Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DUI DA - DUJARDIN KARKLsi diede all'insegnamento, allogandosi dapprima ripetitore nell'Istituto Massin; passo passo fondò egli pure un istituto e fu poscia nominato direttore degli studii a Sainte-Barbe. Frammezzo alle molteplici occupazioni trovò modo di elaborare dotte memorie, stabilendo cosi le basi della sua riputazione scientifica, e, dopo diverse comunicazioni avute coll'Ampère sull'elettrodinamica, col Fourier sulla teoria matematica del calore, secondo gl'insegnamenti di quel tempo, esordì co' suoi primi lavori sulla conducibilità dei cristalli, da cui apprese alcune leggi che furono poscia verificate nel loro insieme per gli esperimenti del Senarmont. Ma i suoi studii erano principalmente "rivolti verso l'acustica, scienza dapprima professata con ardore dal Savart, rimasta quindi negletta per alcune difficoltà di afferrare il luogo teorico dei fenomeni che venivano a scoprirsi. Duhamel sciolse le difficoltà, partendo dal calcolo per arrivare all'esperienza ; e trovò per tal modo le leggi delle canne d'organo coniche, spiegò le vibrazioni delle corde metalliche, tenendo conto della loro rigidezza. Principale fra tutte le teorie da lui impugnate, fu quella dell'archetto, deducendola da leggi comuni di fregamento; spiegò i fatti scoperti antecedentemente e previde la cessazione di vibrazione della corda per un'azione continua e sufficientemente prolungata dell'archetto, e come esso possa anche produrre suoni più gravi della sua nota fondamentale. Intorno alla proprietà che possedono i corpi sonori di rendere in uno parecchi suoni, egli ne diede la spiegazione dimo-• strando come le diverse parti dei corpi eseguiscono vibrazioni miste, le quali possono essere considerate come un sovrapponimento di parecchie vibrazioni semplici che l'orecchio distingue separatamente, al che pervenne fissando sul corpo sonoro un ago sottile, il quale dividendo le vibrazioni, restano queste trascritte sopra una superficie annerita che gli si fa passare innanzi. Per tal modo inventò il processo grafico, impiegato presentemente a trascrivere tutti i movimenti, compresi quelli del cuore. 1 quali importanti lavori gli schiusero le porte dell'Accademia delle scienze nella sezione di fisica, e •gli valsero le cattedre d'analisi alle Scuole Politecnica e Normale, e alla Sorbona. Le sue opere vanno encomiate per chiarezza, metodo e coscienza, come sempre trasparivano nelle sue lezioni. Messo a riposo, dopo quarantanni durati nella cattedra, compose ne'suoi ultimi anni un'opera intitolata: Sur les méthodes dans Ics scicnces de raisonnement, la quale contiene il frutto delle sue esperienze e meditazioni, oltre varie altre pubblicate antecedentemente, quali sono: Problèmcs et développements sur diverses parlìes des mathématiques, collaborata con Reynaud (1823); Cours d'analyse de VEcole poly-techniquc (1847); Cours de mdcaniqtte de VEcole pohjteclmique (1845-46,2 voi. in-8°; 2a ediz., 1863); ed un gran numero di Noie, Articoli e Memorie, estratti dal llecueil de VAcad èrnie des set enee s e dal Journal de V Ecole polytechnique.
DDIDA (geogr.). — Montagna della Venezuela, nell'America meridionale, che per la sua forma acuminata serve di punto di riconoscimento al viaggiatore nell'Orenoco.
DUILIO o DUILLIO (biogr.). — Carlo Duilio Nepote
apparteneva ad una delle più illustri famiglie plebee di Roma, e fu fatto console con C. Cornelio Scipione Asina l'anno 260 av. Cristo e il quinto della prima guerra punica. I Romani, che allora contendevano la Sicilia ai Cartaginesi, avevano determinato di crearsi una flotta, e prendendo per modello una galea africana naufragata sulla costa, erano giunti in poco tempo a costruire e a mettere in mare 120 navi, o 160 secondo Floro. Scipione, designato dalla sorte al comando di questa flotta, parti il primo con 17 navi, ma cadde nelle mani dei Cartaginesi, e Duilio ne prese il posto.
La flotta romana incontrò quella dei Cartaginesi sulla costa settentrionale della Sicilia, e il combattimento s'impegnò con tutti gli svantaggi che i Romani avevano preveduti. Ma questi non potendo agguagliare i loro nemici in destrezza e in perizia nautica, si erano provveduti di macchine dette corpi (V. Corvo [art. mil. ant.}), mercè le quali poterono afferrare le galee avversarie e costringerle a combattere, come dice Floro, quasi come su di un fermo terreno. I Cartaginesi si difesero male in un genere di lotta cosi inaspettato; la loro flotta fu dispersa; 9000 uomini furono loro uccisi, 9000 fatti prigionieri ; molte galee furono affondate, e un maggior numero ne cadde in potere dei vincitori.
Duilio riunitosi all'esercito di terra liberò Segesta sulla costa occidentale della Sicilia, sconfisse i Cartaginesi e prese nell'interno Macella, senza che Amilcare, loro generale, osasse opporvisi. Nessuna vittoria aveva mai cagionato tanta gioja fra i Romani. Per eternarne la memoria si coniarono medaglie, e s'inalzò nel Foro una colonna rostrata (V. Colonna [archit.]) con un'iscrizione indicante il numero delle navi affondate o prese, e le somme di cui si era arricchito il pubblico tesoro. A Duilio fu concesso il primo trionfo navale, e il privilegio di farsi accompagnare di notte per le vie di Roma da portatori di faci e da suonatori di flauto.
La lex Duilia, che reca il suo nome, interdice l'inumazione dei cadaveri nell'interno della città, non eccettuando che le Vestali, eccezione che fu dipoi estesa anche agl'imperatori.
Vedi: Floro (n, 2) — Aurelio Vittore, De viris illustr. (38) — Plinio, Hi st. natur. (xxxiv, 5) — Diodoro (xxiu).
DUISB0RG0 (geogr.). — Città della Prussia Renana, tra la Ruhr ed il Reno, con 30,520 abitanti. Fu già membro della Lega Anseatica.
DUJARDIN Karel (biogr.). — Pittore olandese, nato nel 1640 ili Amsterdam, morto a Venezia il 20 novembre 1678, fu allievo di Berghem, e segnalussi ne' paesaggi, negli animali e nelle bambocciate. Trasferitosi a Roma, e dipoi a Lione, vi contrasse un sì gran numero di debiti, che fu costretto per soddisfare i creditori a sposare la sua ricca ma vecchia albergatrice, con la quale pose stanza ad Amsterdam; ma mal potendo convivere con essa lei, tornò a Roma, ove menò vita dissipata, e pa sò dipoi a Venezia, ove mori nel fiore degli anni. Non ostante la sua scioperatezza, Dujardin ha condotto molti dipinti assai rari oggigiorno e carissimi, notevoli per armonia, espressione, forza e soavità di colorito. Le sue composizioni sono semplici; alcun® figure, alcuni animali sop;a un fondo largamente
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