Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RECABITIstililo per esercitare in ricreazioni l'acume delle menti.
RECABITI (lat. Rtchnbitce, gr. 'APXape{v, 'AXyapefv, ebr. Recubim) (stor. sacr.). Ebrei che vivevano diversamente dagli altri Israeliti e formavano una specie di setta separata, e cosi detti dal nome del loro istitutore Recab, figliuolo di Gionadabbo. Tre j precetti aveva costui ad essi imposto: 1° di non ber mai vino od altro liquore inebriante; 2° di non costruir case, ma vivere all'aperta campagna sotto tende; 3° di non seminar grano di sorta nč piautar viti. 1 Recabiti osservavano cotesto prescrizioni letteralmente, com'č attestato da Geremia (lui, 6). Se non che un siffatto modo di vita non era punto straordinario nella Palestina e nei vicini paesi: cosė avevano vissuto i patriarchi, cosė generalmente i Madianiti, dai quali i Recabiti discendevano: cosė viveano tuttora gli Arabi sceniti o nomadi e pastori, che abitano le rive del Mar Morto, antica stanza de' Madianiti. Essendo i Recabiti fra gli Ebrei quali antichi alleati e quasi naturalizzati, credesi servissero ne) tempio e ne fossero i ministri inferiori sotto gli ordini de' sacerdoti. Leggesi nel II dei Paralipomeni (xi, 5) cb'essi esercitavano l'ufficio di cantori ed erano Ginei d'origine, discendenti da Jetrone, suocero di Mosč, per via di Gionadabbo loro capo ; il quale, secondo alcuni vivea sotto Gioas re di Giuda, contemporaneo di Jehu re d'Israele. San Girolamo nella lettera a Paolino dā ai Recabiti il nome di monaci ; ma non sappiamo in qual senso, perchč avevauo moglie. Alcuni li coufusero con gli Assidei e gli Esseni ; ma questi ultimi coltivavano terre, avevauo case ed osservavano il celibato, tre cose contrarie al modo di vivere dei Recabiti. Questi sussistevano ancora in Giuda al tempo della presa di Gerusalemme fatta da Nabucodōnosor, e dall'intestazione del salmo lxx chiaro apparisce che i figli ossia discendenti di Gionadabbo parteciparono cogli altri Israeliti della babilonica schiavitų , e presero il loro posto fra i cantori Leviti, che andavano disfogando le pene dell'e8Ėglio colle sacre lamentazioni. Posteriormente viene ricordato nel libro n di Esdra (m, 14) Mel-chia, figlio di Recab, come cooperante coi sacerdoti, coi Leviti e coi principi del popolo ebraico alla restaurazione delle mura di Gerusalemme. L'esistenza dei Recabiti fra gli Ebrei č dunque accertata anche dopo il ritorno dalla babilonica cattivitā, e nel primo dei Paralipomeni (u, 55) leggesi ch'erano diventati scribi, cantori e suonatori, abitanti sempre sotto le tende. Eran3i per conseguenza consacrati a funzioni che, dopo l'esiglio, erano, se non esclusivamente, almeno principalmente proprie dei Leviti. Continuarono nelle medesime senza interruzione. veneudo ricordati dagli scrittori ecclesiastici dei primordii del cristianesimo. Cosi, per es., Ege-sippo, narrando le circostanze del martirio di san Giacomo, detto il Giusto (Euseb., E. E., n, 23), avverte che, mentre gli Scribi ed i Farisei stavano lapidando cotesto apostolo, uno dei sacerdoti discendenti da Recab, il figlio di Recabim, mentovato dal profeta Geremia, alzō la voce, protestando contro tanta nequizie. Questo cenno di Egesippo č una testimonianza
di pių dell'esistenza ai tempi apostolici dei Recabiti, riconosciuti come corpora-
zione religiosa o meglio sacerdotale, fino alla distruzione di Gerusalemme, partecipanti all'esercizio delle cerimonie e dei riti del tempio, discendenti in parte dagli antichi figli di Gionadabbo, ed in parte cresciuti di numero coll'ammissione nelle loro file di uomini che si dedicavano, al pari del succi-i tato apostolo san Giacomo e del costui fratello san Simeone, alla stessa vita religiosa ed austera.
Nč i Recabiti si estinsero col volgere dei secoli, sendovi prove della loro esistenza e nel medio evo ed a'giorni nostri. Ce ne fa fede Beniamino di Tu-dela, fiorente nel xu secolo, il quale nota, nella relazioue de'suoi viaggi, di aver trovato presso El Jubar o Pumbedita (Pumbfdiiha) degli Ebrei che appellavansi Recabiti. Coltivavano costoro la terra, allevavano greggi ed armenti, astenevansi dal vino e dalla carne, e contribuivano decime ed alquanti docenti, che consacravansi allo studio della Legge ed a piangere per Gerusalemme. Erano 100,000 di numero e venivano governati da un principe che chiamavasi Salomone han-Nasi, risaliva col suo albero genealogico fino a David, e signoreggiava nella cittā di Tema e Telma. Sei secoli pių tardi, il viaggiatore Wolff conferma la testimonianza dello scrittore arabo, asserendo che gli Ebrei di Gerusalemme e dell'Yemen lo avevano assicurato che avrebbe incontrati i Recabiti, d> cui parla Geremia (xxxv), nelle vicinanze della Mecca. Si diresse a quella volta col vivo desiderio di vederli, ed appena giunto nelle vicinanze di Se-naa, eccolo a contatto colla tribų dei Beni-Caibr o figli di Caibr, i quali si davano per identici coi figli di Gionadabbo. Lieto il viaggiatore della scoperta, si mise a conversare con uno di essi, che nomavasi Musa, il quale trasse fuori Bibbia arabica e lesse all'ospite le parole di Geremia 'xxxv, 5-11). Lo invitō poi a seguirlo, dicendogli che gli avrebbe mostrata l'intera tribų, che compone vasi di 60,000 anime, e conchiuse citando il vs. 19 HhIIo stesso c. xxxv di Geremia, in cui sta scritto: c Non verrā mai meno al mio cospetto, dice il Signore, la discendenza di Gionadabbo figlio di Recab ŧ. In una relazione posteriore, lo stesso Wolff registra un secondo abboccamento con Musa, conferma che questi ed i componenti la sua tribų si attenevano sempre alla rigorosa osservanza dell'antica regola, dā loro il nome di B'nč-Arhab, e dice che i B'nč-Israel della tribų di Dan vivevano insieme con essi. L'italiano Pierotti, in una memoria letta nel 1P62 all'Associazione Britannica di Cambridge, dichiara, di avere incontrato nelle vicinanze del Mar Morto, 3 chilom. circa al S. E. del mededesimo, una tribų che intitolavasi dei Recabiti, i quali avevano una Bibbia ebraica, e recitavano le loro preghiere alla tomba di un rabbi ebreo. Gli raccontarono precisamente quelle stesse storielle, ch'erano state narrate al Wolff 30 auui prima. 1 Recabiti adunque, piccola tribų, fondata fra gl'Israeliti nel ix secolo av. Cr., conservatisi tuttodė e contano per conseguenza ventotto secoli, senz'avere mai degenerato dalle istituzioni dei loro fondatori. Costituitisi in mezzo al popolo israelitico colle regole austere da noi indicate, vi rimasero sempre ad esempio e modello altrui reagendo potentemente contro i co-J stumi licenziosi delle cittā fenicie, che si infėltra-
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