Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DUCHATEL (CARLO MARIA TANtfEGUY, CONTE) — DUCHESNE ANDREA 1007
      lo implicò in guerra non solamente cogli Agiigen-tini, ma coi Siracusani ben anco, che lo sconfissero in uua gran battaglia. La conseguenza si fu ch'ei Tenne abbandonato da tutti i suoi seguaci, e temendo esser dato in mano ai nemici, prese l'ardita risoluzione di riparare come supplichevole appo i Siracusani, i quali risparmiarono la sua vita, ma lo mandarono in esiglio onorevole a Corinto (Diod., xi, 91, 92). Egli non vi rimase però a lungo, ma raccolto un nucleo ragguardevole di coloni, tornò 111 Sicilia e fondò la città di Calacte sulla costa Settentrionale dell'isola. Ducezio stava disegnando come ricuperare la sua supremazia su tutte le tribù siciliane, quando i suoi progetti furono interrotti dalla morte intorno il 440 av. Cristo.
      DUCHATEL (Carlo Maria TANNEfiUY, conte) {biogr). — Antico ministro di Luigi Filippo, nacque a Parigi il 19 febbrajo 1803; ivi morì il 5 novembre 1867. Primogenito d'un amministratore, elevato al grado di conte sotto il primo impèro, e di pari di Francia sotto Luigi Filippo, compiuti gli studii, diede suo nome al partito liberale fra i collaboratori del Globe, scrivendo pure d'economia politica. Il suo lavoro l)e la charité, presentato al concorso pel premio Montyon, scosse l'attenzione del pubblico. Comecché non avesse, come giornalista, sottoscritta la protesta della stampa contro le ordinanze di luglio, ebbe, ciò non ostante, larga parte nei favori della novella dinastia, che fecelo cavaliere della Legion d'onore, consigliere di Stato e commissario del re alla Camera. Eletto nel 1832 nel collegio di Jonsac, in surrogazione di suo padre, caldeggiò da bel principio la politica conservatrice, massime nel suo discorso sul processo della Tribune. Nominato segretario generale della finanza, durante la sessione seguente, non si peritò, due anni dipoi, di riferire sul budget di esso ministero. Dopo avere appoggiato con forza gli Stati Uniti nella questione del pagamento di 25 milioni, per cui il ministero Broglie si dimise, egli, in molto favore della corte non meno che della maggioranza, accettò il portafogli del commercio, il 4 aprile 1835, che tenne quasi un anno, fino al 22 febbrajo 1836. Poi, nel novello ministero del 6 settembre dell'alino stesso, fu ministro di finanza. Persuaso che per lunga stagione non dovevasi contare sull'alleviamento delle imposte, creò un fondo per lavori straordinarii, e fece passare alla cassa di ammortizzazione le somme depositate nella cassa di risparmio, e presentò un disegno di sgravamento dello zucchero coloniale, trasformato dal suo successore in un esorbitante diritto sulla produzione indigena. Il 15 aprile 1837, seguì il Guizot, del quale condivideva le opinioni, nel suo ritiro, ricusò di far parte nell'amministrazione Mole, e si distinse con gli altri dottrinarii fra i caporioni più impetuosi della coalizione, mentre sedeva vicepresidente al banco della Camera. Entrato di poi nel ministero di transazione del 12 maggio 1839, si brigò di rannodare la maggioranza fornita dalle nuove elezioni; appresso fu sospinto sui banchi dell'opposizione a cagione dell'avvenimento del 1° marzo, e riprese il portafogli dell'interno il 29 ottobre 1840. Dal qual tempo fino alla rivoluzione di febbrajo cooperò in più disegni di leggi riferentisi al rior-
      dinamento de' pubblici archivii, all'introduzione dei libri stranieri, all'acquisto delVHótel de Cluny, stabilimento di una rete di strade ferrate e simili. La vivace opposizione che per sette anni sperimentò, rimproveravalo di non curanza dei pubblici interessi, di mal celato dispregio per gli ordini parlamentari, di troppo rigore nel trattamento dei prigionieri politici, di eccesso d'azione amministrativa, o, come per eufemismo dicevasi, di abuso delle influenze, in riguardo al corpo elettorale. Fi» ben egli che alle domande di riforme dichiarò, in nome del ministero, che il paese era soddisfatto. Partigiano del dovere, fu troppo fidente nel suo trionfo; e quando volle interdire il banchetto del 12° circondario, era già tardi. Credette bene dr doversi involare alla pubblica animadversione, ei che condivideva col Guizot la più grande impopolarità; ma, dopo qualche mese di soggiorno in Inghilterra, reddì a Parigi, ove dimorò fino alla morte. L'Accademia di belle arti lo nominò membro libero nel 1846; intelligentissimo di esse arti, comi-pose una magnifica galleria di quadri, e sul finire di detto anno fu elevato al rango di gran croce della Legion d'onore. Sposò una nipote del notissimo fornitore Vanlerberghe, che gli recò in dote immense ricchezze, mercè cui potè vivere agiato e assai onorato ad onta delle rivoluzioni e degli avversarli. ;
      Vedi: Didot fratelli, Nouvclle biographie géné-rale; Dictionnaire de la conversation — Vapereau, Dictionnaire universel des contemporains.
      DUCHESNE oDU CHESNE Andrea (biogr.).— Questo dottissimo francese nacque nel 1584 nella Turena, e le sue cognizioni storiche e fisiologiche lo posero nel novero degli uomini più eruditi del suo tempo; È principalmente conosciuto per la sua preziosa raccolta dei vecchi cronisti francesi intitolata : Ili-storia Francorum scriptores coetanei ab gentis origine usque ad Philippi IV tempora, opera di 5 voi. in-fol., 1636-49, pubblicata in parte da lui e in parte da suo figlio Francesco, essendo egli morto durante la stampa del terzo volume. Pubblicò ancora : Storia dei re, duchi e conti di Borgogna e di Arles (1634,2 voi. in-fol.); Storia dei cardinali francesi; Bibliotheca Cheniacensis ; Biblioteca degli autori che hanno scritto sulla storia e la topografia dilla Francia; Storia dei papi (2 voi. in-fol.) ; Storia genealogica delle case di Lucemborgo, Montmorency , Vergy, Guisnes, Chàiillon, Béthune, ecc. (7 voli in-fol.); Storia d'Inghilterra, Scozia ed Irlanda (2 voi. in-fol.). Tranne le due opere menzionate col titolo in latino, le altre sono tutte scritte in franacene. Molte altre che per brevità tralasciamo, non che più di cento volumi in-folio da essolui scritti, addimostrano quanto laborioso ei fosse, e come a buon diritto si meritasse l'appellazione di pére de Vhistoire de France.
      Fu nominato successivamente geografo ed isto-riografo del re; ed il cardinale di Richelieu, nato presso a poco nello stesso paese che Duchesne, soleva chiamarlo il suo buon vicino, e gli si addimostrava parziale. '
      Duchesne morì nel 1640 presso Parigi, sventurata*-mente schiacciato sotto un carro mentre andava alla sua villa. •
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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