Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DUMOULIN CARLO - DUMOURIEZ CARLO FRANCESCOcon la moglie, il figlio e quaranta altre pei sone nel disastro della strada ferrata di Versailles dell'8 maggio 1842. Nel 1844 la sua patria gli rizzò una statua in bronzo davanti la casa ove ebbe i natali.
      Vedi : Berthelot, E log e du contre-amiral Dumont <T Vrville — De Barins, Vie, voyages, aventures de Tamirai Dumont d'Urville, ecc. (Parigi 1844) — Lesson, Notice historique sur Vamirai Dumont cC Urville (Rochefort 1846).
      DUMOULIN Carlo (biogr.). — Giureconsulto dei più celebri che la Francia abbia prodotto, più conosciuto fra noi sotto il nome latinizzato di Molineo (V.).
      DUMOURIEZ Carlo Francesco (biogr.). — Generale della rivoluzione francese, nato a Cambrai nel 1739, il quale lasciò un gran nome per le sue qualità militari e una riputazione equivoca come uomo politico. Entrò giovanissimo nella carriera delle armi, e servì in Germania nella guerra dei Sette anni. Dopo la pace del 1763 viaggiò in varie parti d'Europa offerendo i suoi servizii a diversi Stati ; visitò specialmente la Corsica, la Spagna e il Portogallo, e scrisse un saggio sulla situazione militare e sui mezzi di quest'ultimo regno. Siccome egli aveva consigliata la spedizione di Corsica contro i Genovesi, allorché questa fu risoluta, egli vi fu nominato a un grado di distinzione, in cui si comportò in modo da meritare le lodi de' suoi capi. Fu poscia mandato in Polonia ad una missione segreta, ed ebbe parte a tutti gl'intrighi politici di quell'epoca, finché caduto il duca di Choiseul, e sottentrato un altro ministro, divenne sospetto al proprio Governo e fu rinchiuso per sei mesi nella Bastiglia.
      Ma l'avvenimento al trono di Luigi XVI gli ridonava la libertà e il grado di colonnello ; anzi era mandato a Cherbourg per formarvi un grande stabilimento navale giusta le idee che aveva spiegate in un suo scritto a questo riguardo. Scoppiata la rivoluzione, abbracciò la causa del popolo, e divenne amico dei Girondini, per l'influenza dei quali fu nominato ministro degli affari esteri, qualità nella quale indusse il re a dichiarare la guerra all'Austria nel mese di aprile 1792. Poco dopo abbandonò quella carica in compagnia degli altri ministri girondini Roland, Servan, Clavière, ecc. Spaventato della direzione che prendeva la rivoluzione, ed affezionato come La Fayette alla monarchia costituzionale del 1791 che i Giacobini volevano distruggere, egli pensò allora di allontanarsi dal campo della politica interna, recandosi all'esercito del Nord a prendervi un comando sotto il generale in capo Luckner. Quivi, dopo il 10 agosto, egli fu surrogato a La Fayette alla testa dell'esercito destinato ad operare contro il duca di Brunswick.
      L'esercito era in disordine, ma Dumouriez presto vi ristabilì la disciplina e la confidenza, ed ottenne una serie di successi parziali bensì, ma brillanti, che arrestarono i progressi dei Prussiani. Fatta poi testa nella foresta d'Argonne, ch'egli chiamava le Termopile della Francia, diede tempo a Kellermann e ad altri generali di avanzarsi con altre divisioni e di combattere contro i Prussiani a Valmy il di 20 di settembre del 1792, battaglia vinta da Kellermann, dalla quale questi prese poscia la sua appellazione quando Napoleone l'ebbe fatto duca. Egli
      è ammesso generalmente che la fermata di Da. mouriez a Argon ne impedì che la Francia fosse vittoriosamente invasa dallo straniero.
      Sul finire di ottobre egli cominciò la sua campagna di Fiandra, vinse la battaglia di Jemmapes contro gli Austriaci nei dì 5 e 6 di novembre, s'impadronì di Liegi, Anversa e di una gran parte della Fiandra, ma per certi dispareri insorti con Pache, allora ministro della guerra, fu obbligato a tornare a Parigi durante il processo di Luigi XVI. Dopo la morte del re, Dumouriez ritornava al campo determinato di prestare l'opera sua pel ristabilimento della monarchia costituzionale sotto Luigi XVII. Intanto s'inoltrava col suo esercito; entrava in Olanda, prendeva Breda ed altre piazze; ma obbligato, per l'arrivo del principe di Coburg, a ritirarsi, provò una sconfitta parziale a Neerwinde e una seconda a Lovanio. Nello stesso tempo era spiaciuto alla Convenzione ch'egli si opponesse ai suoi oppressivi decreti contro i Belgi; però Danton, Lacroix ed altri commissarii della Convenzione recaronsi successivamente al suo quartier generale per vegliare sopra di lui, ma egli protestava apertamente che il solo mezzo di salvare la Francia era di ristabilire la monarchia costituzionale del 1791. Intavolava allora segrete negoziazioni col principe di Coburg, per cui gli era permesso di ritirare senza molestia il suo esercito sulle frontiere della Francia, insieme con le sue guarnigioni e l'artiglieria che gli erano state tagliate dai progressi del nemico; condizioni che facilmente Coburg gli concedeva, a patto che si adoperasse per la causa della monarchia costituzionale.
      Dumouriez ritiravasi pertanto a Tournay, ed evacuato il Belgio, poneva il suo quartier generale a Saint-Armand dentro le frontiere francesi il di 30 di marzo 1793. Fu allora che a Parigi venne altamente accusato di tradimento, e che la Convenzione chiamandolo alla sua sbarra mandò quattro commissarii per intimargli quest'ordine. Rispondeva egli di essere pronto a cedere il comando se l'esercito glielo permettesse, ma non voler andare a Parigi a perdervi la testa su di un palco. Insistendo tuttavia i commissarii, ne nasceva un alterco che terminava col loro arresto e la loro consegna come ostaggi al generale austriaco Clairfait stanziato a Tournay. Egli prendeva allora la risoluzione di marciare su Parigi ; ma non essendo secondato dalle truppe, trovavasi costretto a rifuggirsi con alcuni ufficiali al quartiere generale austriaco (aprile 1793). Quivi trovando che il suo disegno della monarchia costituzionale era disapprovato dagli alleati, rifiutava di servire nell'esercito autriaco contro la sua patria, e se ne andava errando per varie città dell'Allemagna,riguardato come sospettoe molestato dagli emigrati realisti, mentre in Francia la Convenzione metteva una taglia di 300,000 franchi sulla sua testa.
      Passava egli poscia in Inghilterra, ma cacciatone in forza dell'afte*» bill, si rifuggiva in Amburgo, dove scriveva le sue Memorie e parecchi opuscoli politici. Finalmente nel 1804 o nel 1805 otteneva la permissione di risiedere in Inghilterra, dove fermava il suo soggiorno, e dove dicesi che, meno delicato in torno a ciò che riguardava la sua patria, iacesa-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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