Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      la corona passasse dopo ia sua morte sai capo della figlia Isabella.
      Il re è maggiore a diciottenni compiti : durante la minorità del re, il principe più prossimo parente nell'ordine della successione al trono tiene la reggenza se ha compiuto gli anni ventuno, se no la tiene il parente men lontano dopo questo, e la mantiene finché il re è maggiorenne. La madre non diviene reggente se non quando manchino assolutamente parenti maschi. Se anche la madre manchi, le Camere, convocate fra dieci giorni dai ministri, nomiuano il reggente.
      Qaeste disposizioni sono applicabili anche quando il re maggiore sia nella tisica impossibilità di regnare; però se l'erede presuntivo ha diciott'anni, è in tal caso di pien diritto reggente.
      Fino ai sette'anni la tutela del re spetta alla regina madre: poi passa al reggente.
      Salendo il trono, il re presta in presenza delle Camere riunite il giuramento di osservare lealmente lo Statuto; formalità inutile quando l'accettazione oel trono implica l'accettazione dei vincoli che gli sono inerenti, e contraria fors'anco allo spirito delle istituzioni rappresentative, nelle quali il re non è persona.
      Lo Statuto non provvede al caso che il trono resti vacante per estinzione della famiglia che ora !
      10 occupa. Gli antichi stati generali del Piemoute avevano fatto una legge, per ia quale, mancaudo j la casa di Savoja, ad essi spetterebbe scegliere la nuova linea dei sovrani. Ora il plebiscito ha mutato il re di Sardegna in re d'Italia: spetterebbe al popolo tutto, o ai rappresentanti la elezione di una nuova diuastia?
      Coi precedenti che abbiamo, la risposta non è dubbia, ma nulla urge che sia data, esseudo avventurosamente lontano il giorno di metterla iu atto.
      Per ciò che tieue alla Usta civile, alla sanzione delle leggi, e a tutte quelle altre attribuzioni regali che chiedono più miuuta trattazione, rinviamo aglif appositi articoli.
      RE tmus.>. V. Solmisazione.
      RE DEGLI AVOLTOI (zool.i. — In questi ultimi tempi fu separato dai condor il notissimo saper o re degli avoltoi (sarcorramphus pupa), facendone
      11 genere gyparchns, sebbene le differenze fra i due generi sieuo poca cosa. Come il condor attrasse 1'atteuzioue dei viaggiatori iscrive lo Tschudi) nel Perù, così fu del re degli avoltoi nel Messico e nell'America meridionale. Ne parla pel primo l'Her-nandez. Le piuuie a vivaci colori ed eleganti, quali non si vedono iu alcun altro rapace, gli valsero il titolo di re degli avoltoi (rex vulturum); tuttavia qaesta denominazione si fouda eziandio sulla cir- , costanza che esso esercita vera supremazia sulle ; specie minori di sua famiglia, e tutte le tieue in ; rispetto colle prevalenti sue forze e coll'indole de- 1 spotica. Nel suo abito perfetto , questo rapace è veramente bellissimo. La parte superiore del dorsoe le copritrici superiori delle ali sono di colore bianco-roseo ; le parti inferiori e le copritrici iufe- J fiori dell'ala sono di un bianco puro; le ali e la coda nerissime, il collare grigio, le remiganti mar- 1 Rinate generalmente di grigio sul vessillo esterno. U faccia ed il vertice color rosso carne , coperti '
      di piume brevi, rigide, setolose. Dietro e sotto l'occhio, la parte anteriore del capo è adorna in strano modo di bitorzoli tondeggianti rosso scuro; una piega cutanea che scorre verso l'occipite è dello stesso colore. La cera, il collo e la testa sono giallo chiari; la cresta alta e divisa in lembi è di color nericcio e si osserva anche nelle femmine; il becco è nero alla base, rosso vivace nel mezzo, bianco gialliccio all'apice; i piedi grigio-neri, l'occhio bianco argentino. I giovani sono uniformemente bruno-noce più fosco sul dorso, bianco alla regione anale. La lunghezza è di 80 centina, secondo lo Tschudi, di 85 secondo Burmeister; un metro e 70 centimetri l'apertura delle ali, a quanto ci lasciò scritto Azara, 50 centim. l'ala, 22 la coda. La femmina è più grossa del maschio, ma ha più piccola la cresta carnosa sul rostro.
      Ci fornirono notizie sulla dimora e sui costumi del re degli avoltoi Azara, Humboldt, il principe di Wied, d'Orbigny, Schomburgk, Tschudi ed altri. Dal 32° di latitudine meridionale si diffonde verso il nord in tutte le pianure dell'America meridio-dionale e centrale fino al Texas, e vuoisi anzi che si trovi anche nella Florida. Sui monti non oltrepassa i 1500 metri d'altezza; sua vera dimora sono le foreste vergini ed i boschetti disseminati fra i pampas ed i llanos. Nelle pianure prive di alberi e nelle catene spoglie di vegetazione non si trova. Secondo il d'Orbigny, è più raro del condor, dieci volte più raro deH'ttrMfctt, quindici volte più raro del gallinazo. Preferisce il margine dei boschi, dove passa la notte, posato sui rami più bassi, generalmente in branchi, e pare che tutte le sere ritorni regolarmente al punto ove suole pernottare. Collo spuntare del giorno, assai più per tempo che non il condor, si mette in moto, e solo o accompagnato scorre nei dintorni della selva per iscoprire se per caso il jaguar non gli abbia lasciato qualche rimasuglio. Scorta una carogna, precipita con fragoroso batter d'ali da grandi altezze, ma non si pone tosto al pasto, bensì si posa a breve distanza su un albero ed anche sul suolo, ritira la testa fra le ali e guarda avidamente il cibo, quasi ad aguzzare l'appetito. Avviene spesso che il volontario digiuno si protragga di mezz'ora. Sempre assai prudente, per sua iudole vuol prima assicurarsi che non corra alcun pericolo. Anche questa specie mangia con tale voracità, che dopo il pasto si muove a fatica. Quando il gozzo è ripieno, l'uccello tramanda insopportabile fetore; quando ha lo stomaco vuoto, odore di muschio come tutti gli altri avoltoi. Finito il pasto, va a posarsi su qualche albero elevato, a preferenza secco, e vi si riposa nelle ore meridiane. D'Orbiguy assicura che anch'esso ha per costume di assalire i più giovani individui del gregge; gli altri naturalisti non fanno cenno di questo. Per l'ordinario sono i comunissimi urubus ed auras che scoprono per i primi le carogne, e coll'affollarvisi le iudicano al re degli avoltoi, comparso il quale, la folla timorosa si ritira in disparte. Fossero anche cento gli avoltoi raccolti sul carcame, dice lo Schomburgk, scompaiono tutti all'arrivo del loro principe, e posandosi sugli alberi vicini ed anche sul nudo terreno, aspettano invidiosi ed impazienti che il loro reale siguore si sia ben pasciuto per riavvici-'
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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