Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DUPUIS CARLO FRANCESCO - DUPUYTREN GUGLIELMOdieci precise tutte le battei ie del fronte d'attacco si tacquero e le sei colonne prussiane si slanciarono simultaneamente all'assalto al grido di hurrà dalla parallela più avanzata. I Danesi lo accolsero con un fuoco violento di fanteria e di obici ; ma esse senza trarre un sol colpo di fucile colsero sopra i ridotti; e già alle dieci e un quarto le bandieie prussiane sventolavano su sei ridotti assaliti. I Danesi incaricati di difenderli erano caduti morti, feriti o prigionieri. Accanitissima fu la difesa del ridotto n° 4. Alle undici del mattino i bastioni 7, 8 e 9, del pari che la seconda linea dei ridotti situata indietro e il 10 capitolarono. A mezzogiorno anche l'assalto ai due ridotti della testa di ponte aveva avuto buon esito. I Danesi ritiraronsi allora precipitosamente nell'isola d'Alsen distruggendo uno dei ponti di barche, mentre l'altro veniva distrutto dall'artiglieria prussiana. Il Rolf-Krake intervenne nel combattimento quando i sei primi bastioni erano già presi, e scorgendo il nemico nelle opere, cominciò, benché tardi, un furioso cannoneggiamento contro i ridotti del sud ; ma venne da ultimo costretto dalle batterie prussiane a tacersi. I Danesi perde-rono molta gente, fra' quali due generali rimasti morti ; quattro reggimenti furono quasi interamente distrutti ; i prigionieri sommarono da tre a quattromila, fra i quali molti uffiziali e due capi di reggimento. Assai gravi furono anche le perdite dei Prussiani, ragguagliati a quasi mille uomini tra morti e feriti, fra i quali sessanta uffiziali e due generali. I Prussiani s'impadronirono di circa ottanta pezzi d'artiglieria che guarnivano le fortificazioni di Duppel e di parecchie bandiere danesi.
Questa vittoria fu celebrata con molta pompa a Berlino, e il re Guglielmo indirizzò al principe Federico Carlo, che diresse col maresciallo Wrangel le operazioni dell'assedio di Duppel, il seguente turgido telegramma: « Dopo il Dio degli eserciti, è alle mie magnifiche truppe ed al tuo comando che io vado debitore della gloriosa vittoria d'oggi. Comunica alle truppe la mia alta soddisfazione e la mia reale riconoscenza per i fatti d'arme da esse compiuti ».
DUPUIS Carlo Francesco (biogr.). — Dotto francese, nato l'anno 1742 a Trie-le-Chàteau, fra Gisors e Chaumont, nel dipartimento dell'Oise.La protezione del duca di La Rochefoucauld lo istradò nella carriera delle lettere. Mandato dapprima professore di rettorica al Collegio di Lisieux, nel 1780 ebbe dall'Università l'incarico di recitare pubblicamente l'elogio funebre, in latino, di Maria Teresa d'Austria, col quale diede principio alla sua riputazione letteraria.
Lasciato l'abito ecclesiastico, si applicò alla giurisprudenza, e, volgendo l'anno 1775, menò moglie. Ripigliato poi lo studio delle matematiche, si applicò pure all'astronomia sotto Lalande, ed alcune memorie che pubblicò su questa scienza, colle quali preludeva alla sua opera sull' Origine dei Culti, lo fecero talmente ammirare da Condorcet, che questi lo propose a Federico II per una cattedra di letteratura vacante a Berlino. Accolse questo principe la proposizione, ma la morte lo colpì appunto quando Dupuis stava per recarsi al suo posto. Egli rimase perciò a Parigi, dove ^oco dopo fu nomi-
nato professore di eloquenza latina al Collegio di Francia, e nel 1788 socio dell'Accademia delle inscrizioni e belle lettere.
Eletto poi deputato alla Convenzione pel dipartimento di Seine-et-Oise, opinò con grande moderazione nel processo di Luigi XVI, consigliando la detenzione come misui a di sicurezza ; passò quindi nel Consiglio dei 500, dove sviluppò eccellenti pensieri sulle scuole centrali, la libertà della stampa e la pubblicità delle discussioni in materia di tinauze; ed infine fu membro del Corpo legislativo, del quale divenne presidente. Qui ebbe fine la carriera politica di Dupuis, durante la quale la sua condotta fu irreprensibile.
Nel Journal des Savants, nei mesi di giugno, ottobre e dicembre 1779 e febbraio 1780, aveva pubblicato, siccome sopra è detto, delle memorie che possono riguardarsi quasi preludii della sua grand'opera, e che poi furouo unite nella Mémoire sur l'origine des eonstellalions et sur lexplicatton de la falle par le moyen de Vastronomie (Parigi 1781, in-4°). Ma fu in mezzo all'uragano della Convenzione Nazionale che Dupuis condusse a perfezione e dedicò alla stess'assemblea L'Origine de tous les culies, ou la religion universelle (Parigi, anno m [1795], 3 volumi in-4°, con atlante in-4°, o 10 voi. in-8°). In essa Dupuis proponevasi dichiarare gli enimmi della religione greca e di tutte le altre religioni dell'antichità, di svelarne i misteri e di risalire alle origini delle tradizioni sulle quali si fondano le religioni del mondo moderno. Ma l'opera ebbe minor numero di lettori di quello ch'egli avrebbe creduto; gli si rimproverò l'aridità dello stile e la profusione di erudizione di troppo supcriore alla maggioranza dei leggenti; perchè ei ne fece un compendio intitolandolo: Abrégé de l'Origine de tous les cultes (Parigi 1796, in-8°), che reso più accessibile all'intelligenza dei più, fu meglio accolto.
Dupuis pubblicò inoltre un Mémoire explicaUf du eodiaque chronologique et mythologique (Parigi 1806, in-4®), e Dissertatici sur le godiaque de Denderah (ivi 1822), che fu pubblicata nel 1806 nella Revue Philosophique. Ei credeva aver trovato una novella prova del suo sistema nello zodiaco di Denderah (V.), che, secondo lui, risaliva ad una prodigiosa antichità. Ma Visconti, e poi Letronne e Champollion hanno pienamente dimostrato che il monumento appartiene al primo secolo dell'éra cristiana.
Nel 1809, libero da qualunque pubblica faccenda, si era ritirato in un suo poderetto presso Digione, sperando vivere giorni tranquilli nel seno di sua famiglia ; ma pochi giorni dopo il suo arrivo nella nuova dimora, attaccato da febbre perniciosa, moii nel settantesimosettimo anno di età, compianto generalmente per le buone qualità. La vedova Dupuis pubblicò nel 1813: Notice historique sur la vie Ut té-raire et politique de Dupuis.
DUPUYTREN Guglielmo (biogr.). — Nato in condizione oscura a Piei re-Buffière nel Limosino l'anno 1777, si applicò con ardore agli studi chirurgici, pei quali sentivasi fortemente inclinato, ed all'età di diciassette anni otteneva per concorso il posto di prosettore alla Scuola medica di Parigi. Procedendo quindi con gran successo nell'intrapi esa carriera,
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