Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DUCATO - DUCCIO DI BUONINSEGNA
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      tori delle età di mezzo, nelle quali per varii secoli un latino barbaro e corrotto fu la sola lingua letteraria dell'Europa. Tutte le parole adoperate da questi scrittori, che non trovansi nella latinità classica, sono disposte in ordine alfabetico coi loro varii significati, la loro etimologia, e con citazione degli autori da cui furono ricavate. Quest'opera è pure utilissima ad intendere i diplomi ed altri documenti legali di un'antica data. La fatica e le ricerche immense che richiedette la sua compilazione non possono essere bene apprezzate se non da coloro che hanno frequentemente occasione di consultarla.
      Du Cange compose pure un Glossarium ad seri-ptores media et infima gracitatis (1688, 2 volumi in-fol.), ed unHistoria bySantina duplici commentario illustrata, complectens familias Constanti-nopolitanas, imperatorum Gonst. numismata et descriptionem urbis Oonst. (1680, in-fol.); opere che sono la chiave della collezione degli storici bizantini (V. Bizantina eollesiene), alla quale ha anch'egli grandemente contribuito, massimamente per la parte che riguarda il soggiorno dei Francesi nell'impero d'Oriente. Ma le cose stampate formano appena la metà degli scritti di Du Cange, il quale ha lasciato una gran quantità di manoscritti, specialmente sopra soggetti storici, archeologici e genealogici, conservati nella Biblioteca nazionale di Parigi, la cui pubblicazione più volte deliberata non fu ancora eseguita. Fra questi si trovano alcune opere compiute, come, per esempio, un volume intitolato Gallia; un altro col titolo Principautés d'autremer ou famiUes d'Orient; una nuova edizione di Ville-Hardouin interamente riordinata, ecc. Sulla vita e sui lavori del Du Cange esistono molti scritti, fra i quali è da citarsi la bella lettera latina diretta da Stefano Baluzio ad Eusebio Renaudot dopo la morte del loro dotto amico. Essa trovasi in principio del Glossario della bassa latinità pubblicata dai Benedettini.
      Du Cange è spesso citato nei cataloghi sotto il nome di Du-Fresne.
      Vedi : Du-Fresne d'Aubigny, Mémoire historique pour servir à l'histoire de Charles Du Fresne Du Cange, e l'altra del medesimo intitolata : Mémoire sur les manuscrits de M. Du Cange (Parigi 1752-1766) — Hardouin, Essai sur la vie et sur les ouvrages de Du Cange (Parigi 1849) — Feugère, Études sur Du Cange nel Giornale dell'istruzione pubblica, marzo e aprile 1852.
      DUCATO. V. Duca (stor.).
      DUCATO (numism. ed econ. pubbl.). — Moneta tanto d'oro quanto d'argento. Si riferisce l'origine dei ducati a un Longino, governatore d'Italia, il quale ribellandosi contro l'imperatore d'Oriente, Giustino il giovane, si fece duca di Ravenna e si chiamò esarca (cioè, come alcuni spiegano, senza capo o signore), e per mostrare la sua indipendenza coniò monete di purissimo oro in proprio nome e colla propria effigie, le quali, al dire di Procopio, furono chiamate ducati. Ma tutto questo sembra privo di fondamento. Altri, e fra questi il Du Cange, attribuiscono i primi ducati a Ruggiero II duca di Puglia (alcuni dicono conte di Sicilia), il quale fece coniare, nel 1140, monete d'oro collaeffigie di Cristo e con la leggenda : Sit Ubi, Chri-ste, datus, quem tu regis, iste ducatus; donde avrebbero ricevuto il loro nome.
      I Veneziani gli adottarono, nel 1280, sotto il doge Giovanni Dandolo, e li chiamarono poscia Becchini dal nome della zecca. L'esempio loro fu in breve seguito dai Genovesi e da altri Stati commercianti, e finalmente, introdotti in Ungheria, tutti i principi tedeschi vollero coniarne, e i ducati si sparsero in tutta la Germania, in Olanda, ecc., variando spesso di valore secondo i tempi ed i paesi.
      I ducati d'argento furono specialmente in uso in alcune parti d'Italia, dove quello di Parma era ragguagliato a 5 lire e 18 centesimi, e a Napoli il nuovo era di 4.23, mentre quello di Carlo VI era di 4.38.
      A Venezia, in Toscana e in Olanda erano pure in corso ducatoni; e in Alessandria d'Egitto è ancora corrente una piccola moneta d'argento detta ducatello, del valore di 10 medini, corrispondente a un di presso a 50 centesimi della nostra lira.
      Ducado è nome anche usato in Ispagna per monete di varie specie.
      DUCATO (Capo) (geogr.). — Promontorio all'estremità meridionale di Santa Maura, una delle isole Jonie, dove la tradizione mette la tragica fine di Saffo (Leucade).
      DUCCIO DI BUONINSEGNA (biogr.). — Celebre antico pittore di Siena, ed uno dei primi fra gli artefici italiani, intorno al quale molte inesattezze ed alcun grave errore si sono accreditati mercè le narrazioni dei biografi che o attinsero o copiarono nel Vasari. La più antica memoria che si abbia di Duccio, che fu figliuolo di Buoninsegna, è del 1282. Maestro Segna di Buonaventura (che il Tizio ed altri erroneamente fanno maestro di Duccio), dall'esame delle sue pitture, e dal tempo che le operò, che fu fra il 1305 ed il 1319, apparisce al contrario che ne fosse scolaro. Di cotesto maestro Segna nulla rimane di certo, fuorché l'avanzo di una tavola nella Galleria di Siena (dato inciso per la prima volta dal professore Rosini, Stor. della pitt. ital., t. n, pag. 28), dove scrisse : Segna me fecit.
      II Vasari dice : c Meritò Duccio, pittore sanese e molto stimato, portare il vanto di quelli che dopo lui sono stati molti anni, avendo nei pavimenti del duomo di Siena dato principio di marmo ai rimessi delle figure di chiaro e scuro ». Ora co-testa opinione par si debba rigettare come falsa, per quest'esse ragioni : dello spazzo di marmo del duomo non si trova parola prima del 1369. Che se una deliberazione fatta dai Signori Nove, nel 1310, ordina la continuazione del musaico della chiesa cattedrale, egli è da intendere di quello della facciata, il quale appare che nel 1358, allorché si abbandonò il duomo nuovo e fu ripreso il vecchio, fosse condotto innanzi da un maestro Michele di Ser Memmo. Le prime notizie, come abbiamo detto, del pittore sanese essendo del 1282, è a credere ch'ei sia nato intorno al 1260, epoca questa che, raffrontata con quella in cui si parla del pavimento in marmo del duomo, basta a chiarire falsa l'asserzione dell'Aretino biografo.
      Duccio vuol riguardarsi come il gran padre della scuola sanese. Innanzi a lui nessuno pare che pro-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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