Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DUREVOLE - DUREZZAtedeschi lo ha per uno de'suoi grandi maestri, e per tale modello che l'imitarlo può ricondurre l'arte della pittura alla sua prima dignità.
Ne scrissero la vita Arend, Roth ed altri, fra i quali Heller, che ha dato il catalogo più critico e più compiuto delle sue opere. Anche Goethe, Tieck, Wachenrode e altri scrittori riguardevoli si adoperarono a farlo conoscere sotto quell'aspetto che si merita, e a collocarlo in quell'alto grado che gli è dovuto, il lettore potrà consultare pertanto le seguenti opere: Hesse Eoban, Epicedion in funere Alb. Dureri (Norimberga) — Schoeber David Gott., Albr. Durer's Leben, Schriften und Kunstwerke (Lipsia 1769) - Campe, Reliquien von Albr. DUrer (Norimberga 1828) — Roth Gio. Ferd., Leben Albr. DUrer's;nebst alphabelischen Verseichniss der Orte, an denen seine Kunstwerke aufbewahrt werden (Lipsia 1791) — Huessgen Enrico Sebast., Raisonni-rendes Vereeichniss aller Kupfer und Eisenstiche, wie durch die geschichte Hand Albr. Durer's selbst verfertigt worden (Francofoi-te 1778).
DUREVOLI (Persistens) (òof.). — Dicesi particolarmente del calice e dello stilo tuttavolta che dopo operatala fecondazione persistono(V.Disfioramento).
DUREZZA (fis. e miner.). — Chiamansi corpi duri quelli che esigono una forza considerevole per cangiare la loro forma e per essere separati nelle loro parti. Negli usi della vita si applica quest'epiteto a materie assai diverse, dicendosi che un corpo è duro o perchè resiste all'azione dell'urto, o per opposizione a molle e flessibile, o finalmente perchè non si può intaccare con uno strumento tagliente. Ma la durezza propriamente detta è la resistenza più o meno grande che oppone un corpo quando si vuole intaccare, scalfire o logorare col mezzo di un altro corpo. Così il diamante è il più duro di tutti i corpi conosciuti, poiché mentre scalfisce e logora questi corpi non può essere nè scalfitto, nè logorato da alcuno di essi, motivo per cui è forza lavorarlo colla propria polvere (V. Diamante) ; ma da ciò non si potrebbe inferire che questo corpo fosse ugualmente capace di resistere all'urto; al contrario l'esperienza dimostra che è dotato di molta fragilità.
La resistenza di un corpo ad essere intaccato da un altro dipende non solo dal grado di durezza di quello, ma dall'angolo che presenta l'uno o l'altro di essi, e dalla velocità di quello che è destinato ad intaccare l'altro. Così una lima che intacca facilmente il ferro dolce, ne rimane fortemente intaccata quando s'imprime al ferro una velocità sufficiente, come succede quando si fa girare rapidamente un disco di lamiera al quale si presenti una lima perpendicolare al suo piano. In questo caso è tanto maggiore l'effetto quanto più è acuto l'angolo della lima. Sarà noto il caso in allora meraviglioso, di quel tornio d'America che faceva girare i cilindri di legno con tanta velocità da rimanere pressoché illesi ed attaccare invece lo scalpello che s'impiegava per torniarli.
La resistenza dei corpi ad essere scalfitti dipende ancora dalla natura della punta alla cui azione vengono sottoposti. I risultamenti che si ottengono adoperando una punta naturale, come l'angolo di un cristallo, sono differenti da quelli che si otter-
rebbero dalle punte artificiali, come sono le puuto che provengono da una frattura; ed in ambidue i casi son pur varii i risultamenti in ragione della forma della punta e della direzione del suo movimento. La durezza di un cristallo è sempre maggiore sugli spigoli che non è sulle facce. Trattando dell'uso dei diamanti a tagliare il vetro, abbiamo osservato che per operare questa divisione vuoisi condurre il cristallo nella direzione dello spigolo naturale, di maniera che l'inclinazione delle sue facce sul vetro sia la stessa da ambe le parti; operando altramente vi si produce una semplice scalfittura; abbiamo pure osservato che i diamanti, ed anche certe pietre dure, tagliati a spigoli curvi dividono ugualmente il vetro, ma che la loro durata è molto minore, ciò che prova che gli spigoli naturali hanno minor durezza che gli artificiali.
Le proprietà di scalfire e di logorare non dipendono l'una dall'altra, poiché esistono alcuni corpi capaci di scalfirne alcuni altri, mentre non li logorano, ma sono al contrario logorati da essi; la pietra pomice, per esempio, è scalfitta dal vetro, mentre ha la proprietà di logorarlo.
Questi fatti provano che la durezza ha molte relazioni colla forma e colla disposizione delle molecole che compongono i corpi. La durezza sembra dipendere ad un tempo dalla coesione e dall'elasticità; egli è certo almeno che in ogni corpo la durezza prova le stesse variazioni che l'elasticità e la coesione ; quindi è che i metalli battuti a freddo sono più duri che i metalli fusi o ricotti. La durezza diminuisce a mano a mano che aumenta la temperatura ; la ghisa, che a freddo possiede una grande durezza, se vien riscaldata al calor rosso scuro, si lascia facilmente intaccare dalla sega; si ricorre a questo mezzo per dividere i grossi pezzi di ghisa.
La durezza è una qualità essenziale in un gran numero di strumenti. I progressi immensi che hanno fatto le arti moderne sono dovuti in parte alla scoperta dell'acciajo.
Egli è da notarsi che s'incontra talvolta nelle più minute parti dei corpi una durezza che non offre la loro massa, ciò che dipende dal modo di aggregazione ; così la polvere di carbone può servire a pulire gli specchi, e la creta in polvere a render lucidi i metalli.
La durezza delle varietà cristallizzate di un corpo non è paragonabile a quella delle varietà che sono formate da un'aggregazione confusa; lo stesso dicasi pei casi di dimorfismo; ond'è che l'arragonite, per esempio, scalfisce fortemente il carbonato di calce ordinario e non ne rimane scalfitta; l'acciajo temperato scalfisce l'acciajo ricotto e resiste con maggior forza a tutti i corpi coi quali si tenta di logorarlo. La durezza è un carattere che serve a distinguere molti corpi gli uni dagli altri (V. Caratteri fisici); ma, tranne alcuni estremi, la distinzione non si presenta in modo bastantemente deciso. Perciò si è fatto scelta di dieci sostanze le une più dure delle altre per servire di termine di paragone, giacché non si conoscono mezzi appropriati a valutarla nei corpi che sotto questo rapporto presentano differenze pochissimo sensibili. Queste sostanze, la cui durezza va gradatamente crescendo, sono: !• il talco; 2° il gesso; 3° il calcare; 4° il fluore:
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