Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DUPIN ANDREA MARIA GIAN GIACOMOdeputati nelle intraprese di strade ferrate, col votare contro il diritto di visita e l'indennità Pritchard. Nella rivoluzione del 1848, consigliò il re ad abdicare, e indarno s'affaticò di condurre il conte di Parigi nauti la Camera e di proporre col maggior calore si adottasse la reggenza della duchessa d'Orléans: non era più tempo da ciò; e il giusto mezzo era esoso a quegli stessi che vi avevano largamente pescato per entro. Il suffragio universale rinviò il Dupin all'Assemblea Costituente, e, sebbene ultimo nella lista delNiervese, pure fu tosto nominato della commissione pel regolamento, grazie alla sua perizia in cose di tal fatta. Ebbe molta parte alla costituzione della repubblica, e dopo aver eloquentemente parlato in parecchie gravi circostanze, dopo l'elezione del
10 dicembre, difese la proposta Rateau, che affrettava la dissoluzione della Costituente. Rieletto alla Legislativa, approvò la spedizione di Roma, ed approvò la politica sì all'interno che all'estero di Luigi Napoleone. Al 2 dicembre, sendo sempre presidente dell'Assemblea, fu guardato a vista nel palazzo della presidenza: ciò non di meno, andò incontro ai capi delle truope, e lesse loro una protesta contro la violazione del diritto parlamentare, ma senza frutto. Nella sua Histoire d'un Crime Vittore Hugo attribuisce però al Dupin in quella occasione una deplorabile debolezza e mancanza di civile carattere.
Tenne il posto di procurator generale alla Corte di Cassazione dal 1830 al 1852, comecché ricusasse,
11 1° gennajo di detto anno, assistere al Te Deum cantato a Nolre Dame; ma quando, il 23 di detto mese, fu emanato il decreto di confiscazione dei beni di Casa d'Orléans (ch'egli argutamente chiamò le premier voi de Vaigle), mandò tosto al principe presidente la sua dimissione da procuratore generale ; e il dì seguente notifìcolla al primo presidente sig. Portalis con lettera, in capo della quale scrisse l'epigrafe: Sub lege libertas. Ma, tanto e tanto, non seppe, non potè vivere nel ritiro e nell'isolamento ; e, tutto parziale che fosse agli Orleanesi, ei tramu-tossi in servitor divoto dell'Impero: mirabile pieghevolezza di carattere politico! Nel 1857, rivestì la zimarra di procurator generale alla Corte di Cassazione, che indossò sino alla morte. Nell'assu-merla la prima volta nel 1830, aveva detto nel discorso d'installazione : t Essere indipendente, ciò vuol dire difendere la propria opinione, la coscienza e gli atti contro gli attacchi estrinseci, contro tutti quelli che, senza averne diritto, premono la nostra volontà, per imporci la loro; in breve, gli è essere se stesso nella purezza della coscienza e convinzione propria ». Parole non contraddette mai come magistrato, e devesi in lui encomiare l'umanità dei sentimenti e la nobile generosità che guidavanlo nelle applicazioni delle leggi penali. Degno ministro della legge in mezzo a civile e libero popolo, siccome disse il Pinard ; e sotto tale risguardo assai si accostava alle idee giuridiche inglesi. Rigettava risolutamente le analogie nella legge penale, con tutto che, in nome di un'analogia penale, egli stesso trascinasse la Corte di Cassazione nella sua giurisprudenza contro il duello. Niuno può contestare la potente sua azione sulle tendenze della giurisprudenza; quindi egli ristabilì il diritto di libera con-
correnza con reprimere gli eccessi dell'alzamento e dell'abbassamento nel trasporto delle persone e delle mercanzie ; supplì al silenzio della legge nelle questioni di proprietà letteraria; finalmente, in due ammirande requisitorie fissò lo stato dei patronati. Lasciò un seggio vacante all'Accademia francese e a quella delle scienze morali e politiche. Se nessuno fece più discorsi di lui, nessuno parimente più operette ; per lo che molti gli rimbrottavano la facile negligenza dello scrivere. Le sole Mémowu
Fig. 2187. — Andrea Maria Giangiacomo Dupin.
stampate dall'infaticabile avvocato, formavano già, nel 1840, 20 volumi in-4°, e le sue Consullationi mss. 21 voi. in-fol., senza contare 15 voi. in-4° di Note ed estratti. Rechiamo i titoli di alcuni fra i moltissimi suoi lavori : Traité des successions ab intestai; Principia juris civilis cum romani tum gallici (1806, 3 voi. in-12°); lléflexions sur Venset-gnement et Vetude du droit; Prccis historique de droit romain; (1809) ; Dissertation sur le domaine des mers et la contrebande (1811) ; Dictionnaire des arréts modernes (1812, 2 voi. in-4°) ; De la nécessilé de reviser et de classer toutes les lois promulguées depuis 1789 (1814) ; Lois civiles servant de supplé-ment au Code civil (1819, 2 voi. in-8°); Lois commer-ciales, servant de supplément au Code de commerce (1820); Lois de procédure, lois criminelles (1821, 2 voi.); Lois forestières (1822) ; Lois des communes 1823, 2 voi.) ; Choix de plaidoyers et mémoires, e% matière de politique et en matière civile (1823); Manuel des étudiants en droit et des jeunes avocati (1824), sotto il quale titolo si comprendono successivamente diversi opuscoli di giurisprudenza, ed altri libri d'utilità pratica: un'ultima edizione (1851) ne contiene quattordici, e termina con un Caia• logue di tutte le opere pubblicate fino a quel ponto dall'autore ; Les libertés de VEglisegallicane ( 1824); Précis historique du droit frangais, dedicato al duca di Chartres (1826); Du droit d'ainessc... dédié
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