Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DURAZZO — DURER ALBERTODurazzo-Angiò diede per qualche tempo regnatori a Napoli e all'Ungheria. Uno di costoro, nipote del summentovato Giovanni, e re di Napoli col titolo di Carlo III, dal 1;>82 al 1386, morì in Ungheria lasciando due figliuoli, Ladislao e Giovanna II, che regnarono successivamente a Napoli, senza aver lasciato alcun erede che intitolar si potesse duca di Durazzo, non avendo avuto prole.
      L'odierna Durazzo conta all'incirca 5000 abitanti, è cinta di mura, ma colla cittadella in rovina; ha due chiese ed una moschea, ed è la sede di un vescovo cattolico e di un arcivescovo greco, il suo porto, uno dei principali dell'Adriatico al tempo dei Romani, è ora molto adatto alle piccole navi mercantili, che fanno traffico di granaglie e tabacco per Trieste, importando merci e manifatture inglesi in ricambio. 1 dintorni vi sono ameni ed offrirebbero delizioso soggiorno se l'aria non vi fosse malsana, giusta le relazioni dei più recenti viaggiatori, fra cui il tedesco Giuseppe Miiller nel suo libro Albanien, Ru-melienund dieòsterretchisch-montenegrisehe Grànge
      Grandezza vera (argento, gr. 169).
      (Praga 1844). Esistono ancora molte medaglie autonome dell'antica città, ma nessuna col nome di Epi-damno, bensì sempre colla greca epigrafe ATP, e raramente AYPA, indicante Aup£<*xtov (Durazzo), col-l'effigie, come su quello di Corsica, di una vacca allattante un vitellino sul diritto, ed i giardini di Alcinoo sul rovescio (Eckhel, voi. ir, pag. 155).
      DURAZZO (,geneal. e biogr.), — .Antica e nobile famiglia genovese, di cui i membri hanno sempre occupato le cariche più cospicue nella Repubblica di Genova, erano alleati ai Grimaldi (V.), coi quali accomunarono spesso il nome. I più distinti sono:
      Giacomo, il quale fu doge dal 16 ottobre 15*73 al 17 ottobre 1575. Con la sua prudenza e fermezza ei diede a Genova, travagliata da lungo dalle fazioni patrizie e popolari, una tranquillità provvisoria, e i Genovesi gli vanno debitori di non aver avuto l'intervento spagnuolo.
      Pietro, eletto doge il 2 maggio 1619, surrogato da Ambrogio Doria il 4 maggio 1621.
      Giambattista, eletto doge il 28 luglio 1639, surrogato da Giovanni Agostino Marini il 4 agosto 1641.
      Stefano, arcivescovo di Genova, nato nel 1596, morto nel 1667, fondò il seminario e la casa così detta di Fassolo, e fu soprannominato il Borromeo di Genova pe' suoi atti insigni di abnegazione e carità nella terribile pestilenza del 1656, che mietè in 14 mesi oltre a 74 mila persone.
      Cesare, eletto doge il 18 aprile 1665, surrogato il 10 marzo 1667 da Cesare Gentile. Il suo governo fu funestato da molte tempeste ed uragani che sommersero un gran numero di navi in Ponente, e spinsero le onde del mare fin nella città. Le acque nonsi ritirarono, dicesi, che all'aspetto delle reliquie di san Giovanni, portate processionalmente alla spiaggia.
      Pietro, eletto doge il 23 agosto 1685, surrogato da Luca Spinola il 26 agosto 1687, succedette a Francesco Maria Imperiale Lercaro, ch'erasi recato a Versaglia ad impetrar perdono da Luigi XIV. Pietro Durazzo ratificò ed eseguì i trattati convenuti, ricevette gli ambasciatori francesi, diè opera alacre a riparare i guasti della guerra, riedificò gli edifizii distrutti dal bombardamento, e ristabili l'ordine e la confidenza.
      Vincenzo, eletto doge il 14 settembre 1709, surrogato da Francesco Maria Imperiale il 17 settembre 1711, seppe conservare la neutralità nelle guerre che travagliarono l'Europa, e resistè fortemente agl'imperiali vincitori della Francia.
      Giovanni Stefano, eletto doge il 3 febbrajo 1734, surrogato da Niccolò Cattaneo il 7 febbrajo 1736, ebbe a combattere l'insurrezione generale della Corsica che aveva proclamato re un avventuriere tedesco, il barone Neuhoff, sotto il nome di Teodoro I. Genova, troppo debole per reprimere l'insurrezione, invocò l'ajuto della Francia.
      Marcellino, eletto doge il 3 febbrajo 1767, surrogato da Gio. Battista Negrone il 16 febbrajo 1769, conoscendo l'impotenza di Genova a mantenere sotto il proprio dominio la Corsica, conchiuse, il J5 maggio 1769, un trattato in virtù del quale Genova cede quest'isola alla Francia mediante quietanza di tutte le somme dovute dalla Repubblica alla Francia, e la cessione dell'isola di Capraja, di cui i Corsi eransi impadroniti il 7 febbrajo 1767. Questo trattato fu eseguito puntualmente da amendue le parti.
      Ippolito, nato nel 1754, morto nel 1818, percorse l'Europa pressoché tutta per addottrinarsi nella mineralogia e nella botanica, fondò magnifici orti botanici nelle sue ville di Voltri e del Zerbino, e compose VElogio di Cristoforo Colombo, stampato dal Bodoni. Le prime ortensie del Giappone e le prime peonie arboree che abbellirono l'Italia furono le sue, non che i primi merini ottenuti con grave difficoltà dalla Spagna per opera del cav. P. P. Celesia, inviato dalla Repubblica a quella Corte. Egli fu membro della Società Linneana di Londra, ed amico di molti dotti, fra'quali il celebre Giacomo Edoardo Smith, fondatore di essa Società, il quale gli dedicò il terzo fascicolo della sua opera Icones piantantin hactenus inedita precipue ex herbario linneano.
      Vedi De Mailly e Vincent, Hist. de GénesSismondi, Hist. des répub. ital.
      DUREN(0CO0r.). — Antica Marcodurum, città della Prussia Renana, sul Roer, con 12,850 abitanti.
      DURER Alberto (in tedesco Durer Albreeht) (biogr.). — Questo grande artista, che in Italia si suol anche chiamare Alberto Duro o Durerò, nacque a Norimberga il 20 di maggio del 1471 di un abile orefice, e ricevette quella soda educazione che i ricchi borghesi delle città libere dell'Allemagna usavano dare ai loro figliuoli. In ogni ramo di educazione Alberto fece grandi progressi e mostrò pure molto ingegno nella professione cui era destinato; ma lasua mente essendo rivolta ad arte più nobile, rinunciò tutt a un tratto, con gran dolore del padre, all'oreficeria, e si pose a studiare sotto Michele Wohlgemuth, ilt^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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