Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
REALMONTE - REATO
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temperato si chiamò concettualismo. Tale transazione non appagò alcuuo. Tuttavia il vantaggio era rimasto al realismo fino al secolo xiv. in cui Occam rialzò la bandiera dei nominalisti. Secondo lui, le idee generali non sono allo stato di enti nè nelle cose nè in Dio: non sono che nella mente allo stato di idee e nel linguaggio come nomi. In tal guisa Occam distrusse tutte le entità della scolastica. Egli aveva per norma il principio da lui stesso proclamato di non moltiplicare gli enti oltre il bisogno. D'allora in poi il realismo ebbe molti avversarli, fra cui si citano Buridano, Pietro d'Ally, e posteriormente Hobbes, Locke, Berkeley, Coudillac.
Tale disputa si protrasse tanto perchè non si venne mai ad intendersi circa la natura delle idee generali. Infatti la risoluzione del problema si trova ; distinguendo due classi di idee generali: da una j parte quelle che sono frutto dell'esperienza e dalla niente formate per astrazione e confronto insieme: j tali sono le idee necessarie, le nozioni di causa, i di sostanza, le verità morali, le verità matematiche. £gli è evidente che le idee generali della prima classe non hauno alcuna realità fuori della meute, e non sussistono che pei nomi ad esse dati. Ri- ; spetto a quelle della secouda classe, rivelateci dalla ragione, tutte le dottrine spiritualistiche s'accor- I dauo nel riconoscerne la realità; ed il negarla è j quanto lasciare aperto 1 adito allo scetticismo, è negare che vi sia alcun che dissoluto nell'intel- l letto umano. L'articolo Nominalismo compie le fin ; qui esposte dottrine. ¦
Vedi: Tenuemann, Manuale della storia della filosofia - Buhle, Storia della filosofia — Diction-naire des sciences philosophiques.
REALMONTB Girgenti, con 2180 abitanti.
REANA DI R0IALE Igeogr.). — Comune in prò- j vincia e circondario di Udine, con 3188 abitauti. jREANO (geogr.). — Comune nel circondario di Stisa. provincia di Torino, con 1047 abitauti.
REATO (dir. pen.). — Il Codice italiano chiama reati tutte le infrazioni della legge penale. Si di- i stingue in tre classi : Crimini, Delitti e Contravven-rioni (V.), secondo la gravezza della pena da cui , sono colpiti. Codesta classazioue è la stessa che si , riscontra nel Codice penale francese, ed è stata adottata dall'austriaco, dal parmense e dal napolitano; quest'ultimo alla parola crimine sostituì 1 misfatto per maggior purezza di locuzioue, benché anche i Romani avessero crimen. La divisione ge-nerale dei crimina era presso di essi iu capitali e non capitali. Il Codice toscano e quello degli ex-Stati estensi chiamano delitti le azioni positive o negative in genere, con le quali si violi una legge penale ; le contravvenzioni, dal primo di quelli dette trasgressioni, sono sottoposte nelle proviucie to- , «cane a uno speciale Regolamento di polizia punitiva.
Heatus nella lingua madre non aveva il significato che oggi le diamo: indicava piuttosto la condizione di colui che era accusato di un crimen. Cicerone e tutti gli scrittori prima d'Augusto igno- j ntruuo tale parola che venne introdotta da Messala, come attesta Quintiliano (lib. vm, cap. 3; Justiu., lib. iv, cap. 4). Nel tempo fra l'accusa e la, Sentenza non solo il reo, ma ancora i parentied amici lasciavansi crescere i capelli e la barba, e vestivano abiti usati e sucidi ; la qual cosa Mo-destino insegna doversi porre a calcolo per diminuire la peua: Si diutino tempore aliquis in reatu fuerit, aliquatenus pcena ejus sublevanda erit (Leg. 25, Dig. xlviii, 19). Alla riferita usanza ebbe meute Marziale quando scrisse quell'epigramma:
Si det iniqua tibi tristem fortuna reatum, Squalidus hcerebo, pallidiorque reo*
Si jubeat patria damnatum excedere terra, Per freiay per s copulo s, exulis ibo comes.
(Lib. li, Epigr. 24).
Da questi passi e da altri ancora dei Digesti apparisce come fossero in errore i commentatori che dopo Accursio ritennero reatus essere sinonimo di crimen. Gli scrittori ecclesiastici fecero nascere questa sinonimia chiamando reatus la colpa, il peccato religioso e quindi anche il civile: eosi Tertulliano disse reatus animce, e adversus eundem reatum patrum in fìlios redundare (l e 2, Advers. Marcion.); dopo di che l'abuso della parola fece dimenticare e surrogò il primitivo uso di essa.
Elementi essenziali a costituire un delitto o un crimine sono l'iutenzioue o l'azione; quella perchè niuu uomo può essere tenuto responsale di ciò che fa, se nou lo fa scientemente e volontariamente: questa perchè non c'è intenzione la quale basti a portar un danno alla società, qualora il fatto nou ì'accompagui. Ora nou può concepirsi l'idea di pena nel senso umano, se non iu confronto all'idea di danno: se così non fosse, se solo sull'intenzione si volesse esercitare la repressione sociale, l'uomo usurperebbe la parte della Divinità, alla quale soltanto è dato di conoscere e pesare convenieute-meute i pensieri umani.
Ciò tuttavia non si applica alle contravvenzioni. La regola generale che le domina è che esse si costituiscono pel solo fatto materiale della disubbidienza alle prescrizioni, o della negligenza a seguirle, indipeudeutemeute da ogui intenzione criminosa, da ogni perversa volontà. Le leggi di polizia nou ricercano e non veggono che l'atto: esse lo puniscono non si tosto abbiasene la prova: nou ricercano nè le cause, nè la volontà che l'abbia diretto (Carmignani, Teoria delle leggi,'ecc.).
Ad ogni modo, in tutti i reati che non ricevano compimento da un solo ed improvviso atto umauo, tanto l'azione quanto l'intenzione possono rimanere seuza effetto per più modi e ragioni : da ciò nasce il reato imperfetto. Può essere tale, o quando l'azione sia rimasta incompiuta, perchè interrotta prima di arrivare all'ultimo suo momento, per causa derivante o meno dalla volontà dell'agente; o quando, compiuta l'azione in tutte le parti dipendenti da chi la esegue, non fu per cagioni estrinseche susseguita dal voluto effetto.
Nel primo caso il reato dicesi tentato, nel secondo mancato; mentre quando sia compiuto assume l'adjettivo di consumato. Le numerose quistioni che porta seco il reato imperfetto saranno trattate alla voce Tentativo.
Oltre alla divisione generalissima in tre generi, cioè iu crimini, delitti e contravveuzioni, i reati ne assumono molte altre secondo la gravità e lat^ooQle
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