Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DURHAM (RAZZA BOVINA DI) - DUSSELDORFfetto e sublime modello dell'architettura normanna in queste contrade.
      Tre Concilii furono celebrati in Durham, il primo nel 1220 sopra la disciplina ecclesiastica, per la quale si fecero parecchi regolamenti (Labbé e Manzi, t. n).
      Il secondo nel 1250 o 125*>, in cui il vescovo Gualtiero di Kirman pubblicò gli statuti disciplinari di Riccardo suo predecessore (Labbé, t. xi).
      Il terzo nel 1276, sopra le immunità ecclesiastiche, e vi si approvarono le ordinazioni emanate da Roberto dell'Isle, già vescovo di Durham, tanto sulle decime, quanto su quelli che rifiutavano di pagarle, vuoi pei- frode o per prepotenza (Labbé, t. v).
      DURHAM (razza bovina di). V. Bovino razze.
      DURIANo DURION (bot.). — Sistematicamente durio zibethinus, albero fruttifero dell'Arcipelago Malese, dell'ordine delle sterculiacee, sott'ordinebombacee, che produce un frutto grosso come la testa umana, coperto di spine, la cui polpa ha gusto delizioso, ma odore a prima giunta repulsivo agli Europei.
      DURKHEIM (geogr.). — Città della Baviera Renana, all'ingresso della valle di Isenach, con 5572 abit.
      DURLACH (geogr.). — Antica città del Granducato di Baden, sul fiume Pfinz, a'piedi del Thurmberg, con 6327 abitanti.
      DURO (scienz. mus.). — Cos'i dicesi in musica tutto ciò che urta l'orecchio colla sua asprezza. V'hanno voci dure e mugolanti, stronfienti aspri e duri, composizioni dure. La durezza del tritono, espresso anticamente dal bequadio, fece dare a questo accidente il nome di B duro. V'hanno intervalli duri nella melodia ; tale è il progresso diatonico dei tre tuoni, ossia il tritono, sia ascendendo, sia discendendo, e tali sono in generale tutte le false relazioni. V'hanno nell'armonia accordi duri, quali sono in generale i dissonanti, che relativamente al basso fondamentale hanno la 3» minore o la 7a maggiore, e gli alterati. La durezza troppo frequente offende l'orecchio e rende una musica troppo spiacevole ; ma adoperata con arte serve di chiaroscuro ed accresce l'espressione.
      DURONIA (lat. Duronia, oggidì Civita Vecchia) (geogr. aut.). — Antica città del Sannio (Samnium, paese dei prischi Sanniti, ben diverso per estensione e confini da quello che porta oggidì il nome di Sannio, sostituito all'anteriore di Contado di Molise) (V. Sannio), ricordata dal solo Livio (x, 39), il quale narra che fu presa ed espugnata dal console romano L. Papirio, nel 293 av. Cr. Dalla descrizione che lo stesso storico ci porge del vistoso bottino fattovi dai soldati, e del numero dei cittadini passati a fil di spada, parrebbe che sia stata una città assai ragguardevole. I topografi italiani vanno d'accordo nel supporre che sulla sua area stia l'odierna Civita Vecchia, distante circa sedici chilometri al N. da Bojano (Bovianum) e due chilometri da Molise, sotto a cui corre un torrentello, che chiamasi ancora il Durone, ed è tributario dell'antico fiume Trinio (Trinius, oggidì Trigno, giusta le asserzioni del Galanti, Descriz. delle Due Sicilie, 1. ix, c. 4) e del Romanelli (voi. li, p. 472). Gli è certo che nel sito ora indicato sorgeva nei tempi antichi una cospicua città, come di leggieri si ravvisa dai superstiti ruderi, ma non si può con egual certezza af-
      fermare che fosse dessa la Duronia rammentata da Livio.
      DURRA. V. Sorgo.
      DURRENBERG (geogr.). — Piccola città della Sassonia prussiana, notevole per le vaste saline che le stanno presso.
      DURVILLEA (Durvillcea) (bot.). — Genere di piante acotiledoni della famiglia delle fucacee, proposto da Bory, recentemente riunito ad un genere già stabilito sotto il nome di laminaria (V. Alghe) e cosi caratterizzato ; fronda coriaceo-cartilaginea iutiera o spartita in lacinie come le dita della mano, per lo più mancante di costola. Apotecii sotto forma di macchie immerse nel corpo della fronda, composta di due strati, l'esterno formato di granelli piriformi, l'interno riempito di sporidii ammucchiati.
      Fig. 2191. — Durvillaea utilis.
      Durvillea utile (D. utilis Bory). — Quest'alga è dimolta importanza, perchè somministra una gran parte del vitto agli abitanti delle coste occidentali dell'America del Sud, dove i marinari spagnuoli la chiamano volgarmente porro. La sua radice, scrive Bory de Saint-Vincent, che non ci è bastantemente nota, si attacca agli scogli del mare, ad una profondità straordinaria, e dà origine ad un'espansione densa, appianata e fortissima, che si dilata dividendosi in lacinie cilindriche, lunghe parecchi metri. Al vederle nuotare nel mare si piglierebbero per serpenti o per le braccia di qualche enorme cefa-lopodo. Sono di un colore olivastro tendente al bruno, e contengono al di sotto di un'epidermide molto liscia una sostanza formata di globetti stivati in una mucosità compatta, e rinchiusi dentro una moltitudine di fibre confervoidi trasparenti ed incrocicchiate. 11 primo a far menzione di questa pianta è stato Le Gentil, che la trovò nel mare del Sud, e ne diede la figura nel suo Viaggio alle Indie (V. Alghe).
      DUSSELDORF (geogr.). — Città degli Stati prus-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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