Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DUODENITE — DUPERREY LUIGI ISIDORO
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      tra il duo e il duetto. Secondo lui, il duo si compone in tutto rigore dello stile' di cappella, e non vi entrano che note bianche senza accompagnamento di basso, mentre il duetto contiene anche imitazioni e fughe, ma spesso componesi di note nere ed è accompagnato dal basso continuo dell'organo o del pianoforte. I duo serii di Leo, di Vinci, di Pergo-lese componevansi d'un primo movimento lento, dialogizzato in principio e quindi unito a due voci ; veniva poscia, come nelle arie di quel tempo, una seconda parte brevissima, spesso con movimento più vivo; infine ricominciavasi tutta intera la prima parte. Piccioni,Paisiello ed altri diedero in appresso parecchie altre forme al Duetto (V.).
      DUODENITE (patol.). — Infiammazione del duodeno. Si unisce per lo più alla gastrite ed all'enterite.
      DUODENO (anat.). — Porzione degl'intestini tenui, così chiamata perchè presentala lunghezza di dodici dita trasverse (V. Intestino).
      DUOMO (stor. eccl.). —- Nome dato ordinariamente alle chiese cattedrali e metropolitane, e talvolta anche alla chiesa principale di quelle città che non sono sedi vescovili. Qualunque cattedrale o metropolitana può pertanto chiamarsi duomo, benché non tutti i duomi siano cattedrali. Pare cosa fuor di dubbio che la parola duomo derivi da domus (casa), perocché gli antichi fedeli chiamavano domus Dei o domus orationis i luoghi sacri dove si raccoglievano a pregare e ad assistere ai divini uffizii, non volendo forse far uso di templum per non risvegliare idee pagane.
      E inoltre da credersi che queste chiese fossero poscia semplicemente denominate domus quasi case per eccellenza, e che la prima eretta in ciascuna città, quando lo scarso numero dei fedeli non richiedeva più di un solo edifizio di questo genere, ritenesse l'antico nome a modo di distinzione anche dopo che si furono edificate chiese secondarie.
      Intorno all'origine del vocabolo duomo è da leggere fra le Dissertazioni del Muratori la lxii, e nel Menochio (Stuore, tom. ir, c. 13): Onde sia nato che le chiese cattedrali si chiamino domi.
      DUPERRÉ (barone) Vittorio Guido (biogr.). — Ammiraglio francese, nato alla Rochelle il 20 febbrajo 1775, morto il 2 novembre 1846. Cominciò la sua carriera marittima nella marina mercantile, e dopo un viaggio di diciotto mesi nell'India entrò al servizio della Repubblica nel 1795. Durante i successivi dieci anni ei prese parte a molti sìngoli combattimenti navali con gl'Inglesi, finché fu promosso nello stato-maggiore a bordo del Vétéran, capitanato dal principe Girolamo Buonaparte. Nel settembre del 1806 ei divenne capitano e prese il comando della fregata La Sirène. Nel marzo 1808, mentre navigava in compagnia dell'Italienne sulle coste della Bretagna, fu assalito da una divisione navale inglese di due vascelli e tre fregate, sostenne per un'ora e venti minuti un combattimento disuguale, e riuscì, dopo aver ricusato di arrendersi, a porsi in salvo con un'abile ed ardita manovra. Quest'atto d'intrepidezza e di abilità attrasse l'attenzione di Napoleone, che lo promosse al grado di capitano di vascello.
      Dopo varii splendidi fatti d'armi nell'Oceano In-
      diano, fu creato, il 20 agosto 1810, barone dell'Impero e contrammiraglio della squadra leggiera dell'armata navale del Mediterraneo agli ordini del vice-ammiraglio Emerian. Nel blocco di Venezia per l'esercito austriaco (1813 e 1814) Duperré fu incaricato dal viceré d'Italia della difesa delle lagune, e nominato prefetto marittimo a Tolone nel 1815, fu chiamato nel 1818 al comando della stazione navale delle Antille. Nel settembre 1823 ebbe ordine di trasferirsi davanti Cadice per pigliarvi il comando della squadra, e contribuì alla dedizione di quella piazza. Tre anni dopo ebbe il comando in capo delle forze navali raccolte nelle Antille.
      Duperré, promosso nel 1826 al grado di viceammiraglio, esercitava le funzioni di prefetto marittimo a Brest quando nel febbrajo del 1830 fu chiamato da Carlo X a Parigi per dare il suo parere sulla meditata spedizione d'Algeri. Egli dichiarò l'intrapresa estremamente pericolosa ed incerta; ma, non ostante le sue rimostranze, fu risolta, ed ebbe il comando assoluto di tutte le forze navali. La squadra consisteva di 103 legni da guerra e 572 commerciali, aventi a bordo 37,331 uomini e 4008 cavalli. Essa salpò il 25 maggio 1830, e dopo varie fortune di mare giunse davanti Algeri il 13 giugno. È nota la presa di quella città, creduta inespugnabile, in men di tre settimane, e quella conquista è una delle più belle pagine della marina francese. Pressoché nello stesso tempo Carlo X fu sbalzato dal trono, ma ebbe ancor tempo d'inalzare Duperré al grado di Pari di Francia. Uno dei primi atti del Governo di luglio fu di nominarlo, il 13 agosto 1830, ammiraglio e riconfermargli la dignità di Pari. Duperré fu tre volte ministro della marina, finché ritirossi, il 7 febbrajo 1843, per motivi di salute.
      Vedi F. Chasserian, Vie de l'amirai Duperré, ecc. (Parigi 1848).
      DUPERREY Luigi Isodoro (biogr.). — Antico capitano di fregata e membro dell'Istituto, nacque a Parigi il 21 ottobre 1786; ivi cessò di vivere il 25 agosto 1865. Spinto da natura alle matematiche, compiuti i corei al collegio des Quatre-Nations, entrò a 17 anni alunno nella marina militare e, nel 1809, sendo aspirante di prima classe, ebbe parte gloriosa nell'affare dei brulotti, la notte sopra il 12 aprile, nella rada dell'isola d'Aix, e nei combattimenti de' giorni seguenti, per cui la squadra inglese ripigliò il largo. Nel 1811 fu, col grado d'insegna, incaricato di fare degli studii idrografici delle coste di Toscana, sotto gli ordini del luogotenente di vascello Enrico Gauthier. Nel 1815, sotto gli ordini del De Seizieu, combattette,i corsari greci nella baja di San Giorgio di Schiro, e l'anno seguente, la grande sua abilità nella manovra, unita ad attività prodigiosa, fu cagione che fosse scelto come officiale di quarto dal capitano Freycinet, che moveva sulla corvetta l'Uranie per una spedizione scientifica intorno al mondo. Durante la campagna, che occupò più di tre anni, egli collaborò di assai nei lavori scientifici della spedizione, massime in ciò che concerne l'idrografia e le osservazioni del pendolo. Molte carte disegnò, che sarebbe lungo di enumerare. Frattanto, nella notte sopra il 15 febbrajo 1820, V Uranie, sendo in vista deliat^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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