8° (Parigi 1567), lurono più volte ristampate.
DUBICZA o DUBITZA (geogr. e s'or.). — Fortezza di confine turca nel sangiaccato di Croazia, del pascialato di Bosnia alla destra dell'Unna, poco al
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