Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
REA — REALINO (PADRE) BERNARDINO
(ietto a Saturno che sarebbe stato balzato dal trono da uno de' suoi figli. Dice che quando partorì Giove, per sottrarlo alla sorte dell'altra sua prole, lo nascose in un antro dell'Ida, e diede a divorare a Saturno una pietra fasciata in pannilini, e aggiunge cbe Giove crebbe sì presto, cbe dopo un anno fa in istato di tendere delle insidie a suo padre, e di rapirgli l'impero di tutto l'universo. Diodoro asserisce che gli abitanti di Creta raccontavano che, a' tempi loro, vedovasi ancora nel territorio di Gnosso la casa di Rea circondata da un bosco di cipressi.
Vedi : Esiodo, Theogonia (446, ecc.) — Orfeo, Hymn. (13, 25, 26) — Demostene, De Corona (p. 313) — Callimaco, Hymn. in Jov. (10, 16, ecc.) — Strabone (x, p. 470).
REA (eool.). V. Nandù.
REA SILVIA (Rhea Sylvia) (biogr.). — Figlia di Numitore costretta a farsi vestale da suo zio Amu-lio, il qaale aveva usurpato il regno d'Alba e temeva che, divenendo essa madre, i figli suoi avessero potuto rivendicare i diritti che avevano al soglio dell'avo. Ma la precauzione di Amulio fa vana. Il dio Marte (come fu pubblicato da Numitore, e generalmente creduto), o invece del dio, qualche ministro del suo tempio, la sedusse e la fece madre di Romolo e di Remo (V.).
READ Tommaso Buchanan tbiogr.). — Valente poeta e pittore americano, nacque il 12 marzo 1822 a Chester, nella Pensilvania; morì IMI maggio 1872 a New-York. Giovanissimo si sentì tratto alle belle arti, e diciassettenne andò a Cincinnati per intendere alla scultura. Ivi s'avvide tosto che la sua vocazione era per la pittura, e nel 1841 pose la sua stanza a New-York siccome pittore di ritratti. Quivi non si fermò lunga pezza e fu prima a Boston, nel Massachusetts, poi nel 1846 a Filadelfia. Il desiderio d'uu più alto perfezionamento nell'arte sua lo decise a venire in Europa, dove visse periodicamente a Roma e a Firenze, visitando a brevi intervalli la patria e principalmente Cincinnati. Durante il suo soggiorno in Italia diede fuori varii eccellenti quadri, i migliori dei quali rivelano come potentemente sentisse le bellezze della natura, come largamente le concepisse e fortemente le rappresentasse. Lode grande a' suoi quadri è ancora la finitezza onde è resa la luce e l'aria; per questo rispetto, commendevoli sopra gli altri, la Plejade perduta (The lost Pleiad), la Stella di Betlehem e la Fata dell'acqua ( Water-sprite). Dei suoi ritratti meritano menzione speciale un grazioso gruppo di fanciulli, nel quale volle rappresentare i figli del suo celebre amico il poeta Long-fellow ; il ritratto di quel grande filantropo cbe fu Giorgio Peabody, il quale per la sua generosità si eresse nei due mondi monumenti imperituri ; ed un quadro elegantemente condotto, intitolato Sheri-dan e il suo cavallo (Sheridan and his horse) e rappresentante quell'intrepido generale di cavalleria. Questo de' suoi tempi sì festeggiato generale tolse il Read a soggetto di produzioni artistiche e poetiche. Prima del citato quadro, gli aveva fatto uno stupendo busto, e dettata l'ode La cavalcata di Sheridan {Sheridan1 s ride), divenuta popolarissima nell'Uuione Americana. La prima raccoltade'suoi versi, dai quali, come dai quadri, spira l'ardente amore della natura, comparì a Boston nel 1847; un anno dopo pubblicò un volume di Canti e ballate (Lays ad ballads) ; nel 1853 poi fu fatta un'edizione di tutti i suoi componimenti poetici con illustrazioni. La sua morte destò profondo dolore nei circoli letterarii ed artistici di Roma e Firenze, e gli Stati Uniti perdettero in lui uno dei più nobili ingegni.
READICO ACIDO (chim). — Corpo amorfo, rosso, inodoro, insolubile nell'etere, solubile nell'acqua e nell'alcoole, estratto dai petali del papavero rosso.
REAGENTI (chim.). V. Reattivi.
RE AL inumism.). — Moneta spicciola di Spagna e Portogallo. Si distingue il real o realino di rame, che vale la 20a parte della piastra o 34 maravedis (27 centesimi), dal real de piata o d'argento, che è la 10" parte della piastra e vale 68 maravedis.
REALGAR (chim. e tecn.). — Bisolfuro di arsenico, rosso, iu prismi romboidali obliqui, trovasi nei prodotti dei vulcani, masi prepara artificialmente, e si adopera nei fuochi di artifizio, non che in tintoria.
RE ALINO (padre) Bernardino (biogr.). — Letterato di fama, nacque in Carpi il 1° dicembre 1530. At tese al greco ed al latino con grande ardore, e fece rapidi voli nella letteratura, confortato dal Grillenzone e dal Castelvetro. Compiuti gli studii, volle darsi alla mediciua; ma una damigella non men virtuosa che avvenente, cui ha celebrata ne'suoi versi col nome di Clori, gli fece mutar disegno ; e per gradirle, studiò la giurisprudenza con molto ardore, ma senza trascurare la coltura delle lettere, che facea l'uuica t>ua ricreazione. Un Commentario, cui pubblicò nel ventesimo anno, sulle nozze di Teti e Peleo, poema di Catullo, lo fece conoscere vantaggiosamente dai dotti. Il suo iuge-gno gli procacciò il favore del duca di Ferrara, quando un avvenimento non meno sciagurato che impreveduto cambiò ad un tratto il suo destino, e lo fece incorrere nella disgrazia del suo sovrano. Dopo la morte di sua madre, uno dei suoi parenti gli suscitò un'ingiusta lite per ispogliarlo d'una parte delle sue sostanze. L'affare fu trattato dinanzi ai tribunali di Ferrara; e Realino, che si recò tosto in tale città, vi fu accolto dal principe d'Este, vescovo di Ferrara e poi cardinale, con la più grande benevolenza. Siccome la lite tirava in luugo, fu deliberato di rimetterne la decisione ad un arbitro. Questi, senza troppo esaminare la questione, diede torto a Realiuo, che non era stato nemmeno sentito. Alcun tempo dopo Bernardino sendo a Carpi, ed avvenutosi nel suo arbitro, ebbe con lui un alterco si vivo, che nella collera lo ferì con pugnale, di che fu condannato ad aver mozza la mano ed a pagare 200 lire d'ammenda. Fuggì a Bologna, dove riprese i suoi studii di legge, e cinse la laurea dottorale nel 1556. Lo stesso anno ottenne per la protezione del cardinale Madrucci, governatore del Milanese, l'impiego di podestà di Felizzano, uffizio nel quale si condusse con molta saviezza e prudenza. Ottenne dipoi la carica di fiscale d'Alessandria, e finalmente il marchese di Pescara divenne suo protettore; dopo avergli affidato diversi impieghi, gli conferì l'intendenza ge-
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