Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DUMASINO — DUMB-BELLS
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alla rivoluzione del luglio, molto più rimessamente di quanto vantavasi, e quindi crebbe la sua fama letteraria di giorno in giorno, mercè la produzione di drammi, di commedie e di romanzi, di cui il solo titolo riempirebbe più pagine. La fecondità sbrigliata dello scrittore supera ogni immaginare, chè si contano a centinaja i suoi volumi di romanzi, novelle, memorie, impressioni di viaggi, narrazioni, schizzi e simili, che nella più parte egli divolgava nei diarii di maggior grido siccome appendice, e ne sciorinava tre o quattro contemporaneamente. Per citarne alcuno, Les trois Mousquetaires (1844, voi. 8, in-8°) comparvero nel Siècle, ove si distesero sotto l'appellazione di Vingt ans après (1845, voi. 10) e del Vicomie de Bragelonne(1847, voi. 12) ; Le Comie de Monte-Cristo (1841-45, voi. 12) nel Consttlu-tionnel; La Beine Margot ( 1845, voi. 6) nella Presse: i Moschettieri e Monte-Cristo resero popolare il nome dell'autore, e gli procacciarono il reddito annuo di 200,000 lire circa, divorato in un baleno, mercè le follie fastose del palazzo di Monte-Cristo.
Il romanzo, lungi dal distorlo dal teatro, dischiuse novella via alla sua fecondità drammatica, in cui gli argomenti e i temi più graditi passarono dai libri sulla scena,per procacciare novella gloria e maggior denaro alle dissipazioni del Dumas. Di che ebbersi Les Mousquetaires, dramma in cinque atti e dodici quadri, all'Ambigu (1845) ; La Beine Margot, parimente in cinque atti e tredici quadri (1847), che inaugurò il suo Teatro Istorico, e man mano Le chevalier de la Maison rouge, Monte-Cristo, Le chevalier d'Arniental, La jeunesse des Mousquetaires, La Querre des femmes, e moltissimi altri sino alla Chasse au Chastre, dramma in tre atti ed otto quadri, col quale nell'ottobre del 1850 fu chiuso il Théàtre Historique. Continuò nullameno in altri teatri a comporre drammi, commedie, azioni, fra i quali fu applauditissimo quello dettato pel Gymnase di Marsiglia nel 1858: Les gardes forestiere, che ottenne all'autore corona d'oro ed ovazioni nella città focense. E come se tutte codeste serque di volumi fossero poca cosa, nel 1853 fondò un diario intitolato: Le Mousquetaire, che nel 1857 si appellò Monte-Cristo,in. cui inseriva romanzi che poscia si tramutavano in libri; versioni in più lingue; Mém oires che crebbero in più volumi; ultimamente le Causeries che si slargano sovra tutto lo scibile. Egli è evidente che tanta farragine di scritti non poteva rampollare nella testa di un solo uomo, e nemmeno da un solo essere vergata. Il famoso processo nel 1847 coi direttori della Presse é del Constitutionnel pose in piena luce, che parrebbe incredibile se non fosse verissimo, avere il Dumas assunto impegno di fornire ai predetti periodici ciascun anno più volumi di quanti potrebbe copiarne abilissimo amanuense. On-decchè nessun dubbio rimane sui suoi collaboratori. Alfonso Karr (Mercantilisme liltéraire, 1845) ed Eugenio de Mirecourt (Fabrique de romans, maison A. Dumas et C.) rivelarono il segreto di tanta fecondità. Fra'molti collaboratori furono messi innanzi Aniceto Bourgeois, Ippolito Auger, Paolo Bocage, Brunswick, Couailhac, Durrieu, Fiorentino, Gérard de Nerval, Maquet, Meurice, Souvestre e moltiss'mi altri ancora. Per la qual cosa bene a ragione fu rimbrottato al Dumas il frequente plagiare; ma egli sidifese allegando il motivo che t Yhomme de génie ne vole pas, mais conquiert ; e che così adoperarono Molière e Sbakspeare ». Nelle Memorie di Garibaldi versò a larghe troscie le finzioni del romanzo, e parimente negli scritti che discorrono dell'Italia.
Benveduto in corte e amico di tutti i principi della famiglia d'Orléans, accompagnò nel 1846, in qualità d'istoriografo, il duca di Montpensier nel suo viaggio nuziale in Ispagna, di dove visitò anche le coste settentrionali d'Africa. Al ritorno in Parigi aprì un teatro suo proprio, coni' è detto, e l'impresa sareb-besi facilmente avviata, procacciandogli lauti guadagni, se lo scoppio della rivoluzione del febbrajo non l'avesse costretto a rimanersene. Essendo anche andati a male due giornali, coi quali sperava esercitare molta influenza in que' tempi fortunosi, le sue finanze, già stremate dal vivere dispendioso e munifico, toccarono il fondo, e si vide costretto a cercare, nel 1852, un rifugio contro i creditori nel Belgio. Al ritorno, nel 1853, in Parigi, ripigliò a pubblicare giornali. Più tardi prese parte alla spedizione di Garibaldi in Sicilia e Napoli, e non pochi rammenteranno ancora quella sua lettera mirifica che narrava ariostescamente la battaglia di Milazzo. Nel 1860 fu per alcuni mesi direttore dei musei di Napoli, ove dimorò lunga pezza in un palazzo dello Stato, tirandosi addosso non poche brighe e severe censure, e fondando un giornale italiano, L'Indipendente, nel quale pubblicò nuovi romanzi sull'istoria di Napoli, fra cui la San felice. Poi tornò a Parigi, ponendosi a capo di una nuova impresa teatrale, il Gran Teatro Parigino, nel sobborgo Sant'Antonio, e fece parecchi viaggi per dar letture pubbliche a Berlino, Vienna ed altrove.
Ad onta de' suoi difetti, della foga dello scrivere, delle imitazioni e de' plagii, sarebbe atfatto puerile disconoscere il suo ingegno originale nel porre insieme un libro, un dramma, un romanzo. I suoi romanzi storici contengono parti che possono dirsi veri capolavori : inarrivabile nell'organare la disposizione drammatica dei fatti e dei personaggi, fu eziandio per ciò sommamente accetto non solo ai Francesi, ma ancora a quanti in Europa ed America prendono diletto di tali letture. Ondecchè fu voltato in molte lingue moderne, e pressoché innumerevoli sono le edizioni sì parziali che complete delle sue opere. Il figlio, vivente, dello stesso nome, ne continua, benché in grado minore,la gloriosa tradizione.
Vedi Vapereau, Dictionnaire universel des Con-temporains (Parigi 1870).
DUMASINO (chim.). —Olio empireumatico prodotto contemporaneamente all'acetone nella distillazione dell'acetato di calce; gli fu dato tal nome in onore del celebre chimico francese Dumas.
DUMBART0N(£e<#r.).— Città marittima, capoluogo di omonima contea, in Iscozia, sulla sinistra riva del Loven, presso la confluenza della Clyde, con 11,404 abitanti.
DUMB-BELLS (chim.). — Nome inglese (battocchio di campana) usato per indicare la forma cristallina microscopica, simile all'unione di due funghi pel gambo, che assume l'acido urico nell'atto che esce di combinazione per azione dell'acido cloridrico, e che pure hanno talvolta l'ossalato ed il carbonato di calcio.
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